Dopo dei playoff terribili al tiro da tre, la guardia dei Toronto Raptors ha cambiato marcia nelle ultime due partite segnando 10 delle 12 triple tentate, di cui sette nella decisiva gara-5. Il segreto? La nascita del secondogenito che lo ha costretto a un tour de force che lo ha fatto uscire dal momento difficile
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Sotto 0-2 nella serie contro i Milwaukee Bucks, in pochi al di fuori del Canada avrebbero scommesso che dopo gara-5 i Toronto Raptors si sarebbero ritrovati sopra 3-2 nelle finali di conference. E visto come erano andati i playoff, praticamente nessuno avrebbe potuto prevedere che uno dei motivi più importanti sarebbe stato Fred VanVleet. Il playmaker di riserva dei canadesi era infatti reduce da dei playoff a dir poco disastrosi al tiro: dopo aver cominciato bene con 3/6 dall’arco in gara-1 contro Orlando per 14 punti, VanVleet non solo non ha più superato la doppia cifra, ma soprattutto ha tirato 5/35 dalla lunga distanza, un 14% che diventava solamente 21.7% considerando anche i tiri da due punti. Non esattamente una novità per lui: in carriera ai regular season la sua percentuale da tre punti è un ottimo 39%, ma nei playoff crolla al 27.3%. E anche nella vittoria al doppio supplementare di gara-3 contro i Bucks VanVleet ha tirato malissimo, chiudendo con 1/11 dal campo e 1/8 dalla lunga distanza, salvandosi solamente grazie alla difesa arcigna e alle difficoltà affrontate anche da Danny Green, ugualmente in crisi con il tiro (4/19 nella serie). Poi è successo qualcosa di inaspettato: tra gara-3 e gara-4 la fidanzata di VanVleet ha partorito il suo secondo genito, Fred Jr., che era atteso solamente per il 31 maggio. E da lì in poi VanVleet, per un motivo o per un altro, si è sbloccato: dopo il 3/3 dalla lunga distanza di gara-4 per 13 punti, la guardia ha disputato la miglior prestazione in carriera ai playoff segnando 21 punti tutti da tre punti, con un 7/9 assolutamente decisivo per le sorti dei Raptors. Quanto cruciali? Basti questo dato: in una vittoria di soli 6 punti in cui il migliore dei suoi compagni ha avuto un plus-minus al massimo di +9, VanVleet nei 37 minuti disputati sul parquet ha fatto registrare un incredibile +28. E non solo: VanVleet ha realizzato la sua settima tripla a 2:19 dalla fine, spezzando la parità appena raggiunta dai Bucks con un canestro di Brook Lopez e dando il via al parziale di 12-6 con cui i canadesi hanno espugnato il Fiserv Forum.
VanVleet: "La mia settimana assurda per la nascita di mio figlio"
"Non voglio dargli tutti i meriti, ma probabilmente mi ha aiutato un po'" ha scherzato in conferenza stampa VanVleet, dove ovviamente la nascita di Fred Jr. è stato uno dei primissimi argomenti di cui ha dovuto parlare. Quando poi gli è stato chiesto di raccontare i suoi ultimi giorni, la guardia ha accettato solamente a condizione di doverlo fare solamente una volta: “La nascita era attesa per il 31 maggio, perciò sapevamo che non mancava molto. Anche la mia prima figlia era nata con tre settimane di anticipo, perciò ce lo aspettavamo da un momento all’altro. Lunedì [dopo gara-3, ndr] pensavo di avere un bel giorno libero per poter riposare, ma mi è arrivata la chiamata che si erano rotte le acque perciò ho cominciato a correre in giro per cercare un aereo [la famiglia di VanVleet vive a Rockford, in Illinois, a circa un’ora e mezza di macchina da Chicago, ndr]. Sono arrivato a Rockford verso le 3 del pomeriggio e ho passato tutto il giorno all’ospedale, quando poi è nato alle 21.30. Sono rimasto lì la notte intera, ma chi ha avuto dei figli sa che la vera sfida è cercare di portare il figlio a casa, cosa che non siamo riusciti a fare martedì mattina. Quindi sono rientrato a Toronto nel primo pomeriggio, ho provato a dormire un po’ e poi sono andato all’arena per gara-4. Dopo la partita sono tornato là, ho guidato fino a Rockford e abbiamo passato un’altra notte in ospedale, anche se siamo stati fortunati a portarlo a casa giovedì mattina. A quel punto ho guidato fino a Milwaukee, ho provato ancora a dormire, ho allacciato le scarpe e sono andato in campo per gara-5. È stata una settimana frenetica, ma ne è valsa la pena". A quel punto VanVleet ha scherzato, dicendo di aver trovato il segreto per andare bene ai playoff: "Non dormire mai, fare un sacco di bambini e quando sfogare tutto in campo". Funzionasse sempre così, i giocatori NBA dovrebbero cominciare a programmare le gravidanze delle proprie compagne per la primavera.