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NBA Finals 2019, il ritorno di Kevin Durant: sarà in campo per gara-5

NBA

Mauro Bevacqua

Dopo la rivelazione che l'MVP delle ultime due finali si è allenato insieme alla squadra, ora è arrivata la conferma: Kevin Durant sarà in campo per gara-5. "So che non vede l'ora di tornare", assicura Klay Thompson

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TORONTO — Al solito la prima domanda posta a Steve Kerr è stata quella sul bollettino medico della sua squadra, e con il rientro già avvenuto di Thompson e Looney, gli occhi di tutti erano puntati sul recupero di Kevin Durant: "Si è allenato con noi per la prima volta, e farà del lavoro extra con alcuni ragazzi più giovani del nostro roster. Come sempre la decisione è in mano al nostro team medico, ma posso dire che non aveva mai fatto nulla di tutto questo, finora, per cui sono un po’ più ottimista che nei giorni scorsi". Un’apertura all’ottimismo, uno spiraglio che poi è diventato realtà: come scritto da ESPN, Kevin Durant sarà in campo per la gara-5 delle Finali NBA contro i Toronto Raptors. Anche le parole di Steph Curry e di Klay Thompson sembravano contemplare come qualcosa più di una semplice speranza il fatto che in campo avrebbero potuto finalmente ritrovare uno dei loro compagni più importanti: “Mi dispiace per Kevin, davvero — aveva dichiarato Thompson — so bene quanto ami la competizione e dover saltare gare come queste è la cosa peggiore. Ovviamente lo aspettiamo a braccia aperte, la sua spinta è stata decisiva per gli ultimi due titoli che abbiamo vinto, sarebbe un’impresa storica se tornasse e ci guidasse al terzo. Vedremo, ovviamente c’è prima da risolvere un infortunio che è stato sicuramente più grave di quello che abbiamo dovuto superare noi [lui e Kevon Looney, entrambi tornati in campo in gara-4, ndr]. So che non vede l’ora di tornare, perché ama essere in campo in sfide come queste”. Un ritorno che ovviamente potrebbe anche generare qualche scompenso, dopo un’assenza di una decina di partite, costringendo la squadra a ritrovare in corsa l’ennesimo assetto interno. “Il mio modo di giocare non cambierebbe un granché — ha assicurato Steph Curry — avrei soltanto un’arma in più a disposizione da sfruttare. Mi viene da dire che il processo di integrarlo nuovamente in squadra dovrebbe essere abbastanza semplice, l’importante è continuare a essere aggressivi e intelligenti nel nostro sforzo, soprattutto difensivamente”. Anche Steve Kerr riconosce come la variabile infortuni abbia avuto il suo peso nel condizionare pesantemente la ricerca di un'identità di squadra da mettere in campo contro i matchup proposti da un avversario nuovo, affrontato solo due volte in tutta la stagione: "Matchup e infortuni hanno fatto sì che sia stato più difficile per noi trovare un pattern fisso, stabile, su cui costruire una nostra identità ma gara-4 in questo senso — con il ritorno di Thompson e Looney — ci ha aiutato a capire dove possiamo andare, chi possiamo essere anche in questa serie. Alla fine non abbiamo vinto la partita, ma l’identità di squadra è stata migliore, le rotazioni sono state più simili al nostro solito, e questo mi fa ben sperare". Il ritorno di Durant potrebbe comportare ulteriori aggiustamenti in corsa, ma si tratta comunque di un ritorno a una identità di squadra sviluppata e costruita negli ultimi tre anni: un rischio che Steve Kerr vuole correre più che volentieri.