In quella gara-7 contro i Nets Marco Belinelli - dopo una tripla decisiva a 5 minuti dalla fine - prese a prestito l'esultanza da Sam Cassell. Ma Sam Cassell non ne fu l'inventore. Così come Belinelli non fu l'unico a essere multato per un gesto simile. Anche se a Kobe Bryant e Andre Iguodala andò diversamente
“La NBA ha multato la guardia dei Chicago Bulls Marco Belinelli di 15.000 dollari per un gesto osceno durante il quarto quarto della vittoria 99-93 di sabato in gara-7 contro i Brooklyn Nets”. Le cronache al tempo riportavano così il provvedimento preso dalla lega contro la guardia azzurra, autentico protagonista non solo di quella gara-7 (di cui oggi si celebra il settimo anniversario, 4 maggio 2013-4 maggio 2020) ma anche della precedente gara-6, giocata sul campo di casa. In occasione della gara interna Belinelli — anche approfittando delle assenze a roster di Kirk Hinrich e Luol Deng — chiuse con 22 punti, 7 assist e 5 rimbalzi, per poi aggiungerne 24 (con 6 rimbalzi) anche nella settima e decisiva sfida contro i Nets, vinta dai suoi Bulls capaci così di qualificarsi al turno successivo di playoff. Ma di quella gara — a distanza di sette anni — rimane soprattutto l’iconico festeggiamento dell’allora n°8 dei Bulls dopo la tripla del +10 mandata a segno a meno di 5 minuti dalla sirena finale, con Chicago davanti 88-81. Riprendendo un gesto reso celebre da Sam Cassell, Belinelli mostrò al mondo quelli che gli spagnoli chiamano “huevos”, gli attributi di un giocatore capace di mandare a segno una tripla decisiva nei playoff NBA in un contesto di grande importanza. Per quel gesto — forse un po’ provocatorio, ma sicuramente innocente — l’azzurro dovette lasciare nelle casse NBA 15.000 dollari, meno di quanto solitamente pagato per una critica agli arbitri (25.000 dollari) ma il triplo di quanto dovuto per un’azione di flopping (5.000).
Una multa giusta o sbagliata?
Oggi come ieri quella sanzione imposta dalla lega a Belinelli fa un po’ sorridere, anche perché andando a indagare negli archivi NBA si scopre che gesti analoghi non sono sempre stati sanzionati. Mai nessuna multa per Sam Cassell, ad esempio, che l’ha inventata, e neppure per Kobe Bryant (dopo una tripla a segno contro gli Spurs nel 2009) o per Andre Iguodala (dopo un canestro dell’allora ala dei Sixers contro i Celtics nel 2009). Ma dall’anno successivo l’allora commissioner David Stern sceglie di iniziare a usare il pugno di ferro: multa da 25.000 dollari inflitta sia a Eddie House che a Josh Smith (entrambi nel 2011), fino ad arrivare alla sanzione per Belinelli.
L’origine del gesto
Se Sam Cassell è da ritenersi “l’inventore” del gesto su un parquet NBA, in realtà la genesi di questa bizzarra esultanza sta in un film del 1994, attesissimo nelle sale d’America in quanto sequel di uno dei film sportivi più popolari: "Major League II" vedeva tra i personaggi tale Isuro "Kamikaze" Tanaka, che per irretire il suo avversario Pedro Cerrano finge platealmente di mostrargli gli attributi in campo durante una scena del film.