NBA Finals, Lakers troppo forti, Heat mai in partita: i protagonisti di gara-6
I gialloviola conquistano il 17° titolo NBA della loro storia, battendo Miami senza appello per 106-93 , dopo essere stati avanti nel punteggio dall’inizio alla fine. Merito della super prestazione di tutto il roster, che ha dimostrato di essere più fresco, atletico e reattivo degli avversari - a partire dal trio James, Davis e Rondo; uomini guida e di esperienza in questa cavalcata che ha portato la squadra di L.A. all’anello
LEBRON JAMES | Chiude in tripla doppia LeBron James un match dominato sin dal primo quarto, chiuso con 9 punti a referto arrivati tutti in transizione: un impatto fisico e tecnico sul match che va oltre le cifre, che restano di tutto rispetto. Per lui 28 punti, 14 rimbalzi e 10 assist: la solita partita da MVP
VIDEO | LA TRIPLA DOPPIA DI LEBRON JAMES IN GARA-6
ANTHONY DAVIS | Anche nel suo caso i 19 punti e 15 rimbalzi a referto raccontano soltanto in parte il suo impatto, la capacità di incidere e di segnare in una partita che gli regala con merito il primo titolo NBA della sua carriera
VIDEO | LE PAROLE DI LEBRON JAMES DEDICATE A ANTHONY DAVIS
RAJON RONDO | C’è anche il suo zampino sul titolo dei Lakers, il suo secondo in carriera dopo quello 2008 conquistato con i Celtics, arrivato grazie ai suoi canestri, le sue giocate illuminanti e un contributo inestimabile in uscita dalla panchina. Per Rondo 13 punti realizzati con 6/6 dal campo nei primi dieci minuti trascorsi sul parquet e un messaggio chiaro: non ce n’è per nessuno
ALEX CARUSO | È lui la sorpresa di inizio partita, in quintetto al posto di Dwight Howard e alla prima partita in carriera da titolare ai playoff +26 di plus/minus a fine primo tempo, proprio come LeBron, spiega bene come le cose abbiano funzionato quando i gialloviola hanno scavato il solco decisivo. Anche Alex Caruso merita il suo pezzettino di titolo NBA
LA SCELTA DEI LAKERS: CARUSO TITOLARE IN GARA-6
DANNY GREEN | Dall’arco nel primo quarto arrivano due errori, poi finalmente il bersaglio tanto atteso che cambia a livello mentale la sua partita e il suo impatto. In difesa si prende cura anche di Jimmy Butler e conquista così con merito il terzo titolo NBA (con la terza squadra diversa) della sua carriera
KENTAVIOUS CALDWELL-POPE | Quarto violino realizzativo della squadra, in una serata in cui l’attacco Lakers si è mosso con il giusto equilibrio e che ha confermato il suo peso nelle logiche di squadra dei gialloviola: Caldwell-Pope esce come uno dei migliori del supporting cast della squadra di Los Angeles, incisivo ben oltre le aspettative
JIMMY BUTLER | La benzina era chiaramente finita e in questa gara-6 non è riuscito a replicare gli straordinari visti in gara-3 e in gara-5: per lui solo 12 punti a referto, conditi però con 7 rimbalzi e 8 assist. Il 5/10 dal campo ben racconta di un All-Star a cui sono mancate le gambe, e nessuno può fargliene una colpa
BAM ADEBAYO | A guardare i numeri è lui il migliore in campo degli Heat, ma il suo impatto manca nei primi due quarti di partita - quando i Lakers si prendono ben 30 lunghezze di margine e scappano via nel punteggio senza più voltarsi indietro. Condizionato anche lui dall’infortunio, chiude con 25 punti, 10/15 al tiro, 10 rimbalzi e 5 assist
GORAN DRAGIC | La point guard slovena stringe i denti e contro ogni pronostico ritrova il parquet in gara-6, cercando in tutti i modi di dare il suo contributo agli Heat. Uno sforzo che lo lascia in campo per 19 minuti chiusi con 5 punti, ma il messaggio lanciato andava ben oltre quanto dica il referto. Peccato per Miami che non sia servito a molto
VIDEO | DRAGIC STRINGE I DENTI E SCENDE IN CAMPO IN GARA-6
DUNCAN ROBINSON | Le due triple a inizio partita illudo un po’, lasciando intendere che il tiratore di Miami potesse replicare la super prestazione vista in gara-5: in realtà si ferma soltanto a 10 punti segnati, con -16 di plus/minus e un’incapacità di incidere a livello fisico che ben racconta come la squadra della Florida sia arrivata esausta a questo appuntamento
KENDRICK NUNN | È lui il sesto uomo degli Heat, ma il suo impatto è rivedibile, oltre che deleterio in alcune delle fasi cruciali del primo tempo: gli otto punti a referto servono a poco, il resto è soltanto un vano tentativo di Miami di rendere meno pesante il passivo finale
TYLER HERRO | I limiti dovuti all'età (e non solo a quella) sono venuti fuori tutti di un colpo, proprio quando è mancata la lucidità e la stanchezza ha avuto la meglio: errori di gioventù per un rookie che rivedremo spesso ad alto livello NBA anche in futuro
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