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Mercato NBA, Billy Crystal, l’SMS a Rivers e un sogno: "Stavolta possiamo davvero farcela"

NBA

Il primo tifoso dei Clippers (a bordocampo "dai tempi di Benoit Bejamin") svela l'sms spedito all'allenatore di L.A. prima dell'inizio della free agency e la sensazione provata alla notizia della firma di Leonard e George

KAWHI LEONARD E PAUL GEORGE AI CLIPPERS

CLIPPERS E NETS, LA RIVINCITA DEGLI ETERNI SECONDI

JERRY WEST, TRIONFATORE DELLA FREE AGENCY 2019

Billy Crystal, newyorchese trapiantato a Los Angeles, amante degli Yankees di Mickey Mantle ma costretto a vivere all’ombra dell’enorme insegna di Hollywood – dove si fanno e si disfano le carriere di qualsiasi attore – ha sempre detto di aver scelto i Clippers invece dei Lakers perché tifare gialloviola non gli sembrava un granché, come sfida. Con questo atteggiamento – dopo quasi 35 anni di presenza a bordocampo a ogni gara dei Clippers, “dai tempi di Benoit Benjamin”, racconta al New York Times – ora al famoso protagonista di “Harry ti presento Sally” deve apparire assolutamente strano ritrovarsi tra i favoriti della prossima stagione NBA. NBA di cui Crystal si confessa grandissimo tifoso, uno che ha seguito ogni partita delle ultime finali (“Sono stato felice per la gente in Canada, quando Toronto ha vinto. Non conosco Drake ma vedendo come si comportava grazie alle imprese di Kawhi [Leonard] e compagni mi era venuta voglia di mandargli un messaggio scrivendogli: ‘Prendo anch’io quello che hai preso tu’”. Un messaggio che sarebbe risultato profetico, perché i Clippers di cui Billy Crystal è da sempre primo tifoso hanno finito davvero per prendere Kawhi Leonard. “Avevo come una sensazione che potessimo essere noi la sua scelta”, racconta oggi l’attore 71enne, ma per scaramanzia a coach Rivers prima del via della free agency aveva mandato soltanto un brevissimo messaggio: “Teniamo le dita incrociate”. “Faccio lo stesso”, la risposta dell’allenatore dei Clippers. Poi la notizia, con l’arrivo non solo di Leonard ma anche di Paul George. “Non volevo crederci, mi girava la testa”, racconta Crystal al quotidiano newyorchese. Il merito, dice lui, è di Steve Ballmer – “ha una forza e un impatto davvero positivo” – ma anche di una NBA dove il lobbying tra giocatori ha sempre più importanza. “Quando ho letto la notizia che Anthony Davis aveva accettato la corte di LeBron James e dei Lakers per firmare con loro quello scambio mi era apparso osceno. Ora che però abbiamo anche noi la nostra coppia di superstar, di colpo è tutto OK”, afferma con grande ironia. Le alleanze tra giocatori “stavolta hanno funzionato a nostro favore”, dice Crystal, che poi riconosce una differenza decisiva non solo tra i Clippers eterni perdenti del passato ma anche tra quelli di “Lob City” – di Chris Paul e Blake Griffin – capaci di vincere tante partite (molte più dei Lakers) ma mai il titolo e quelli attesi al via il prossimo ottobre: “Ora c’è la sensazione che potremmo davvero farcela”. E nessun tifoso dell’altra squadra di L.A. se lo meriterebbe di più.