NBA, risultati della notte: Lakers e Bucks sempre più su, Harden 54 e Kawhi-PG da 40
I Lakers vincono a Miami con i 61 punti della coppia James-Anthony e conquistano il 13° successo in fila in trasferta. Sono 17 le vittorie consecutive dei Bucks, che ritrovano un Antetokounmpo da 37 punti. James Harden infila la seconda partita in fila sopra quota 50 sul campo dei Magic, Leonard & George ne fanno 40 a testa nel successo a Minneapolis. Philadelphia sale a 14 vittorie consecutive in casa superando New Orleans (Melli non entrato in campo). Tutti i risultati e gli highlights della notte
MIAMI HEAT-LOS ANGELES LAKERS 110-113 | C’era bisogno della miglior squadra in trasferta della NBA per interrompere l’imbattibilità casalinga dei Miami Heat, e i Lakers si sono fatti trovare pronti. Dopo essere stati sotto anche di 14 lunghezze nel secondo quarto, i gialloviola hanno rimontato nel giro di tre minuti fino ad andare avanti di 10 nella terza frazione, mantenendo il controllo della gara fino alla fine. Merito di un LeBron James a un rimbalzo dalla tripla doppia (28+9+12), portando i suoi alla 13^ vittoria consecutiva in trasferta e rimanendo agganciati a Milwaukee per il miglior record della NBA
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Ancora una volta Anthony Davis ha fatto la voce grossa sotto canestro, segnando 33 punti con 10 rimbalzi e ottime percentuali (11/20 al tiro, 4/9 da tre e 7/9 ai liberi), contribuendo al dominio dei gialloviola nel pitturato (50-34 il computo dei rimbalzi). Insieme a lui hanno chiuso in doppia cifra anche Avery Bradley (10) e Kentavious Caldwell-Pope (15), che con due errori ai liberi a 8 secondi dalla fine ha lasciato agli Heat una pericolosa ultima chance per pareggiare
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Il pallone è finito ovviamente nelle mani di Jimmy Butler, il quale prima ha mandato per le terre LeBron James e poi si è preso l’ultimo tiro, anche se la sua tripla sopra le mani di Anthony Davis ha preso solamente il ferro. I suoi 23 punti uniti ai 17 di Derrick Jones, i 16 di Kendrick Nunn e i 15 di Kelly Olynyk non sono bastati agli Heat per mantenere inviolato il campo di casa, perdendo solo la seconda partita stagionale in cui avevano chiuso il primo tempo in vantaggio (13 vittorie nelle altre occasioni)
ORLANDO MAGIC-HOUSTON ROCKETS 107-130 | La settimana terribile degli Orlando Magic si conclude con una dose decisamente sostanziosa di James Harden e una inevitabile sconfitta. Dopo aver già perso contro Bucks e Lakers, la squadra di coach Clifford si è vista travolgere dai Rockets guidati da un James Harden inarrestabile, capace di superare quota 50 punti per la seconda gara consecutiva chiudendo a 54, miglior realizzatore dei suoi insieme ai 23 di Russell Westbrook e i 18 di Ben McLemore
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Per Harden è il quinto cinquantello stagionale, nonché il quarto nelle ultime sette partite (tutto il resto della NBA ne ha cinque). Il suo 10/15 dalla lunga distanza all’interno di un eccellente 19/31 dal campo gli è valso un’ovazione anche dal pubblico avversario quando ha chiuso il suo show dopo 36 minuti in campo, nonché la bandiera bianca alzata da coach Steve Clifford: “Quando ti tira in testa così, non so davvero cosa si possa fare”
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Ai Magic non sono serviti i 27 punti di Evan Fournier né i 21 di Aaron Gordon, anche perché la difesa non è stata in grado di mettere neanche un granello nell’ingranaggio perfetto degli avversari che hanno tirato con il 56% dal campo. Le 22 triple subite rappresentano un nuovo record negativo di franchigia per Orlando, anche se la sensazione di Fournier è quella di aver perso soprattutto contro Harden: “Prima della partita ci siamo detti che si sarebbe preso dei tiri e che li avremmo accettati. Solo che stasera non ha mai sbagliato”
MEMPHIS GRIZZLIES-MILWAUKEE BUCKS 114-127 | È servito un ultimo quarto da 37-19 ai Milwaukee Bucks per avere ragione dei Memphis Grizzlies e conquistare il 17° successo consecutivo, arrivato questa volta sul campo di Memphis. Sotto di cinque lunghezze all’ultimo riposo lungo, la squadra di coach Budenholzer ha stretto le viti in difesa e in attacco ha lasciato spazio a Giannis Antetokounmpo, autore di 17 punti solo nell’ultima frazione
