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NBA, Riccardo Fois: "Booker ha fortemente voluto Paul, e Paul è venuto qui per vincere"

NBA

Zeno Pisani

©Getty

Il punto sui Suns che volano a Ovest - 11 vittorie nelle ultime 12, il secondo posto in tutta la lega dietro solo agli Utah Jazz - con il "director of player devolepment (soprattutto dei lunghi) di Phoenix Riccardo Fois. Che rifiuta il termine "sorpresa" per questi Suns e mette l'accento sulle scelte strategiche della franchigia. A partire da quella di affiancare Chris Paul a Devin Booker

Un’altra vittoria, la 11^ nelle ultime 12. Sono 40 in stagione, su 55 partite giocate, quasi il 73% per percentuale di vittorie e soprattutto il secondo miglior record di tutta la NBA, a una gara di distanza soltanto dagli Utah Jazz. Sono i Phoenix Suns di Devin Booker e di Chris Paul, ma anche quelli della coppia Monty Williams-James Jones (allenatore e general manager) o di “gregari” eccellenti e preziossimi come Jae Crowder e Dario Saric. Ma sono anche — per noi italiani in maniera particolare — i Phoenix Suns di Riccardo Fois, “director of player development” la sua carica ufficiale, un ruolo delicato e importante per guidare lo sviluppo (nel suo caso in particolare dei lunghi, a partire da Deandre Ayton) dei tanti giovani interessanti del roster dei Suns. E Fois ha scelto Sky Sport per fare il punto sulla incredibile stagione della squadra dell’Arizona, squadra “sorpresa” dell’anno per molti, ma non per lui: “Noi vogliamo che questa diventi la normalità, non l’eccezione sorprendente. Fin dall’anno scorso [8-0 nella bolla di Orlando, la “nascita” dei nuovi Suns, ndr] il nostro obiettivo è quello di costruire una cultura vincente, di migliorare giorno dopo giorno e anno dopo anno. Siamo ovviamente soddisfatti di dove siamo al momento in classifica, ma sappiamo anche che c’è ancora tanta strada da fare per arrivare dove vogliamo arrivare”, dice Fois. Consapevoli ovviamente delle difficoltà: “Ci sono squadre come i Lakers e i Clippers a Ovest, Brooklyn e Milwaukee a Est che sicuramente hanno più esperienza di noi e sono già state a un passo dal vincere il titolo. Chiaro però — aggiunge “bellicoso” Fois — che una volta ai playoff si vuole vincere ogni partita e ogni serie: uno come Chris Paul non ha scelto di venire qui per uscire al primo turno di playoff. L’obiettivo, a lungo termine, è quello di portare un titolo a Phoenix”.

L’importanza di una franchigia solida: la coppia Jones-Williams

Nonostante l’8-0 nella bolla, lo scorso anno i playoff sono rimasti un miraggio per i Suns, così come successo negli ultimi 10 anni (l’ultima apparizione risale alla stagione 2009-10, solo i Sacramento Kings fanno peggio in tutta la lega). Il fatto che oggi dei Suns si parli come di una squadra da élite NBA — e il record è lì a dimostrarlo — dimostra i grandi progressi fatti dall’organizzazione prima ancora che dal roster. Così almeno la pensa Fois: “Parte tutto dalle decisioni del nostro proprietario Mr. Sarver, che ha dato le chiavi della franchigia in mano a James Jones, il quale a sua volta prendendo un coach come Monty Williams ha confermato che l’obiettivo è quello di puntare in alto. Loro due, Jones e coach Williams, sono le figure chiave di questo nostro successo, hanno messo le basi per il lavoro — anche per il mio lavoro, nello specifico — rendendolo molto più facile”.

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L’innesto di Chris Paul e la chimica con Devin Booker

L’arrivo in Arizona di un futuro Hall of Famer come Chris Paul “fa parte di questo processo”, afferma Fois. “Chris non lo scopriamo certo noi. È stato voluto qui per il suo valore in campo, ma anche per i valori che incarna fuori dal campo. Incarna un mix perfetto di valori tecnici e umani e nel corso della sua carriera NBA — iniziata tra l’altro proprio sotto coach Monty Williams a New Orleans — di portare sempre un valore aggiunto alla sua squadra”. Qualcuno, a inizio anno, temeva che l’innesto di una personalità così forte nello spogliatoio dei Suns potesse generare rivalità con la stellina della squadra, l’altro All-Star, Devin Booker. “È stato proprio Booker che ha fortemente voluto un giocatore come Paul, un Hall of Famer, un All-Star, uno che ha già vissuto tantissime delle esperienze che oggi Devin sta affrontando, perché potesse essere un’influenza fondamentale nel suo processo di crescita. Detto questo, Booker è già oggi uno dei migliori giocatori NBA: con al fianco Paul può solo migliorare”.

PHOENIX, ARIZONA - JANUARY 10: Head coach Monty Williams of the Phoenix Suns talks with Devin Booker #1 during the second half of the NBA game against the Orlando Magic at Talking Stick Resort Arena on January 10, 2020 in Phoenix, Arizona. The Suns defeated the Magic 98-94. NOTE TO USER: User expressly acknowledges and agrees that, by downloading and or using this photograph, user is consenting to the terms and conditions of the Getty Images License Agreement. (Photo by Christian Petersen/Getty Images)

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Ayton giocatore chiave e una nuova identità difensiva

Come detto il focus del lavoro quotidiano di Fois in palestra è sui lunghi a disposizione di coach Monty Williams, nessuno più intrigante di Deandre Ayton, l’ex prima scelta assoluta i cui progressi sono evidenti a tutti: “Tutti vorremmo che migliorasse da un giorno all’altro ma ricordiamoci che Deandre è ancora giovanissimo: fosse rimasto al college avrebbe disputato quest’anno la sua stagione da senior. Soprattutto a questa età per vedere i miglioramenti ci vuole pazienza, tempo, e a volte è necessario anche attraversare momenti difficili, negativi. Da quando sono qui io, negli ultimi due anni, credo però sia sotto gli occhi di tutti la sua crescita, difensiva innanzitutto ma anche offensiva. Lui è un caposaldo del nostro futuro e in squadra ha il giusto mix di veterani come Chris Paul e Jae Crowder che lo spingono a migliorare ogni giorno e di giovani con cui si trova benissimo e fa gruppo”. Toccato l’aspetto difensivo proprio parlando di Ayton, Fois vuole tornarci per chiudere il cerchio: “Se si guarda a tutte le squadre che hanno lottato per il titolo in passato, tutte hanno una grande base difensiva. Per questo è sempre stata una nostra enfasi: ‘be relentless’, non mollare mai, è uno dei nostri motti di squadra, e il focus è sulla metà campo dietro. Per questo sono arrivati giocatori che hanno quel tipo di know how, come Jae Crowder, da Miami, uno che nella sua carriera è sempre stato solo in squadre vincenti, o come Chris Paul, per cui vale lo stesso. A contorno c’è gente come Mikal Bridges, già oggi tra i migliori giovani difensori della lega, ma anche Cam Johnson, che ha qualità, piuttosto che Cam Payne o Javon Carter, due mastini sulla palla. La nostra identità difensiva è la grande novità di quest’anno, perché l’anno scorso non c’era e averla ci dà sempre, ogni sera, una chance di vincere qualsiasi partita”. Ne hanno vinte tante, infatti: a Phoenix la formula sembra quella giusta.

[Riprese video: Sheyla Ornelas]

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