Dopo i tanti rinvii e lo strafalcione di Steve Kerr nel post-partita di gara-3, Golden State ha deciso di non comunicare più i dettagli del recupero del n°35 Warriors, annunciando di volta in volta soltanto la sua presenza o meno sul parquet
Lo abbiamo visto traccheggiare più volte in mezzo al campo durante le sessioni di tiro dei compagni, per poi allontanarsi cautamente quando toccava parlare con i giornalisti – gli infortuni hanno almeno questo aspetto positivo, quello di essere esonerati dagli incontri con i media. È spuntato spesso e volentieri dalla pancia della Oracle Arena, incappucciato e sofferente mentre gli altri combattevano sul parquet senza poter contare sul suo contributo. Kevin Durant insomma è apparso come un leone in gabbia, mentre lo staff medico a ogni allenamento ha continuato a rimandare il suo rientro. Una settimana di riposo è diventata un mese in una lunga serie di rinvii che hanno snervato i tifosi e il diretto interessato, che potrebbe seriamente restare fuori fino al termine della stagione, così come spuntare sul parquet in gara-5 da protagonista. Questo è quello a cui auspica Steve Kerr, che dopo gara-3 aveva raccontato di un ritorno agli allenamenti con contatto da parte di KD: un test fondamentale per capire se il suo fisico gli avrebbe permesso di esserci nella seconda sfida della serie alla Oracle Arena. In realtà le indicazioni date dal coach degli Warriors si sono rivelate totalmente errate, come confidato poi dallo stesso Kerr a poche ore di distanza dalla palla a due di gara-4. Durant non ha ancora sostenuto un singolo allenamento con i compagni, preservando il fisico e non entrando mai in contatto con alcun tipo di avversario. Una situazione sempre più intricata, con il polpaccio che continua a fare i capricci. “La speranza è quella di riaverlo in campo in gara-5 o in gara-6”, confida Kerr, prima di sottolineare la novità di giornata: da oggi infatti non si parla più nel dettaglio delle sue condizioni fisiche, ma si farà soltanto il punto su un suo possibile rientro. Gioca o non gioca in sostanza, senza specificare e prolungare l’agonia che gravita attorno a un mistero che si infittisce sempre più con il passare dei giorni.