NBA, i giocatori chiave squadra per squadra: chi può essere il fattore X a Orlando
Non (necessariamente) i più forti, ma quelli potenzialmente più decisivi, più importanti. Squadra per squadra. "Sports Illustrated" ha scelto così: 22 giocatori (anzi, 24) da tenere d’occhio alla ripresa del campionato a fine luglio
IL CRITERIO | Il settimanale sportivo Sports Illustrated ha scelto di puntare i riflettori sui giocatori più decisivi di ognuna delle 22 squadre chiamate in campo a partire dal prossimo 30 luglio. Non necessariamente i più forti, sia chiaro (anche se volte coincidono), ma quelli più importanti nel poter magari far fare il salto di qualità alla propria squadra, quei secondi, a volte terzi violini che — se le superstar in campo, da una parte e dall’altra si elidono — possono recitare ruoli importantissimi. Ecco chi sono
MILWAUKEE BUCKS: ERIC BLEDSOE | L’esempio più lampante del criterio seguito da Sports Illustrated: ovvio, è “The Greek Freak” il giocatore più forte del roster di coach Budenholzer, ma la differenza potrebbe farla invece Bledsoe. Che deve farsi perdonare due brutti playoff: dominato nel 2018 da Terry Rozier (al tempo a Boston), autore di 14/46 al tiro nelle quattro sconfitte in fila contro Toronto l’anno scorso. Se lui gioca bene, i Bucks possono finalmente centrare la finale NBA
TORONTO RAPTORS: PASCAL SIAKAM | Dal premio di giocatore più migliorato vinto l’anno scorso ai 32 punti in gara-1 di finale NBA contro Golden State, l’ascesa di Siakam è stata niente meno che spettacolare. Ma poi al suo fianco c’era Kawhi Leonard, l’MVP di quella serie finale contro gli Warriors. Ora invece smetterà a lui trascinare i compagni, da vero leader, da autentica superstar. Ne sarà capace?
BOSTON CELTICS: DANIEL THEIS | Ecco una scelta inattesa (nella squadra dei Walker, dei Tatum, dei Brown). Ma fin da un possibile primo turno contro i Sixers di Joel Embiid, la dimensione interna dei Celtics sarà assicurata dal tedesco ancora più che da Enes Kanter. All’orizzonte poi ci sono i Bucks, e Antetokounmpo è un altro giocatore che al ferro colleziona punti in quantità: limitarlo “in the paint” sarebbe cruciale. Se non Theis, una candidatura al ruolo di giocatore decisivo la può avanzare anche Gordon Hayward (ovviamente per motivi diversi)
MIAMI HEAT: BAM ADEBAYO | Se Siakam ha vinto il premio di giocatore più migliorato nel 2019, nel 2020 il riconoscimento potrebbe toccare al lungo degli Heat. Che se dovesse vincere i duelli diretti con la frontline dei Celtics (presunto punto debole di Boston) e/o con quella di Toronto (Gasol e Ibaka) potrebbe trascinare Miami a dei playoff davvero sorprendenti, da protagonista a Est
INDIANA PACERS: VICTOR OLADIPO | Innanzitutto c’è da capire se ci sarà, perché dopo aver disputato soltanto 13 (opache) gare quest’anno l’ex All-Star dei Pacers ha fatto sapere che potrebbe scegliere di rinunciare a Orlando per guarire completamente in vista della prossima stagione. Se invece dovesse essere in campo, è lui il fattore X che potrebbe far la differenza tra un’eliminazione al primo turno e un’avventura ai playoff ben più lunga, perché uomo da 20 punti abbondanti nelle mani ogni sera
PHILADELPHIA 76ERS: BEN SIMMONS | Lo si è detto mille volte: quando il n°25 brilla, Philadelphia è una squadra che fa paura a tutti, con ambizioni da finale NBA; quando invece soffre, i Sixers sembrano fermarsi e faticare a trovare anche il minimo ritmo. Difesa e campo aperto le sue doti migliori, del tiro da fuori meglio non parlarne (inesistente), sulla sua intesa in attacco con Joel Embiid ci sono ancora parecchi dubbi
