I Pacers rimontano 19 punti di svantaggio ai Thunder, battendo l’ex Paul George grazie al tap-in vincente di Wesley Matthews. Boston supera Sacramento grazie alla seconda tripla doppia in carriera di Kyrie Irving. Vittorie interne per Utah e Orlando
DONCIC SCHIACCIA, MA JOKIC LA VINCE ALL'OT
Indiana Pacers-Oklahoma City Thunder 108-106
Fino ad ora, ogni ritorno di Paul George a Indianapolis non sembra andare come vorrebbe. Nella sua prima partita contro la squadra che è stata sua gli Oklahoma City Thunder uscirono vincenti, ma lui giocò male con soli 12 punti e 3/14 al tiro. Questa notte invece ha giocato una partita straordinaria per 47 minuti, chiudendo con 36 punti, 6 rimbalzi e 5 assist con 6/11 dalla lunga distanza, ma i suoi si sono fatti rimontare 19 punti di svantaggio perdendo a pochi secondi dalla sirena — anche per colpa sua. Dopo aver costruito un vantaggio consistente a metà terzo quarto, i Thunder hanno staccato la spinta e i Pacers sono saliti di livello, rimontando punto su punto grazie a un altro ex di serata come Domantas Sabonis, autore di 26 punti uscendo dalla panchina. Poi nell’ultimo minuto Paul George ha perso due palloni sanguinosi in attacco ed è caduto a terra sull’ultimo possesso, togliendosi da una lotta a rimbalzo da cui è uscito vincente Wesley Matthews, abile a convertire al volo il tap-in del sorpasso a 1.8 secondi dalla fine. La tripla finale di Russell Westbrook — autore della 27^ tripla doppia stagionale con 19 punti, 14 rimbalzi e 11 assist — non ha poi trovato il fondo della retina, condannando OKC a una sconfitta sanguinosa e regalandone una di grande prestigio ai Pacers: “Questa squadra combatte. È uno dei motivi principali per cui ho scelto di venire qui” ha commentato Matthews, autore di 16 punti alla fine in un quintetto guidato dai 23 di Bojan Bogdanovic. “Nessuno svantaggio è troppo grande. Avevamo bisogno di una vittoria contro una squadra da playoff, ed è quello che dobbiamo fare da qui in avanti”.
Boston Celtics-Sacramento Kings 126-120
La prima partita dopo una lunga trasferta può sempre riservare delle insidie, e i Boston Celtics ne stavano per pagare il conto. I biancoverdi sono finiti sotto di 17 punti nel primo tempo, ma sono riusciti a rimontare grazie alla seconda tripla doppia in carriera di Kyrie Irving, che con 31 punti, 10 rimbalzi e 12 assist ha bissato quella firmata il 28 febbraio 2014 con la maglia dei Cleveland Cavaliers. E sono serviti tutti per battere una squadra, i Kings, che nonostante tutto continua a combattere per i playoff senza mollare un centimetro, spinta dai 34 punti di Buddy Hield, dai 20 di Harrison Barnes e dai 19+7+9 di De’Aaron Fox. “È sempre una battaglia, indipendentemente da chi incontri” ha detto Irving, “Ovviamente contro una squadra in lotta per i playoff l’intensità sale, e bisogna essere pronti”. Con Jayson Tatum rientrato in quintetto dopo il problema alla spalla che lo aveva fermato nell’ultima gara con i Clippers, i Celtics si sono appoggiati ai 22 di Jaylen Brown e ai 21 con 13 rimbalzi di Marcus Morris per vincere la quarta partita nelle ultime cinque, mentre i Kings hanno portato a undici la loro striscia di sconfitte al TD Garden.
Utah Jazz-Minnesota Timberwolves 120-100
Gli Stati Uniti sono un paese talmente grande che le avverse condizioni atmosferiche possono avere profondo impatto sui voli aerei. Ne sanno qualcosa i Minnesota Timberwolves, bloccati a Denver per oltre dieci ore a causa di una tempesta e dei forti venti che impedivano al loro charter di lasciare il Colorado. Dopo una lunghissima attesa, la squadra di coach Saunders è dovuta ripartire al mattino dopo, arrivando all’arena poche ore dopo l’atterraggio all’aeroporto di Salt Lake City. Normale che poi in campo i Jazz abbiano avuto vita facile, guidati dai 24 punti di Donovan Mitchell, dai 18 di Jae Crowder e dalle doppie doppie di Derrick (17+11) e Rudy Gobert (10+13). L’unico a fornire una scintilla per i T’Wolves è stato Karl-Anthony Towns, autore di 14 dei suoi 26 punti nel solo terzo quarto per tornare sul -1. Troppo poco però, anche perché Andrew Wiggins ha giocato un’altra partita inconsistente (14 punti con 6/17 al tiro) e mancavano Derrick Rose, Jeff Teague e Robert Covington, oltre a tirare 5/24 da tre punti. Da segnalare il discorso a centro campo della proprietaria dei Jazz Gail Miller, invitando i tifosi a comportarsi in maniera migliore e sottolineando che “Questa non è una comunità razzista” e che “Nessuno vince quando viene a mancare il rispetto”.
Orlando Magic-Cleveland Cavaliers 120-91
Se gli Orlando Magic vogliono giocarsi fino in fondo le loro chance di playoff, non possono più permettersi di sbagliare. Dopo aver perso quattro delle ultime cinque gare, la squadra della Florida non ha fallito la prima di cinque gare interne consecutive, di cui quattro contro squadre dal record perdente come i Cleveland Cavs. Con 21 punti di Aaron Gordon e 20 con 7 assist di D.J. Augustin, la prima prova è stata superata brillantemente. “Sappiamo che il nostro margine di errore si assottiglia sempre di più, fino quasi a scomparire” ha ammesso Nikola Vucevic. “Adesso è il momento di spingere per tornare all’ottavo posto”. Ai Cavs, che ormai non hanno più obiettivi di classifica, i 23 punti di Collin Sexton servono solo per notare come il rookie sia salito sopra quota 22 per quattro gare consecutive, ma non cancellano il brutto 7/31 da tre di squadra, con soli altri quattro giocatori in doppia cifra e nessuno sopra quota 13.