NBA, intervista a Nicolò Melli: "Incontro con Michael Jordan? Tremavo come una foglia"
Nicolò Melli si è concesso in un'intervista spaziando tra i ricordi, dal suo obiettivo di diventare giocatore di pallacanestro fin da bambino al suo esordio in NBA con i New Orleans Pelicans. Memorabile l'incontro con Michael Jordan nel 2006 ("Tremavo come una foglia, fu un signore") e molto interessanti le prime impressioni affrontando LeBron James in campo
Nicolò Melli non ha ancora compiuto 30 anni, eppure ha già molto da poter raccontare. L’azzurro dei New Orleans Pelicans si è sottoposto a dieci domande ricordando eventi del suo passato, dai suoi inizi con la pallacanestro al suo esordio in NBA
QUANDO TI SEI INNAMORATO DELLA PALLACANESTRO? | “Non c’è un momento preciso, il basket è sempre stato con me: ho una foto con un pallone in mano quando ero ancora nella culla”
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QUAL È IL MIGLIOR CONSIGLIO CHE TI SIA MAI STATO DATO? | “Mi ricordo che un allenatore delle giovanili, Max Ulivieri, non mi diceva mai ‘bravo’, perciò io mi allenavo sempre più duramente per ricevere quelle parole. Erano uno stimolo costante”
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QUAL È STATO IL MOMENTO PIÙ DIFFICILE DEI TUOI INIZI? | “Quando mi sono rotto il crociato a 17 anni, nel mio secondo anno a Reggio Emilia. Stavo giocando molto bene, mi sentivo il re del mondo e mi è crollato il mondo addosso in pochi secondi. Non ero pronto ad affrontare una botta psicologica del genere. Un altro periodo duro è stato quando non giocavo tanto nei primi anni di Milano”
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QUANDO HAI DECISO DI DIVENTARE PROFESSIONISTA? | “È sempre stato quello che volevo fare, era il mio obiettivo fin da bambino. Ho avuto la fortuna di realizzare questo sogno e di raggiungere questo obiettivo. Mi sono reso conto che sarebbe potuto succedere a 16, entrando in prima squadra a Reggio Emilia”
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COSA RICORDI DEL TUO INCONTRO CON MICHAEL JORDAN? | “Una delle emozioni più forti della mia vita, tremavo come una foglia. Sono stato talmente incosciente da parlargli, chiedendogli se si ricordasse di mia madre con cui aveva condiviso un raduno. Era impossibile che se lo ricordasse, ma da signore ha risposto che se lo ricordava e l’aveva salutata. Ero al settimo cielo, lo custodirò per sempre”
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COSA HAI PROVATO QUANDO NON TI HANNO SCELTO AL DRAFT NEL 2013? | “Onestamente non ha avuto un grande impatto, sapevo sarebbe successo perché non stavo giocando bene e non c’erano prospettive a riguardo. Non è stata una sorpresa, poi le cose sono andate bene lo stesso”
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COSA RICORDI DEL TUO PRIMO INCONTRO CON ZION WILLIAMSON? | “È successo quando sono arrivato a New Orleans per firmare il contratto: faceva un caldo pazzesco! Quando sono entrato in palestra mi sono reso conto di avercela fatta. Attorno a Zion c’era grande attesa, l’ho incontrato sia a luglio che poi al training camp. Sono stati giorni belli”
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COSA RICORDI DELLA PRIMA PARTITA COI PELICANS? | “Eravamo in pre-season ad Atlanta. Solitamente in Europa non mi facevo prendere dalla tensione, specialmente in prestazione, mentre quella volta sono tornate le emozioni di quando ero piccolo. È stata una bella serata, abbiamo vinto e ho giocato anche molto, ero molto contento”
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COSA HAI PENSATO GIOCANDO CONTRO LEBRON JAMES? | “La prima volta purtroppo non sono sceso in campo, ma ricordo il controllo mentale che ha avuto sulla partita. Per i primi tre quarti ha ‘giochicchiato’, poi nell’ultimo ha deciso di vincere la partita e non c’è stato niente da fare. In campo poi mi ha impressionato il suo impatto fisico, è davvero dominante”
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QUANDO HAI CAPITO DI FAR PARTE DELLA NBA? | “È successo più volte. Al primo allenamento di squadra e alla prima partita ufficiale a Toronto, dove ho giocato bene cominciando a farmi conoscere da compagni e allenatori”
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