
The Last Dance, il problema di Michael Jordan con le scommesse
Nel sesto episodio di "The Last Dance" si parla a lungo dell’ossessione di Michael Jordan con le scommesse, citando i noti casi dei debiti di gioco nei confronti di Slim Bouler e Richard Esquinas. "Non ho un problema di scommesse, ma di competitività" disse MJ al tempo

All’inizio degli anni ’90 il mondo era abituato a pensare a Michael Jordan come a un eroe senza macchia, ma non poteva essere davvero così. L’episodio numero 6 di "The Last Dance" — disponibile su Netflix e a un prezzo vantaggioso per gli abbonati Sky che sottoscrivono l’offerta Intrattenimento Plus su Sky Q — parla in maniera approfondita dei lati oscuri di MJ, soprattutto quello delle scommesse

LICEO | Che per Jordan fosse normale scommettere si capisce già dai racconti dei suoi anni al liceo. Nel libro di Roland Lazenby “Michael Jordan: The Life”, in una lettera Jordan si diceva felice che la sua fidanzata dell’epoca avesse ripagato un debito che aveva contratto nei suoi confronti dopo aver perso una scommessa

COLLEGE | Anche al college Jordan continuava a scommettere piccole somme contro compagni, allenatori e studenti. Nel 2019 andò all’asta un assegno da 5$ firmato da MJ (che al tempo si faceva chiamare Mike) nel 1984 dopo aver perso a biliardo con uno studente, che preferì avere quel cimelio piuttosto che una banconota. Scelta saggia, visto che la base d’asta di quel foglietto fu di 1000$

NBA | Con l’arrivo in NBA e i suoi enormi guadagni, la voglia di scommettere di Jordan si è fatta ancora più urgente, coinvolgendo praticamente chiunque entrasse in contatto con lui. Oltre a giocare a carte con i giornalisti al seguito della squadra, MJ scommetteva con gli uomini della sua sicurezza sugli intermezzi che passavano sui megaschermi dell’arena. Solo che sapeva già chi vinceva in anticipo, barando sulla competizione…

COMPAGNI DI SQUADRA | I suoi bersagli preferiti erano comunque i suoi compagni di squadra, chiunque essi fossero — anche quelli che guadagnavano di meno, giusto per poter dire “Ho i tuoi soldi nel mio portafogli”, come rivelato anche in The Last Dance da Will Perdue. “Veniva da noi per giocare e noi gli dicevamo: ‘Ma perché diavolo vieni da noi?’. La sua vita era un’intera competizione”

DREAM TEAM | Durante le Olimpiadi del 1992 MJ trovò pane per i suoi denti con altri membri del Dream Team, organizzando infinite partite a carte con Magic Johnson, Charles Barkley, Patrick Ewing e Scottie Pippen, in grado di tener testa alle sue esorbitanti puntate sulle partite. MJ era anche solito per giocare 18 o anche 36 buche a golf, persino nei giorni delle partite, dormendo pochissimo

SLIM BOULER | Le carte erano il passatempo di scommesse più frequente, ma era sui campi da golf che MJ scommetteva somme pesanti. Nel documentario si parla di James “Slim” Bouler, scommettitore e sospetto spacciatore a cui Jordan aveva staccato un assegno da 57.000 dollari. Dopo aver inizialmente detto che si trattava di un prestito, davanti ai giudici MJ ammise che si trattava di un debito di gioco accumulato con il golf. Pur di giocare con lui MJ aveva saltato le visite alla Casa Bianca nel 1991 e 1992

RICHARD ESQUINAS | A fare maggior clamore mediatico fu però il caso di Richard Esquinas, faccendiere ed ex partner di golf di Jordan che nel libro “Michael and Me: Our Gambling Addiction... My Cry for Help” scrisse che MJ gli doveva 1.25 milioni di dollari in scommesse perse (peraltro spesso nel South Carolina, dove era vietato scommettere per legge). MJ rigettò le accuse e i due poi si accordarono poi per 300.000 dollari, ma era sul piano della reputazione che subì il contraccolpo maggiore

