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Playoff NBA, Blake Griffin non c'è, Antetokounmpo sì: tutto facile per Milwaukee in gara-1

NBA

I Bucks volano sul +20 già a fine primo quarto e non si voltano più indietro, approfittando della differenza tecnica tra le squadre e delle assenze in casa Pistons. Il n°34 greco di Milwaukee chiude senza fatica con 24 punti e 17 rimbalzi in 23 minuti

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Milwaukee Bucks-Detroit Pistons 121-86

Non c'è partita tra Bucks e Pistons, anche perché oltre alla differenza di resa e talento tra i roster, tra i giocatori a disposizione di Detroit - chiara sfavorita alla vigilia e condannata a recitare il ruolo di vittima sacrificale - manca all'appello Blake Griffin; alle prese con problemi al ginocchio più volte operato e "troppo dolorante" per essere schierato (parola di un coach Casey amareggiato prima della palla a due). Dall'altra parte invece c'è eccome Giannis Antetokounmpo, che segna 24 punti e raccoglie 17 rimbalzi in meno di 24 minuti, senza dover sprecare grosse energie e sudare più di tanto. Una sola tripla a bersaglio su cinque tentativi e il 5/12 a cronometro fermo: questi gli unici due appunti negativi (pensando già al futuro prossimo e non ai Pistons) per un giocatore incontenibile ogni volta che si lancia verso il canestro avversario. Un continuo pericolo e dominio, in area avversaria e non solo, che ha fatto perdere le staffe anche ad Andre Drummond - autore di un fallo flagrant-2 di frustrazione sul finire di terzo quarto proprio ai danni del greco, franato a terra dopo il colpo subito (senza conseguenze particolari per il n°34 Bucks) quando il tabellone diceva -41 alla voce "punteggio". Alla sirena finale sono 35 le lunghezze di margine tra le squadre; il terzo vantaggio più largo mai raccolto dai Bucks in una sfida playoff. La conferma che la squadra di coach Mike Budenholzer funziona già a pieno regime, nonostante il test iniziale sia stato parziale - il 38-18 dopo 12 minuti aveva chiaramente indicato quale fosse i rapporti di forza sul parquet tra le squadre. Per Detroit è soltanto il quarto ko nella storia su 18 incontri con i Bucks in post-season: un avversario sempre battuto dai Pistons nelle quattro serie precedenti, che questa volta potrebbe prendersi senza grossi problemi la rivincita.

L'esordio da titolare dell'ex Maker e la macchina perfetta dei Bucks

"Fosse stata una mia decisione, sarei sceso in campo questa sera", racconta a fine partita Griffin, consapevole che poco avrebbe potuto contro la forza e l'impatto degli avversari. Al suo posto in quintetto Thon Maker; il grande ex di giornata, finito a Detroit in uno scambio a tre che lo scorso febbraio ha portato Nikola Mirotic da New Orleans al Wisconsin. L'ex Bucks chiude con soli quattro punti a referto, 2/10 al tiro, incapace di allargare il campo con il suo 0/6 dall'arco che non impensierisce mai la difesa di Milwaukee che continua volentieri a concedergli lo spazio per tutto il match. Il miglior realizzatore dei Pistons è Luke Kennard - 21 punti in 28 minuti in uscita dalla panchina nella sua gara d'esordio in post-season. Dall'altra parte invece sono ben sei i giocatori in doppia cifra, oltre al già citato Antetokounmpo, con 14 a testa per Khris Middleton e Brook Lopez e 15 punti di Eric Bledsoe, a cui si aggiungono i 16 a gara in corso di un redivivo George Hill. Milwaukee manda a bersaglio 15 triple - a -1 dal record di franchigia ai playoff - e chiude con 31 assist complessivi su 44 canestri. Una grande orchestra, libera di comporre la propria sinfonia senza alcun tipo di disturbo. Detroit dovrà decisamente cambiare marcia per provare a impensierire questi Bucks.