BROOKLYN NETS: SPENCER DINWIDDIE | Senza Kyrie Irving e Kevin Durant è probabilmente il giocatore di maggior talento offensivo su cui può contare Brooklyn. Ancora per quanto non si sa, perché i Nets vogliono aggiungere una terza superstar e allora l’inclusione di Dinwiddie in qualsiasi trade sarebbe tanto necessaria quanto scontata. Per questo il n°26 di Brooklyn potrebbe volersi mettere in mostra fin dalla prima palla a due di Orlando
ORLANDO MAGIC: MARKELLE FULTZ | Le speranze di Orlando a Orlando sono quelle di superare Brooklyn e raggiungere la testa di serie n°7 per evitare i Bucks al primo turno. Si preannuncerebbe allora un primo turno contro Toronto o Boston, e il duello Fultz-Lowry o Fultz-Walker sarebbe tutto da vedere, perché l’ex prima scelta assoluta ha dimostrato di saper stare in campo anche ad altissimo livello NBA. Questi playoff potrebbero darne una prima conferma
WASHINGTON WIZARDS: BRADLEY BEAL | La squadra della capitale deve sperare in una chance di play-in contro Orlando (o Brooklyn): riuscisse a raggiungerla, su singola (anzi doppia) partita Bradley Beal può far male a tutti. Solo Harden segna più di lui nella NBA, e senza Davis Bertans il ruolo del n°3 degli Wizards sarà ancora più centrale. Washington va dove la porta Beal
LOS ANGELES LAKERS: DWIGHT HOWARD & JAVALE McGEE | Anthony Davis l’ha ripetuto fin dal suo primo giorno in gialloviola: la sua preferenza è quella di giocare da 4 e non da 5, da ala piuttosto che da centro, costantemente impegnato sotto i tabelloni. Ecco perché il rendimento di Dwight Howard e/o in alternativa di JaVale McGee (Howard deve ancora confermare di volerci essere, alla ripresa del campionato) può essere centrale per le ambizioni da titolo dei Lakers. Più ancora di quello di LeBron e AD, una garanzia data quasi per scontata
L.A. CLIPPERS: PAUL GEORGE | Kawhi Leonard ha già dimostrato — a San Antonio prima, a Toronto poi — di saper fare la differenza nei playoff. Se lo stesso sarà in grado di fare anche Paul George, allora i Clippers potrebbero diventare i grandi favoriti al titolo NBA, perché la combinazione attacco/difesa delle due superstar di coach Doc Rivers ha eguali (forse) solo a L.A. (sponda Lakers) ma non nel resto d’America
DENVER NUGGETS: JAMAL MURRAY | Certo, Jokic deve guarire dal Covid-19 ed essere regolarmente al suo posto. Così fosse, però, ciò che è in grado di fare ai playoff lo ha già dimostrato lo scorso anno (oltre i 25 punti di media, con 13 rimbalzi e 8.4 assist di media). Il vero fattore X sarebbe Murray, realizzatore mortifero quando in serata ma dalle scelte non sempre ottimali: lui potrebbe far fare il salto di qualità a Denver, verso quella finale a Ovest sfuggitagli l’anno scorso
UTAH JAZZ: MIKE CONLEY & JORDAN CLARKSON | Utah, nel bene e nel male, si presenta a Orlando con diverse certezze. Quelle positive sono il rendimento di Donovan Mitchell e quello di Rudy Gobert sotto canestro; quelle negative l’assenza di una terza opzione importantissima come Bojan Bogdanovic. Ecco perché Conley (fin qui deludente) oppure la sua alternativa dalla panchina Clarkson (capace di accendersi in fretta) potrebbero giocare un ruolo davvero fondamentale per coach Snyder
OKLAHOMA CITY THUNDER: DENNIS SCHRODER | A OKC — e qui in Italia ancora di più — hanno imparato a conoscere il valore di Danilo Gallinari, ma quando si parla dei Thunder l’attenzione di molti è catalizzata dal mostro-a-tre-teste formato da Chris Paul-Shai Gilgeous-Alexander e Dennis Schroder. In campo assieme hanno un incredibile +26.6 punti per 100 possessi sugli avversari, e al sorpresa più grande è quella del tedesco, ai suoi massimi in carriera dalla lunga distanza (38%)
