NBA: Jusuf Nurkic protagonista, vittoria e dedica alla nonna appena scomparsa
portlandIl lungo bosniaco dei Blazers ha giocato una super partita contro Memphis, decisivo nel regalare il successo a Portland nonostante la complicata situazione emotiva: due ore prima della palla a due, Nurkic aveva rivelato la morte di sua nonna a seguito delle complicazioni del contagio da Covid-19
A meno di due ore di distanza dall’aver annunciato al mondo che sua nonna era morta dopo aver contratto il Covid-19, Jusuf Nurkic camminava nervosamente al centro del campo prima della palla a due contro i Grizzlies, tenendosi la faccia tra le mani e battendole poi rumorosamente per farsi forza: “Non volevo giocare: credo sia stata lei a darmi la forza per riuscirci”. Grazie a Nurkic infatti Portland si è presa l’ottavo e ultimo posto playoff a Ovest. Senza sarebbe stato complicato immaginare di farcela: il lungo bosniaco ha chiuso la sfida contro i Grizzlies con 22 punti, 21 rimbalzi, 6 assist, 2 recuperi e 2 stoppate in 41 minuti di gioco sofferti e vinti dai Blazers in volata. Un contributo non decisivo, di più, per permettere a Portland di sfidare tra meno di 72 ore i Lakers in quello che secondo molti è l’incrocio di primo turno più intrigante di tutti.
Nonostante dunque un CJ McCollum chirurgico e provvidenziale come al solito nel momento del bisogno e il super canestro di Carmelo Anthony a 20 secondi dalla sirena, la storia della partita è quella di Nurkic - in alcune fasi della gara chiaramente sopraffatto dalle emozioni, alla ricerca di lucidità in un’altalena di emozioni complicata da gestire. “Ho inseguito i miei compagni per un anno intero, volevo recuperare a ogni costo per aiutarli e adesso che posso scendere in campo, sono certo che anche lei avrebbe voluto che restassi sul parquet. Per quello sono ancora più felice della vittoria e della conquista dei playoff: è il motivo per cui siamo venuti qui a Orlando e lo abbiamo raggiunto”. Poco prima di scendere sul parquet, il post su Instagram con cui Nurkic ha salutato una delle figure più importanti nella sua infanzia e nel suo percorso di crescita, mentre al termine della gara la dedica non poteva che essere per lei: “Ce l’abbiamo fatta nonna, ti prometto di combattere così come hai sempre fatto tu nella tua vita”. Dopo la partita dello scorso 2 agosto contro Boston, Nurkic aveva raccontato ai cronisti della malattia di sua nonna, senza mai nascondere quanto fosse complicato per lui resistere all’idea di restare lontano dalle sue sofferenze perché impegnato nella bolla di Disney World: “Ho pregato di continuo per lei, è un’istituzione nella mia famiglia. Per fortuna, il parquet è uno posto sicuro per me, dove so di poter lasciare tutto alle spalle. Ne ho vissute tante in vita mia, non cambierò mai il mio modo di affrontare le difficoltà”.