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Sono 37 i punti finali per l’MVP in carica, rientrato in campo dopo aver saltato la partita precedente per un dolore al quadricipite destro. Riposo che gli è servito per spazzare via Memphis nell’ultimo quarto e chiudere con 12/23 al tiro, 3/7 dalla lunga distanza e 10/13 ai liberi con 11 rimbalzi e 2 assist, sopperendo anche all’uscita anticipata di Eric Bledsoe (colpo allo stinco, 12 punti alla fine). Insieme a Giannis ci sono i 26 punti di Khris Middleton e le doppie cifre di DJ Wilson (11) e Brook Lopez (10)
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Se la partita è stata così tirata è stato soprattutto per merito di Jaren Jackson Jr., autore di una prova mostruosa specialmente in un terzo quarto da 26 punti (nuovo record di franchigia) e 7/11 da tre punti, con alcuni canestri fuori da ogni logica. I suoi 43 punti finali rappresentano il massimo in carriera del giovane lungo di Memphis, che ha provato a sopperire all’assenza di Ja Morant (fuori per gestire la schiena che ancora lo infastidisce) e a quella di Brandon Clarke (infortunio all’obliquo). Per Jackson, dopo una partenza lenta, sono sette partite con almeno 2 triple a segno e nove con almeno una tripla e una stoppata
MINNESOTA TIMBERWOLVES-L.A. CLIPPERS 117-124 | Quarta vittoria consecutiva per gli L.A. Clippers, che hanno però dovuto superare un ultimo quarto molto difficile per avere ragione dei Timberwolves. Dopo essere andati comodamente sul +27 sul finire del terzo quarto, gli ospiti si sono visti rimontare quasi tutto il vantaggio con un parziale di 22-6 dei padroni di casa, dovendo sudarsi anche gli ultimi minuti nonostante una prestazione spettacolare delle due stelle, Kawhi Leonard e Paul George
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I due nuovi compagni di squadra si sono divisi i due tempi di gioco. Leonard ha chiuso la prima frazione già a quota 31 (suo massimo in carriera) dopo un primo quarto da 16 (career-high pareggiato), mandando i suoi all’intervallo avanti di 7 lunghezze grazie anche ai 23 di George. L’MVP delle ultime Finals ha poi chiuso con 42 e un perfetto 19/19 ai liberi (anche questo massimo in carriera), sopperendo alle assenze di Lou Williams e Patrick Beverley
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A tutto il resto poi ha pensato Paul George, che di punti ne ha messi 46 equamente divisi tra primo e secondo tempo con il picco di un terzo quarto da 16. È la prima volta nella storia della franchigia che due giocatori chiudono sopra 40 punti, nonché solo la 21^ volta che accade nella storia della NBA. L’ultima era successa un anno fa proprio a George, solo che in quella occasione ad accompagnarlo fu Russell Westbrook
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Merito comunque ai T’Wolves, che hanno avuto la loro coppia d’oro in Karl-Anthony Towns (39 punti e 12 rimbalzi, con 18 solo nella frazione finale) e Andrew Wiggins (34), rimontando fino al -4 quando mancava un minuto al termine della sfida. Neanche i 22 punti di Jeff Teague sono serviti per evitare la sconfitta, complici i 18 punti dall’altra parte di Montrezl Harrell
PHILADELPHIA 76ERS-NEW ORLEANS PELICANS 116-109 | Con le sconfitte casalinghe di Boston e Miami negli ultimi giorni, rimane una sola squadra imbattuta tra le mura amiche e sono i Philadelphia 76ers. La 14^ vittoria su 14 è arrivata ai danni dei Pelicans nonostante si trattasse di un back-to-back arrivando da Boston, sfruttando al meglio i 31 punti di Tobias Harris e i 24 a testa di Joel Embiid e Ben Simmons entrambi in doppia doppia (con 11 rimbalzi il primo e con 11 assist il secondo)
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I Sixers si sono complicati un po’ la vita sbagliando 9 tiri liberi negli ultimi tre minuti, permettendo ai Pelicans di tornare a sole tre lunghezze di distanza a 21 secondi dal termine. Gli ospiti però non sono riusciti a chiudere la rimonta, perdendo l’11^ gara consecutiva nonostante i 32 punti di Brandon Ingram. “Il nostro margine di errore non è abbastanza grande da permetterci di commettere certe sciocchezze come sbagliare 9 liberi in fila” ha commentato coach Alvin Gentry, che non ha schierato Nicolò Melli durante la partita
