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Addio a Don Shula, simbolo dello sport in Florida a cui Pat Riley chiese scusa

MIAMI
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Se n’è andato a 90 anni lo storico allenatore dei Miami Dolphins - protagonista della “stagione perfetta” nel 1972 e primo grande simbolo della storia dello sport in Florida; fonte di ispirazione anche per Pat Riley: “Lo ammiravo, gli chiesi scusa per quel titolo di Sports Illustrated”

Il Miami Herald, il principale quotidiano della città della Florida, da oltre 24 ore racconta con tristezza, trasporto e dispiacere la scomparsa di Don Shula - lo storico allenatore dei Miami Dolphins che nel 1972 riuscirono a vincere il Super Bowl dopo aver terminato l’intera stagione senza incassare neanche una sconfitta. Una figura iconica nello sport statunitense e in particolare per Miami, che ha scoperto grazie alle sue imprese il sapore del successo e ha conservato per anni la sua immagine in un ideale Mont Rushmore del sud della Florida insieme a quella di Dan Marino, Dwyane Wade e Pat Riley. E proprio l’attuale presidente dei Miami Heat ha raccontato un aneddoto riguardo il suo rapporto con Shula, per decenni un riferimento anche per un vincente come l’ex allenatore dei Lakers: “Lo ammiravo, ho sempre guardato a lui come un esempio”, spiega Riley - sbarcato a Miami ormai 25 anni fa e diventato poi nel tempo un altro punto di riferimento per gli appassionati di sport della Florida. A quei tempi però le quotazioni di Shula erano in netto calo rispetto ai trionfi degli anni ’70, tanto da portare Sports Illustrated a titolare in maniera ironica: “Hot and Not”, raccontando di una città che amava Riley e aveva definitivamente perso la pazienza nei confronti di Shula. “Gli scrissi un biglietto per chiedergli scusa”, racconta oggi emozionato il presidente degli Heat; spiegando le sue difficoltà personali all'epoca generate da una copertina così ingenerosa e commosso come un’intera comunità che saluta uno degli uomini più vincenti della storia del football.