Deborah Wright è alle prese con un tumore al seno che purtroppo non le lascia scampo: dalle due alle sei settimane, l'impietosa diagnosi dei medici. Il suo ultimo desiderio (manifestato dal marito) era incontrare anche in via virtuale Klay Thompson, il campione preferito dei suoi amatissimi Warriors. E il tiratore di Golden State non si è fatto pregare
“C’è tanta spazzatura in giro per i social media, ma ci sono anche storie come questa. Storie che hanno un bel significato, che fanno una differenza”. Così il giornalista di KTVU Channel 2 Frank Somerville ha commentato il bellissimo gesto di Klay Thompson, che ha accettato di incontrare via Zoom una tifosa dei Golden State Warriors che aveva espresso questo suo ultimo desiderio alle prese con un bruttissimo tumore al seno che le lascia poche o nessuna speranza di vita. “Da due a sei settimane”, l’impietosa diagnosi dei medici per Deborah Wright, 62 anni, e così il marito Randall aveva pensato di farle un ultimo regalo e per provarci aveva scritto un appello sui social. “Non chiedo altro: nessun regalo, niente soldi, nulla, ma mia moglie è una grandissima tifosa di Klay Thompson e mi chiedevo se fosse possibile una sua ‘visita’, anche via FaceTime o Zoom”. Il messaggio è intercettato da Somerville, che lo gira all’attenzione del PR di Golden State, Raymond Ridder, da anni considerato con pieno merito uno dei migliori di tutta la NBA.
Nei mesi in cui è stato impegnato in una lunga e costante riabilitazione dall’infortunio, Klay Thompson ha rifiutato quasi tutte le richieste di interviste che Ridder gli ha proposto — ma questa era diversa. “Abbiamo fatto la video call con Klay stamattina — ha scritto il marito di Deborah a Somerville — ed è durata 25 minuti! Klay è davvero una persona gentile, dall’animo buono. A un certo punto ha perfino presentato il suo cane Rocko [un bulldog, ndr] a mia moglie. Ci ha fatto sentire come se fossimo amici da sempre”. E amici magari no, ma tifosi sì: fin dagli anni ’70, spesso alla Oracle Arena da ben prima che Klay Thompson e compagni la rendessero l’arena più inespugnabile di tutta la NBA. Anche grazie a tifosi come Deborah e Randall Wright.