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NBA, i giocatori non vogliono iniziare la prossima stagione a dicembre

la nba che verrà
©Getty

La NBPA, l’associazione sindacale che rappresenta i giocatori, ha avanzato una nuova proposta, rinviando al 18 gennaio l’inizio della prossima regular season: “Credere di poter giocare già prima di Natale è contro il buon senso”. In ballo però ci sono almeno 500 milioni di dollari

La speranza della NBA di ripartire a dicembre poco prima di Natale, filtrata nei giorni scorsi a seguito della riunione tra i proprietari delle 30 franchigie, si scontra con la volontà di chi dovrebbe (condizionale d’obbligo) scendere in campo tra meno di due mesi. Chris Haynes di Yahoo Sport infatti ha raccontato che una considerevole porzione di giocatori - All-Star inclusi, e possiamo anche immaginare quali - ha proposto di ricominciare a giocare il prossimo 18 gennaio, in corrispondenza del Martin Luther King Day. Nella timeline portata avanti dal piano della NBPA, la free agency dovrebbe avere inizio il prossimo 1 dicembre, rimandando a ridosso di Capodanno la partenza degli allenamenti. Un concetto ribadito anche da Michele Roberts, presidentessa dell’associazione giocatori: “La lega e i giocatori stanno valutando tutte le informazioni a riguardo e non c’è alcuna intenzione di prendere una decisione affrettata. Abbiamo proposto una data e ascoltato le richieste della controparte, cercheremo di lavorare e raggiungere un accordo il più rapidamente possibile. Non c’è ragione di aspettarsi una decisione definitiva nelle prossime 48 ore: venerdì non è stata fissata nessuna scadenza”. Rimandare la decisione troppo in avanti però vorrebbe dire di fatto rendere non più percorribile l’opzione natalizia messa sul tavolo dalla NBA.

Negli uffici della lega infatti sono già state fatte le prime stime: partire il prossimo 22 dicembre, salvando quindi il consueto appuntamento natalizio, e prevedendo una regular season parzialmente ridotta da 72 partite, permetterebbe alla NBA di incassare circa 500 milioni di dollari in più. Una cifra considerevole, tenendo conto delle perdite di circa il 10% già messe a bilancio nelle scorse ore rispetto alla stagione 2019-20. La NBA sta lavorando a un calendario che riduca le trasferte del 25%, prevedendo delle vere e proprie “mini-serie” tra le franchigie per evitare di tornare più volte nella stessa città nel corso dei mesi. Condensando le partite e partendo il prossimo 22 dicembre, si potrebbe così lasciare spazio in estate alle Olimpiadi, concludendo la stagione a fine giugno/inizi luglio. Tanti giocatori però sono contro questa ripartenza così serrata nei tempi: “Considerando tutte le questioni che vanno risolto da qui al 22 dicembre, credere di poter ricominciare a giocare in maniera così rapida è contro il buon senso - nonostante vengano avanzate questioni finanziarie a riguardo”, prosegue Roberts. “Ai giocatori spetta il diritto di ragionare e valutare le proposte e, da un primo confronto avuto con loro, il parere rispetto alla proposta fatta dalla NBA è stato negativo”.

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