La gara ha rappresentato anche il primo ritorno a Philadelphia di JJ Redick, che nei suoi due anni in Pennsylvania si è fatto amare dal pubblico dei Sixers, tenendo 17.6 punti di media e sfiorando il 41% da tre punti. La franchigia lo ha omaggiato con un video tributo durante il primo quarto seguito da una standing ovation, con il tiratore che ha poi chiuso con 19 punti nella sua partita
ATLANTA HAWKS-INDIANA PACERS 100-110 | Dopo i 49 punti subiti da Trae Young un paio di settimane fa, questa volta gli Indiana Pacers si sono fatti trovare pronti e hanno gestito molto meglio il playmaker degli Hawks, vincendo la quinta partita nelle sette disputate nel mese di dicembre. Per la squadra di coach McMillan un quintetto tutto in doppia cifra guidato dai 19 con 12 assist di Malcolm Brogdon e la 21^ doppia doppia stagionale di Domantas Sabonis (12+14, solo Antetokounmpo meglio di lui), insieme ai 18 di TJ Warren
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Trae Young ha comunque chiuso come miglior marcatore dei suoi a quota 23 punti, ma ha sbagliato 21 dei 30 tiri tentati nella sua partita senza riuscire a impedire la 14^ sconfitta dei suoi nelle ultime 16 gare. A nulla sono serviti anche i 21 di DeAndre Hunter e i 20 di Jabari Parker, anche perché gli Hawks non segnano mai da tre punti (6/28 nella partita)
CHICAGO BULLS-CHARLOTTE HORNETS 73-83 | Dire che Hornets e Bulls non sono state precise al tiro sarebbe un eufemismo, visto che hanno realizzato 156 punti in due. A spuntarla sono stati però gli ospiti, guidati dai 16 punti del solito Devonte’ Graham e i 13 a testa di Miles Bridges e PJ Washington, conquistando la terza vittoria consecutiva pur facendosi rimontare 15 punti di vantaggio nel primo tempo
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Per entrambe le squadre si tratta della peggior prestazione offensiva stagionale, con i 73 punti dei Bulls che rappresentano la peggiore in assoluto di tutta la NBA in questa prima parte di annata. A fare la differenza è stata quindi la lotta a rimbalzo (60-45 per Charlotte), condannando Chicago alla quarta sconfitta nelle ultime cinque con nessun giocatore sopra quota 12. “Sembrava una partita degli anni ’80 in cui nessuno riusciva a segnare” ha commentato Zach LaVine
UTAH JAZZ-GOLDEN STATE WARRIORS 114-106 | Non una vittoria facile, ma pur sempre una vittoria. Gli Utah Jazz hanno dovuto tenere duro fino agli ultimi due minuti di gioco, piegando la resistenza dei Golden State Warriors grazie alle due triple consecutive di Bojan Bogdanovic e Donovan Mitchell. Sono i loro 60 punti (32 per l’ala e 28 per la guardia) a guidare i Jazz nel tabellino, insieme alla doppia doppia da 15+15 di Rudy Gobert
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Gli Warriors non sono riusciti a vincere nonostante i 52 punti della panchina, realizzati soprattutto grazie a Damion Lee (21 con 7/11 al tiro) e le doppie cifre di Jacob Evans (13) e Marquese Chriss (12+13). A guidare la squadra di coach Kerr sono stati però i 24 dell’ex Alec Burks e i 18 di D’Angelo Russell, lasciando comunque un’impressione positiva all’allenatore: “Mi piace dove stiamo andando: so che sembra folle visto il nostro record, ma stiamo migliorando”
SACRAMENTO KINGS-NEW YORK KNICKS 101-103 | Per la prima volta in stagione i New York Knicks sono riusciti a vincere due partite in fila. E lo hanno fatto anche in grande stile, rimontando 16 punti di svantaggio ai Sacramento Kings nell’ultimo quarto e vincendo grazie al canestro da rimbalzo offensivo di Marcus Morris a 9 secondi dal termine. La rimonta porta però la firma di Elfrid Payton, che ha segnato 7 dei suoi 16 punti nella frazione finale per sostenere i 24 punti del leader Julius Randle
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I Kings hanno avuto una tripla per vincerla con Cory Joseph ma non sono riusciti a portare a casa il successo nonostante i 34 punti e 11 rimbalzi (massimo in carriera) di Buddy Hield e i 18 di Harrison Barnes, interrompendo a tre la loro striscia di successi. “Abbiamo avuto un paio di vittorie emozionanti, ma stavolta non siamo riusciti a mantenere il vantaggio e i Knicks si sono imposti su di noi” l’analisi di coach Luke Walton