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NBA, LeBron James votato all’unanimità MVP delle Finals: “Voglio essere rispettato”

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©Getty

Il n°23 dei Lakers ha vinto il premio di miglior giocatore delle finali NBA per la quarta volta in carriera - il quarto di sempre a riuscirci dopo aver compiuto 35 anni e il primo all-time a farlo con ben tre franchigie diverse: “Io il più forte giocatore di sempre? Lascio parlare voi di questo”

La tripla doppia da 28 punti, 14 rimbalzi e 10 assist è stata soltanto la ciliegina sulla torta dell’ennesima finale NBA giocata e vinta da protagonista da parte di LeBron James. Se dopo i primi due episodi della serie infatti era lecito porsi il problema se a meritare il riconoscimento di MVP delle Finals dovesse essere lui o Davis, nei seguenti quattro episodi il n°23 dei Lakers ha cancellato ogni possibile dubbio, conquistando con merito un premio che gli è stato assegnato all’unanimità dagli 11 votanti. James è stato indicato come MVP per la quarta volta in carriera, raggiungendo così Magic Johnson, Tim Duncan e Shaquille O’Neal - tutti a pari merito alle spalle del solo Michael Jordan che è riuscito a conquistarne sei in carriera. Mai nessuno però era riuscito a diventare il miglior giocatore delle finali NBA con tre squadre diverse, ennesimo record conquistato da un LeBron dominante nonostante i 36 anni ormai alle porte (a quell’età soltanto Jordan, Jabbar e Chamberlain sono riusciti a portare a casa un premio individuale alle Finals). Difficile immaginare per lui un epilogo migliore al termine della più lunga e incredibile stagione della storia NBA.

E nel momento della premiazione, James non ha voluto risparmiare nessuno, lanciando un paio di stoccate a chi più volte aveva messo in discussione la capacità di competere e il livello qualitativo in generale dei Lakers come organizzazione: “Rob Pelinka ha meritato di essere rispettato, coach Vogel ha meritato il vostro rispetto, i miei compagni hanno meritato di essere rispettati. E anche io merito il vostro dannato rispetto”. Parole a cui si aggiungono quelle di chi allude all’eterna discussione riguardo la sua posizione nella classifica dei più grandi di sempre: “Io il GOAT? Lascio a voi la discussione”. Lui adesso deve pensare soltanto a godersi il quarto titolo NBA della sua carriera, quello che gli regala - a prescindere da come la si pensi - la definitiva consacrazione.

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