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NBA Finals, Sergio Scariolo campione NBA: è il secondo italiano dopo Belinelli

NBA

Mauro Bevacqua

L’assistente allenatore dei Toronto Raptors è il secondo italiano di sempre a vincere il trofeo di campione NBA dopo Marco Belinelli nel 2014. Alla sua prima esperienza oltre-oceano, l’allenatore continua ad aggiungere trofei al suo palmares

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OAKLAND — Per un allenatore che nel corso della sua trentennale carriera da professionista ha vinto campionati in Italia e in Spagna, oltre che svariate medaglie europee e olimpiche con la nazionale iberica, è difficile definirla come una “prima volta”. Eppure vincere il titolo NBA non capita tutti i giorni, che sia da capo-allenatore o da assistente: Sergio Scariolo è diventato il secondo italiano di sempre a vincere il Larry O’Brien Trophy, a cinque anni di distanza dall’impresa di Marco Belinelli con i San Antonio Spurs. “Una bella emozione”, dice ai microfoni di Sky Sport. “Nel vincere c’è qualcosa di uguale alle volte precedenti ma c’è anche molto di diverso. Questa è stata una bellissima avventura, perché all’inizio dell’anno nessuno ci pronosticava neppure vicini a questo traguardo; pian piano invece abbiamo acquisito fiducia, superato tanti ostacoli e tante grandi squadre — compresi questi Golden State Warriors davvero fortissimi — e alla fine questa vittoria ce la siamo meritata, direi di squadra, facendo recitare da protagonisti giocatori che magari i non esperti di NBA in Europa neppure conoscono. Insomma, è stato un successo bello, davvero bello”, ammette Scariolo. Che vince alla sua prima stagione su una panchina NBA, esattamente come il suo capo allenatore, Nick Nurse: “Scherzando infatti gli ho detto che ha fatto come me: al primo anno da capo allenatore ha vinto il titolo. Credo sia stato molto bravo a mantenere l’equilibrio emozionale della squadra sempre costante, sia nel non drammatizzare le sconfitte che nel non celebrare eccessivamente le vittorie. Un atteggiamento importante soprattutto nei playoff, dove ci siamo trovati sotto più volte: anche dopo le peggiori sconfitte — o le migliori vittorie — la nostra faccia non è mai cambiata. Credere sempre nelle nostre possibilità penso sia stata la sua più grande forza. Personalmente poi io lo devo ringraziare perché mi ha concesso spazio durante tutto l’anno e perché mi sono sempre sentito valorizzato, rispettato e ascoltato in questa esperienza per me nuova e diversa”.

I momenti di svolta di una stagione magica

Negli occhi di tutti — anche in quelli di Flavio Tranquillo — della cavalcata al titolo 2018-19 resta come primo flash la vittoria in doppio overtime contro Milwaukee, con Kawhi Leonard in campo 52 minuti che si afferma — senza se e senza ma — come il leader assoluto di questa squadra. Scariolo è d’accordo, ma aggiunge tanti altri momenti altrettanto importanti: “La vittoria sotto 2-1 in gara-4 a Philadelphia, ad esempio, in un momento molto difficile: quel successo ci ha compattato molto. Certo, anche quella in due overtime contro Milwaukee è stata importante per darci la spinta e superare tutti i momenti difficili che si possono presentare. Vale anche per la sconfitta contro Golden State di gara-5: nonostante il ko ne siamo usciti bene, con serenità, arrivando oggi a vincere la terza partita sul campo di Golden State, un risultato forse mai ottenuto da nessuno”. L’ultima osservazione di Scariolo è un piccolo ringraziamento alla dea bendata, sicuramente più gentile con i Raptors che con gli Warriors bersagliati da infortuni, purtroppo anche gravi. “Un pizzico di fortuna ci vuole, è sempre così: l’ha avuta anche Golden State quando Chris Paul si è infortunato in finale di conference nel 2018 oppure in finale NBA nel 2015 contro i Cavs, costretti a far senza Kyrie Irving e Kevin Love. Stavolta è andata meglio a noi”, conclude, stringendo forte il Larry O’Brien Trophy. Sergio Scariolo: campione NBA.