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Playoff NBA: Kyrie Irving segna 37 punti, Indiana crolla nel finale a Boston

NBA

Il n°11 dei Celtics è il trascinatore tra le fila dei padroni di casa, che chiudono gara-2 con un parziale di 10-0, approfittano dei soli 12 punti segnati nel quarto periodo dai Pacers e si portano sul 2-0 nella serie

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Boston Celtics-Indiana Pacers 99-91

Ha dovuto rimandare di un anno l'appuntamento con i playoff in maglia Celtics, ma sembra esserne valsa la pena. Kyrie Irving è il protagonista della vittoria in rimonta dei biancoverdi contro Indiana nel secondo episodio della serie. Un condottiero abile ad approfittare della brusca frenata Pacers, arrivata leggermente più tardi rispetto a gara-1. Tre giorni fa gli ospiti segnarono otto punti totali di squadra in tutto il terzo quarto; stavolta si fermano a 12 complessivi nell'ultima frazione di gioco, scavalcati da un parziale di 15-0 che a cavallo dell'ultimo intervallo brucia la doppia lunghezza di vantaggio di Indiana. A decidere la sfida invece è il 10-0 finale arrivato nei 100 secondi prima della sirena, in cui Jayson Tatum torna a vestire i panni del "Giovane Favoloso" (cit.), in modalità playoff 2018 e autore prima della tripla del definitivo sorpasso sul 92-91, poi dell'assist per Gordon Hayward che regala un possesso pieno di vantaggio ai Celtics e infine della schiacciata con fallo che chiude i conti e porta Boston sul 2-0 nella serie. Alla sirena finale sono 37 i punti realizzati da Irving, che si gode la prima vera serata da protagonista ai playoff con Boston: “È stato un viaggio lunghissimo, pieno di ostacoli e problemi. Dall’essere costretto a fermarmi per essere sottoposto a un doppio intervento alle ginocchia, fermo a bordocampo a guardare i miei compagni lo scorso anno durante i playoff, al poter finalmente dare una mano in campo – non c’è nulla di paragonabile a questa sensazione”. Ben 39 minuti sul parquet – necessari, visto che Indiana è rimasta a lungo in partita – conditi con un convincente 15/26 dal campo, 6/10 dall’arco, sei assist, sette rimbalzi, un paio di stoppate e una prestazione a tutto tondo che ben racconta quale può essere l’impatto del n°11 Celtics sulle ambizioni playoff di Boston. Quando conta, sono poche le squadre che possono disporre di un campione di questo livello.

I limiti dei Pacers sono evidenti: basterà solo la difesa per iniziare a vincere?

E ai Pacers cosa resta? Certamente il rammarico di aver dimostrato di nuovo di essere una squadra in grado di giocarsela alla pari contro i biancoverdi, almeno fino a quando le energie, le forze e la mira non lasciano Indiana del tutto priva di precisione ed efficacia offensiva. I ragazzi di coach McMillan tirano con il 65% nel primo quarto – memori del disastro di gara-1 – ma perdono subito la via del canestro, rallentando nella seconda frazione a un modesto 7/20 dal campo, con sette errori e nessun bersaglio da lontano. Alla sirena finale sono 23 i punti di Bojan Bogdanovic, 15 di Thaddeus Young, al termine di una sfida che ha messo in evidenza in maniera chiara tutti i limiti di un gruppo che meglio di così sembra non poter performare. “Abbiamo sbagliato dei tiri aperti ben costruiti – sottolinea Wesley Matthews, autore della sanguinosa palla persa costata la partita a 12 secondi dalla sirena – siamo di nuovo riusciti a tenerli sotto i 100 punti segnati, nonostante un super Irving. La nostra difesa ha tenuto botta, anche quando non trovavamo mai il fondo della retina. Semplicemente, sono riusciti in alcune occasione a segnare dei canestri decisivi nel momento più opportuno. A noi sono mancati soltanto quelli”. A guardare il 2-0 nella serie però – che nel 93% dei casi coincide con un successo al primo turno dei playoff NBA – quel soltanto assume proporzioni molto più rilevanti.