ATLANTIC CITY | Alla vigilia di gara-2 della serie di finale contro i New York Knicks, MJ venne “pizzicato” ad Atlantic City a scommettere fino a notte fonda (anche se lui in The Last Dance sostiene di essere tornato verso l’1 di notte). Non era inusuale che Jordan facesse visita ai casinò di Atlantic City mentre si trovava sulla costa est, ma farlo durante la serie coi Knicks dopo aver perso gara-1 e, soprattutto, dopo i casi di Bouler ed Esquinas provocò un’enorme clamore mediatico. Jordan perse gara-2, giocò male in gara-3 (3/18 pur con 11 assist) per poi segnarne 54 in gara-4, quando aveva già smesso di parlare con la stampa

L’INTERVISTA CON AHMAD RASHAD | La situazione era talmente complicata da portare un furente Jordan a parlare con l’amico e giornalista Ahmad Rashad prima di gara-1 di Finale contro i Phoenix Suns, in un’intervista con gli occhiali da sole addosso: “Non ho un problema con le scommesse, per me è un hobby, se fosse un problema sarei al verde. I media hanno ingigantito la cosa: presto quando avrò lasciato il gioco sarà l’unica cosa che si ricorderanno di me. E potrebbe essere alla fine di questa stagione” disse MJ in quella occasione

IL RITIRO | La lega aprì un’investigazione sulle abitudini di scommesse di MJ per essere sicura che non avesse scommesso sulle sue partite, ma non trovò nulla — liberandolo da qualsivoglia accusa. Questo però non frenò le teorie del complotto sul suo ritiro arrivato nell’ottobre del 1993, arrivando addirittura a collegare la morte del padre James ai suoi debiti di gioco, secondo quanto scritto da Mark Whicker in un articolo per l’Orange County Register

QUELLA FRASE SU STERN | In particolare, circolava molto la voce secondo la quale fosse stato il commissioner David Stern a “suggerire” l’allontanamento di MJ per non creare un danno di immagine alla NBA. Una teoria che trovava le radici su una frase sibillina detta da MJ durante la conferenza stampa di addio: “Tornare? Se David Stern me lo permetterà”. In realtà il riferimento di MJ era a una regola del contratto collettivo, visto che un eventuale “rientro in corsa” nel 1993-94 avrebbe prima dovuto avere l’ok dalle altre franchigie, rappresentate da Stern stesso

L’ACQUISIZIONE DEGLI HORNETS | Di fatto, però, non è mai stato trovato nulla contro Jordan, che ha sempre fatto le sue scommesse nella legalità. Al momento dell’acquisizione da parte di Jordan degli Charlotte Bobcats, come da prassi è stato sottoposto ai controlli e alle indagini di routine della lega sul suo passato, e il fatto che nulla sia stato trovato per impedirne l’acquisto lo libera dalle accuse

MICHAEL JORDAN OGGI | Jordan comunque non ha smesso di scommettere, come testimoniano le frequenti partite a carte anche durante il secondo three-peat (in particolare contro Ron Harper, anche sui campi da golf) e dopo la fine dei suoi giorni in campo. Giusto lo scorso anno è stato immortalato con Chris Paul in una sfida di tiri che, se persa, lo avrebbe costretto a regalare un paio di Jordan a tutti i ragazzini presenti al camp quel giorno. Neanche a dirlo, MJ mise tutti i tiri tentati

TIRANDO LE SOMME | Che MJ avesse un problema con il gioco d’azzardo, anche sconfinando nel confine del patologico, è molto probabile. Che gli abbia creato problemi di reputazione, specie nel 1993, è indubbio. Ma è altrettanto certo che non abbia avuto effetti sulla sua stabilità economica, visto che è diventato il primo atleta di sempre a superare il miliardo di dollari di guadagni. E anche a oltre 20 anni di distanza dalla sua “Last Dance”, il suo mito rimane ancora ben noto in tutto il mondo, una figura di estrema attualità anche per i suoi lati più oscuri