HOUSTON ROCKETS: P.J. TUCKER | Dalla cessione di Clint Capela è l’uomo finito inevitabilmente sotto i riflettori nell’estremo esperimento di pallacanestro orchestrato da Mike D’Antoni. Versatile, duro, difensore super affidabile, il suo rendimento nel ruolo di 5 tattico sarà la cartina di tornasole più lampante del successo dei Rockets, spinti ovviamente dal bi-turbo Westbrook-Harden
DALLAS MAVERICKS: KRISTAPS PORZINGIS | All’esordio ai playoff, Doncic dovrà dimostrare di non pagare lo scotto di un palcoscenico così importante — ma l’ex MVP poco più che adolescente di una Final Four d’Eurolega problemi non dovrebbe averne. Porzingis è l’uomo del salto di qualità, soprattutto se gioca come fatto a febbraio (oltre 16 di media, il 48% dal campo, il 40% da tre). Non a caso quando Doncic però ha saltato otto partite…
MEMPHIS GRIZZLIES: JA MORANT | Nessuna sorpresa in casa Grizzlies, dove c’è del talento ma non è che abbondi: Memphis va dove la porta il suo giovane leader, probabilissimo vincitore del titolo di matricola dell’anno 2019-20. Ricorda Westbrook per come attacca il ferro, si è già guadagnato i complimenti pubblici di LeBron: alla consacrazione manca solo un ottimo debutto ai playoff
PORTLAND TRAIL BLAZERS: JUSUF NURKIC | I Blazers non avranno Trevor Ariza ma riaccoglieranno in squadra Zach Collins e Jusuf Jurkic, overo la loro frontline titolare. Il serbo possiede quel mix di centimetri, chili ma anche mani morbide e tocco che pochi lunghi hanno nella lega, e potrebbe sostituire Whiteside a centro area per coach Stotts. Le speranze di postseason di Portland passano (anche) da lui
NEW ORLEANS PELICANS: ZION WILLIAMSON | Il suo innesto a stagione in corso ha completamente cambiato l’annata di New Orleans, da quel momento una delle squadre più calde (e più trendy) di tutta la lega. Sta bene in campo sia con Jrue Holiday (+14 punti per 100 possessi) che con Lonzo Ball (+15.2) e a rimbalzo — soprattutto offensivo — è un’autentica forza. Sarà uno dei giocatori più attesi a Orlando: le ambizioni dei Pelicans passano dalla prima scelta assoluta all’ultimo Draft
SACRAMENTO KINGS: BUDDY HIELD | Anche lui tra i giocatori risultati positivi al coronavirus, i Kings però si aspettano di averlo in campo a Orlando. E si aspettano che possa contribuire da autentica superstar, come da (lauto) contratto elargitogli (94 milioni di dollari). Sacramento è 7-3 quando Hield segna più di 25 punti, e alcune tra le vittorie più prestigiose — Boston, Dallas, Houston — sono arrivate in serate di grazia del loro n°24
SAN ANTONIO SPURS: DEJOUNTE MURRAY | Senza LaMarcus Aldridge (operatosi alla spalla) e con la striscia di 22 presenze consecutive ai playoff a rischio interruzione, più ancora che a DeMar DeRozan gli Spurs dovranno affidarsi alla loro point guard da Seattle, dal potenziale enorme ma ancora troppo alterno. A Orlando dovrà spazzare via ogni dubbio sul suo conto: per sé e per dare una speranza di playoff a coach Popovich
PHOENIX SUNS: DEANDRE AYTON | I Suns non dovrebbero avere troppe ambizioni a Orlando, ultima squadra tra le ammesse alla bolla. Devin Booker è ormai una certezza, nonostante la sua giovanissima età; Deandre Ayton invece può approfittare delle 8 gare in calendario per rimettersi sulla mappa dopo una stagione segnata dalla sua squalifica iniziale. Viaggia a 19+12 con il 54.8% al tiro: non sono cifre banali