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NBA, Trump lo chiama "virus cinese", Jeremy Lin esplode: "Basta odio verso noi asiatici"

NBA

L'ex point guard di Knicks, Nets e Raptors - nato in California ma di origini asiatiche - sferra un duro attacco al presidente USA per la definizione utilizzata in un suo recente tweet: "Questo sottile messaggio anti-asiatico non fa altro che giustificare ulteriore odio nei nostri confronti: è così difficile chiamarlo Covid-19 o coronavirus?"

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“Gli Stati Uniti aiuteranno in maniera decisa tutte quelle industrie — dalle compagnie aeree in giù — colpite duramente dal Virus Cinese. Torneremo più forti di prima”. È bastato questo tweet del presidente USA Donald Trump — e quella definizione: “virus cinese” — per scatenare la reazione veemente e stizzita di Jeremy Lin, ex giocatore NBA (e oggi proprio sotto contratto con i Ducks, la squadra di Pechino) da sempre attento alle caratterizzazione etniche attributi negli Stati Uniti alla comunità asiatico-americana. “Preferirei che aiutassi in maniera decisa tutta le gente vulnerabile costretta a soffrire per la tua orrenda gestione di questo virus, compresi quelli offesi dal razzismo che continui a giustificare”. “E non voglio sentire parlare di morbillo tedesco o influenza spagnola — aggiunge senza freni l’ex protagonista della “Linsanity” newyorchese — perché ogni giorno gli asiatici-americani, comprese persone che conosco personalmente, sono minacciate e attaccate fisicamente. Non mi interessa nulla della storia dei nomi: quello che so è che questo sottile messaggio anti-asiatico non fa altro che giustificare ulteriore odio nei nostri confronti”. Già in passato Lin si era battuto contro la rappresentazione stereotipata — dal cinema allo sport fino a diverse settori sociali — da sempre attribuita alle persone di origine asiatica, e il (grossolano) tweet presidenziale gli ha offerto una nuova opportunità di far sentire la propria opinione: “Non mi sta bene il modello vecchia scuola che assegna a noi, minoranza asiatica, uno stigma per cui non saremmo capaci di farci sentire e di portare avanti i nostri interessi”, scrive Lin. Per poi aggiungere: “Volete veramente farmi credere che ci sia ZERO sentimento anti-cinese in questa definizione del virus? Volete dirmi in tutta sincerità che negli Stati Uniti di oggi gli asiatici non devono ancora sopportare continui attacchi fisici? Vi viene così difficile usare le parole coronavirus o COVID-19? Siamo nel mezzo di una crisi e giochiamo a dare le colpe”.