La point guard di Phoenix (dopo i 59 contro Utah) diventa il più giovane giocatore di sempre a segnare almeno 50 punti in due partite consecutive, mentre l'All-Star di Golden State chiude con 12/13 al tiro nel successo a Memphis. LeBron riposa e i Lakers perdono nello Utah, Portland vince facile con Chicago
Memphis Grizzlies-Golden State Warriors 103-118
Memphis in casa ha già battuto Portland, Utah, Houston e Oklahoma City ultimamente, per cui Golden State non può prendere sotto gamba una partita comunque insidiosa: i Grizzlies per tre quarti sognano l’ennesimo upset sorprendente ma poi si arrendono davanti a un quarto quarto da 29-19 per i campioni in carica che decidono la gara con un parziale di 9-0 segnato da 7 dei 28 punti di Kevin Durant, l’assoluto protagonista della gara. KD manda a referto infatti la prestazione offensiva più efficiente della sua carriera (chiude con il 92% al tiro), sbagliando un solo tiro in tutta la gara e chiudendo con 12/13 dal campo, 1/1 da tre punti e anche un perfetto 3/3 dalla lunetta. Ne segna 28 anche Steph Curry, con 6/12 da tre punti, mentre sfiora la doppia doppia DeMarcus Cousins, che chiude con 16 punti e 9 rimbalzi. Con la vittoria Golden State si riprende la testa della Western Conference in solitaria e ora la attendono nove partite da qui al termine della stagione, sette delle quali contro squadre con un record perdente. “Non stiamo guardando alle classifiche – dice Durant – però è ovvio che verso la fine del campionato vuoi sapere gli incroci che possono uscire dai playoff”. Per i Grizzlies – che contro gli Warriors hanno perso le ultime 5 gare disputate – ci si consola con il grande traguardo tagliato a 2’50” dalla fine del secondo quarto da Mike Conley, che mandando a bersaglio una tripla è diventato il miglior marcatore nella storia della franchigia, superando quel Marc Gasol da poco ceduto a Toronto. Conley ha chiuso con 22 punti ma ancora meglio di lui ha fatto il sostituto di Gasol a Memphis, uno Jonas Valanciunas da 27 punti e 13 rimbalzi.
Phoenix Suns-Washington Wizards 121-124
A Devin Booker non riesce mai di festeggiare le sue più grandi prestazioni individuali con una vittoria. Dopo aver segnato per la terza volta in carriera (a soli 22 anni!) almeno 50 punti, per l’ennesima volta esce sconfitto dal campo, come successo già nella partita precedente dei Suns (nello Utah, 59 sul suo tabellino) e anche nella famosa gara da 72 punti contro i Celtics al TD Garden (suo massimo in carriera). Può consolarsi con il record di essere il più giovane giocatore di sempre a segnare almeno 50 punti in due gare consecutive (per lui ci sono anche 10 rimbalzi) e solo il settimo nella storia della NBA, ma a festeggiare in Arizona sono gli Washington Wizards, che infliggono ai Suns la quinta sconfitta in fila interrompendo così a loro volta una striscia di cinque ko consecutivi. Il merito va soprattutto alle giocate nel finale di un Thomas Bryant da 18 punti, 19 rimbalzi (massimo in carriera) e i due canestri decisivi – uno da tre punti, il secondo con libero aggiuntivo realizzato – sul finale della partita, e ai 28 punti a testa di Bradley Beal e Jabari Parker. Con la vittoria in Arizona Washington evita l’eliminazione matematica dai playoff e mantiene ancora vivo un lumicino di speranza (più formale che reale, a 6.5 gare e mezzo di distanza dall’ottavo posto). Phoenix invece registra la 38^ doppia doppia stagionale della prima scelta assoluta Deandre Ayton (14 e 10 rimbalzi) per lui, che infrange così il record di franchigia per un giocatore al primo anno.
Utah Jazz-Los Angeles Lakers 115-100
Ormai manca solamente la matematica per dare ai Jazz la certezza della partecipazione ai playoff, perciò il vero obiettivo degli uomini di coach Snyder è arrivarci con il miglior posizionamento possibile. Sfruttando il calendario più facile dell’intera NBA, nelle ultime nove gare i Jazz sono riusciti a portarne a casa otto, avendo facilmente ragione dei Los Angeles Lakers privi di obiettivi e anche di LeBron James. Con il Re rimasto a casa saltando una delle trasferte che meno gradisce, i padroni di casa hanno cavalcato l’ennesima grande prova dei lunghi (22+11 per Rudy Gobert, 20 per Derrick Favors) e soprattutto Joe Ingles si è regalato una serata quasi in tripla doppia. L’australiano ha chiuso infatti con 11 punti, 9 rimbalzi e il suo massimo in carriera da 14 assist, facendo felici tutti i compagni tra cui Jae Crowder con 16, Donovan Mitchell e Thabo Sefolosha con 11 e Ricky Rubio con 10. Ai Lakers dopo il successo contro Washington della sera prima non sono serviti i 21 di Kyle Kuzma e i 16+13 di JaVale McGee, in una serata in cui i gialloviola hanno pensato più alle proprie statistiche che non a giocare una pallacanestro corale, come testimonia il dato dei 33 assist dei Jazz contro i 21 dei Lakers.
Chicago Bulls-Portland Trail Blazers 98-118
Se i tifosi di Portland volevano un messaggio di reazione dalla loro squadra dopo il devastante infortunio di Jusuf Nurkic l’hanno avuto, pur contro una versione di Chicago ampiamento rimaneggiata, senza Zach LaVine, Otto Porter Jr., Kris Dunn, Wendell Carter Jr., Denzel Valentine e ora soprattutto anche senza Lauri Markkanen, fermato fino al termine della stagione per un battito cardiaco irregolare dovuto all’eccessivo affaticamento. Ispirati da un messaggio FaceTime (però muto, l’audio non riusciva a funzionare…) di Nurkic appena prima della palla a due, i Blazers hanno risposto proprio con quelle seconde linee che ora sono chiamate a dare qualcosa in più per compensare la perdita del loro centro titolare: Seth Curry ha chiuso con il suo massimo stagionale a quota 20 ma altri due membri della panchina sono andati in doppia cifra, Rodney Hood con 15 e Zach Collins con 13. Ne ha messi 13 giocando in quintetto al posto di Nurkic anche Enes Kanter, in una serata in cui Damian Lillard ha fatto registrare il suo minimo stagionale, solo 11 punti con 3/12 al tiro, mentre Al-Farouk Aminu ha chiuso in doppia doppia a quota 12 più 11 rimbalzi. Si tratta della quinta vittoria in fila per Portland e dell’ottavo ko nelle ultime dieci per Chicago, che vede Shaquille Harrison firmare i suoi massimi in carriera con 21 punti e 10 rimbalzi.