NBA: Michael Jordan, Space Jam e gli allenamenti durante le riprese del film. VIDEO
Una delle storie venute fuori dalle nuove puntate di “The Last Dance” - la serie disponibile su Netflix e a un prezzo vantaggioso per gli abbonati Sky che sottoscrivono l’offerta Intrattenimento Plus su Sky Q - riguarda Space Jam e la produzione di uno dei film d’animazione più visti di sempre. Nell'estate 1995, Jordan era tornato da poco a giocare a basket e, oltre alle riprese, aveva altre necessità - come spiegato nell'estratto VIDEO in esclusiva sul nostro sito
Michael Jordan era ritornato da pochi mesi a giocare a pallacanestro nell’estate del 1995 - reduce da una parentesi durata 18 mesi in cui si era dedicato al baseball. Il successo planetario ottenuto da Space Jam gli permise di diventare un’icona anche per i più piccoli, per chi iniziava ad appassionarsi alla pallacanestro grazie alle sue prodezze con Bugs Bunny
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Come sottolinea anche coach Phil Jackson all’inizio dell’estratto delle puntata di “The Last Dance”: “Sapeva che Space Jam non era importante quanto tornare a giocare a pallacanestro ad alto livello. E durante le riprese ricominciò ad allenarsi”. Riprendere ritmo dopo l’eliminazione ai playoff contro Orlando era infatti una componente fondamentale
Jordan racconta: “Dissi loro che dovevo allenarmi e mi serviva una struttura per farlo. Mi risposero: “Tranquillo, te ne costruiremo una”. Quando arrivammo lì per girare il film, era già pronta”. Venne ribattezzata il Jordan Dome - una struttura professionistica a tutti gli effetti, a sua completa disposizione
Il parquet in perfette condizioni, uno spazio enorme dove allenarsi e una sala pesi attrezzata. E ovviamente il suo preparatore sempre pronto a dargli una mano e ad aiutarlo agli orari più improbabili per gli allenamenti: sessioni di tiro in notturna e a ogni orario della giornata
“Le riprese del film erano dal lunedì al sabato, si iniziava alle 7. Ogni giorno facevo 2 ore di pausa per andare ad allenarmi”, prosegue MJ. Un lavoro non semplice, visto che veniva dal baseball e doveva completamente riprogrammare i suoi muscoli: aveva bisogno di un lavoro molto dettagliato. “Avevo speso più di un anno ha convertire il mio corpo e renderlo adatto a uno sport diverso dal basket”
Altro dettaglio venuto fuori dalle riprese di “The Last Dance” è il modo in cui è stato girato “Space Jam”: su uno sfondo verde, con Jordan circondato da figuranti che simulavano i movimenti dei Monstars poi ricostruiti con i cartoni animati
L’altro aspetto “allenante” di quelle settimane di lavoro su Space Jam è che Jordan aveva chiamato degli amici per fare delle “partitelle”. L’idea era quella di invitare i migliori giocatori della lega; un’occasione per vederli all’opera prima dell’inizio della stagione.
Per Jordan infatti in quel momento era fondamentale rendersi conto di dove stava andando il gioco, di quanto fosse cambiato negli ultimi due anni (in cui lui era stato lontano) e poter studiare da vicino l’élite della NBA anni ’90 divenne la molla che gli permise di essere super competitivo al ritorno in campo
Come racconta B.J. Armstrong in “The Last Dance”: “La cosa prese subito piede: tutti andarono agli Studios per giocare contro Michael Jordan”. Il passaparola diventò immediato - oltre al fatto che sul set sarebbero passati anche Charles Barkley e gli altri “Monstars”: un’occasione unica per allenarsi tutti insieme
Non un segno di reverenza nei confronti del più grande di tutti, ma una situazione di comodo per chi voleva tenersi in forma: “Erano delle partite incredibile, con un’intensità pazzesca” - sottolinea Reggie Miller, uno dei tanti osservati speciali di Jordan
Allenamenti che sono serviti e che hanno permesso a MJ di ritrovare forma e resa sul parquet: la vigilia perfetta rispetto alla cavalcata da 72 vittorie in regular season e al quarto titolo NBA vinto in finale contro i Seattle SuperSonics