La creativa guardia dei Nets propone su Twitter una possibile soluzione per portare a termine la stagione in tempi ridotti. Pensa davvero a tutto, dalle dirette tv alle teste di serie fino alle sedi delle gare. E ne esce un progetto interessante
Il campionato fermo almeno fino al 10 aprile (il 15 si sarebbe inizialmente conclusa la regular season, il 18 avrebbero preso il via i playoff) e poi all’orizzonte ulteriori ritardi, perché lo scenario imposto dalla diffusione del coronavirus rende incerta la possibilità di portare a termine la stagione NBA 2019-20. Non per Spencer Dinwiddie, però, la creativa guardia dei Brooklyn Nets che già ha dimostrato la sua capacità di pensare — come dicono negli USA — “outside the box” provando a tramutare il suo contratto con i Nets in un asset finanziario a disposizione di eventuali investitori. Ora il giocatore nativo di Los Angeles ha un’altra idea, su come concludere una stagione per necessità diversa dalle altre: un bracket modello NCAA o, se si vuole, una versione extra-large dei playoff, con qualche modifica. Questa la sua visione, espressa dal suo account Twitter: “Per me la soluzione è un torneo a 28 squadre, con le prime 4 che entrano in gioco dal secondo turno, mentre le ultime 4 (le teste di serie n°27, 28, 29 e 30) si giocano l’accesso al tabellone in una serie al meglio delle tre gare in campo neutro. Dal turno dopo si gioca al meglio delle cinque, poi da quello con 16 squadre al meglio delle sette, come al solito”. In pratica: con le migliori 4 qualificate al secondo turno e le ultime quattro a scontrarsi in un turno preliminare, restano 22 squadre cui si aggiungono le due vincenti dei preliminari. Queste 24 squadre compongono 12 sfide da cui ovviamente emergeranno 12 vincenti, raggiunte dalle prime 4 teste di serie per creare un tabellone a 16 (o gli ottavi di finale). Da lì in poi serie al meglio delle 7 e mega playoff fino all’assegnazione del titolo.
Niente criteri geografici, teste di serie da 1 a 30 in base al record
Non si può dire che Dinwiddie non abbia pensato a (quasi) tutto: “OK, NBA, statemi a sentire”, dice. “Già normalmente giochiamo dei playoff a 16 squadre. [Passando direttamente a questa formula] perdiamo all’incirca 18 partite, ma i fan hanno già fatto sapere di non veder l’ora di divertirsi coi playoff e sappiamo bene che tipo di ricezione ha solitamente la March Madness. Potremmo fare un turno preliminare con serie al meglio delle 5 gare e poi passare a un tabellone in puro stile March Madness con ogni sfida però in serie al meglio delle 7. Nessuna rilevanza alle conference geografiche, teste di serie dall’1 al 30 come in un bracket normale [le prime quattro squadre che salterebbero quindi il primo turno sarebbero Bucks, Lakers, Raptors e Clippers, in quest’ordine, mentre Warriors, Cavs, Timberwolves e Hawks si giocherebbero la fase preliminare in campo neutro, ndr]. Ogni partita viene trasmessa in tv nazionale, i tifosi impazzirebbero”, assicura la guardia di Brooklyn. Che poi mette le pennellate finale al suo disegno: “La mia stima è che ci vogliano due settimane per il primo turno interlocutorio al meglio delle 5, mentre quello preliminare al massimo dura una settimana. Tutti gli altri turni durano tra i 7 e i 10 giorni, così la stagione non si trascina fino ad agosto e non va a influenzare la prossima annata”. Tutto semplice, no?