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Coronavirus, la NBA potrebbe iniziare a trattenere gli stipendi dei giocatori

NBA
©Getty

Secondo quanto riportato da ESPN, la lega potrebbe esercitare una clausola del contratto collettivo per trattenere circa l’1% degli stipendi dei giocatori per ogni partita saltata. Ai giocatori è comunque garantito il pagamento dell’1 aprile, dopo quello già effettuato al 15 marzo

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In tempi extra-ordinari come quelli che stiamo vivendo, anche una lega in grande salute finanziaria come la NBA deve farsi i conti in tasca. E i primi che potrebbero subire le conseguenze dirette della sospensione del campionato sono i giocatori, che normalmente ricevono il loro stipendio mensile in due tranche, una al primo giorno del mese e l’altra al 15. Secondo quanto riferito da ESPN, i proprietari hanno già pagato gli stipendi previsti al 15 marzo e hanno garantito il pagamento previsto per l’1 aprile, ma si sono lasciati la possibilità di non fare altrettanto dal 15 aprile in poi. Una clausola del contratto collettivo firmato dalla lega con l’associazione giocatori, infatti, specifica “epidemia/pandemia” come una delle cause di forza maggiore che possono permettere ai proprietari di trattenere circa l’1% (precisamente 1/92.6, considerando 5 gare di pre-season, le 82 di regular season e 5.6 di media ai playoff) per ogni partita cancellata. Ovviamente nel caso in cui le partite dovessero essere successivamente recuperate i giocatori verrebbero pagati come previsto dai loro contratti. Secondo la stima di Bobby Marks di ESPN, con il pagamento dell’1 aprile la maggior parte dei giocatori NBA avrà ricevuto il 90% del proprio salario annuale. A informare di questa possibilità è stata proprio la lega stessa con una nota fatta circolare nei suoi ambienti, dopo che negli ultimi giorni i campi di allenamento erano stati del tutto chiusi in attesa di una data più precisa per il ritorno in campo, previsto in ogni caso non prima del 12 aprile — data in cui saranno scaduti i 30 giorni imposti dal commissioner Adam Silver.