Coronavirus in NBA, Dwane Casey: "Wood deluso dalla fuga di notizie sulla sua malattia"
coronavirusL'allenatore dei Pistons ha raccontato come la notizia della positività del giocatore di Detroit sia venuta fuori contro la sua volontà, prima ancora che Wood potesse comunicarlo a sua madre: "Una mancanza di rispetto che non si può tollerare"
La buona notizia è arrivata qualche giorno fa: Christian Wood è il primo giocatore NBA guarito dopo essere stato contagiato dal coronavirus. In queste ore però sono venuti fuori alcuni dettagli riguardo la sua malattia e soprattutto rispetto alla fuga di notizie che ha fatto seguito alla scoperta della malattia. Nella ricostruzione dei giorni difficili vissuti dai Pistons fatta dall’allenatore di Detroit Dwane Casey, Wood aveva sottolineato allo staff medico della squadra di avere mal di gola sin dalla mattina dell’11 marzo - giorno della partita contro i Sixers, quattro giorni dopo aver marcato Rudy Gobert nella sfida ai Jazz. Un match da 32 punti, nuovo massimo in carriera aggiornato proprio rispetto a quanto fatto registrare contro Utah: “Non aveva altri sintomi - racconta Casey - niente febbre, mal di testa o spossatezza che potesse limitarlo in alcun modo. È una delle ragioni per cui questo virus è così difficile da diagnosticare”. Nel momento in cui Wood è poi risultato positivo, tutta la squadra è stata messa subito non solo in quarantena, ma anche al corrente delle rigorose leggi che proteggono la privacy e i dati clinici e di salute delle persone: “Questa è la ragione per cui tutti siamo stati così mortificati nel momento in cui il suo nome è saltato fuori sui giornali. Christian è rimasto profondamente dispiaciuto, non è stato lui a dare il consenso. E la cosa peggiore di questa storia è che la sua positività era già di dominio pubblico prima ancora che lui ne parlasse con sua madre. Questa è stata la cosa che lo ha più intristito di tutta questa faccenda ed è quello che ho sottolineato con il nostro staff: “È stato un comportamento non professionale, qualcosa che non potrà più succedere”. Una mancanza di rispetto enorme nei suoi confronti”.