Mercato NBA, i 15 giocatori che possono infiammare la free agency
Alla mezzanotte italiana tra il 30 giugno e l’1 luglio comincia il mercato dei free agent, anche se diverse decisioni di mercato sono già state prese. Kevin Pelton di ESPN ha indicato i 15 giocatori più interessanti della free agency 2022, chiamati a prendere una decisione (o a subirla dalle squadre) per ristrutturare i rapporti di forza in NBA nella prossima stagione
JAMES HARDEN, PHILADELPHIA 76ERS
Il Barba ha deciso di non esercitare la sua player option da 47.3 milioni di dollari e di diventare free agent. Come riporta ESPN, l'ex Houston è pronto però a negoziare un nuovo contratto (di più anni, ma a cifre inferiori) con i Sixers, permettendo alla franchigia di avere più flessibilità salariale per rinforzare il roster
KYRIE IRVING, BROOKLYN NETS
La sua scelta l’ha fatta, ma non è detta l’ultima parola. Irving ha esercitato l’opzione da 36 milioni di dollari a suo favore, ma ora la palla torna nelle mani dei Nets che possono decidere di cederlo sul mercato senza che lui possa dire molto. Certo, essendo in scadenza nel 2023 chiunque lo prenda vorrebbe avere rassicurazioni sulle sue intenzioni future. O più semplicemente Brooklyn potrebbe decidere solo di tenerlo e darsi un’ultima chance per vederlo insieme a Kevin Durant e Ben Simmons prima di decidere
BRADLEY BEAL, WASHINGTON WIZARDS
L’opzione a suo favore non è stata esercitata, ma solo perché ad attenderlo c’è un contrattone da 248 milioni di dollari in cinque stagioni che lo accompagnerà fino ai 33 anni. Il suo futuro sarà ancora a Washington perché quei soldi non li può offrire nessun altro, ma dopo stagioni di vacche magre (non supera il primo turno dei playoff dal 2017, rimanendo fuori in tre degli ultimi quattro anni) potrebbe anche stufarsi in fretta e chiedere la cessione
ZACH LAVINE, CHICAGO BULLS
Nonostante le voci, anche il suo futuro dovrebbe rimanere con i Bulls, l’unica squadra che può offrirgli cinque anni di contratto (che lo porterebbero fino ai 32 anni) a 212 milioni di dollari complessivi. I tanti problemi fisici rimangono il dubbio più grande sul suo futuro, visto che il ginocchio dà fastidio ormai da molto tempo: sul giocatore però Chicago sembra voler puntare ancora a lungo
DEANDRE AYTON, PHOENIX SUNS
Il vero nodo dell’estate riguarda lui, perché non capita tutti i giorni che una prima scelta assoluta al Draft arrivi alla restricted free agency, specie dopo aver avuto comunque un ultimo paio di anni decisamente produttivo. Phoenix di sicuro non può permettersi di perderlo a zero e ha il coltello dalla parte del manico: se non trova una sign-and-trade che la soddisfa, può pareggiare qualsiasi offerta e rimandare ogni discorso alla deadline o alla prossima stagione, cercando di ricucire lo strappo degli ultimi playoff
MILES BRIDGES, CHARLOTTE HORNETS
Charlotte giura di volerlo tenere e non c’è nessuna indicazione che faccia pensare al contrario, anche se sta cercando il più possibile di non arrivare al max contract che Bridges pensa di meritare. Difficile però lasciare andare via un 24enne che si completa così bene con LaMelo Ball, specie ora che dal Draft è arrivato Mark Williams a proteggerlo difensivamente. Il suo futuro dovrebbe essere ancora nel North Carolina, anche se a complicare le cose è arrivata la notzia del suo arresto per "violenza domestica"
COLLIN SEXTON, CLEVELAND CAVALIERS
Una delle situazioni più intricate tra i restricted, non fosse altro per l’ultima stagione completamente saltata per un infortunio al ginocchio. Cleveland ha trovato la sua quadratura senza di lui attorno al trio Garland-Mobley-Allen, però 24.3 punti di media a 22 anni non crescono sugli alberi. Una soluzione-ponte inferiore ai 20 milioni di dollari annui che richiede può essere trovata, anche perché là fuori non sembra esserci la fila per prenderlo
ANFERNEE SIMONS, PORTLAND TRAIL BLAZERS
Quando si dice: saper sfruttare le opportunità. Simons ha approfittato dell’assenza di Damian Lillard per infortunio per esplodere a oltre 22 punti di media con il 60% di percentuale reale, proprio nell’anno in cui scade il suo contratto da rookie. Il suo massimo salariale è da 30 milioni annui: considerando tutto (a partire dal fatto che non sarebbe facile da rimpiazzare), potrebbe non andare neanche lontanissimo da quella cifra
JALEN BRUNSON, DALLAS MAVERICKS
Dopo gli ultimi movimenti di mercato non sembrano esserci più dubbi che il suo futuro sia a New York, che ha aperto tutto lo spazio salariale necessario per metterlo sotto contratto con un quadriennale attorno ai 110 milioni di dollari complessivi. Complice la presenza di papà Rick nel coaching staff, tutto sembra indirizzato per vederlo molto presto come nuova point guard titolare dei Knicks
NICOLAS BATUM, L.A. CLIPPERS
Ha rinunciato alla sua player option, ma non è detto che voglia andarsene — anzi, i Clippers sembrano disposti a offrirgli un accordo vicino ai 10 milioni all’anno per trattenerlo. Potrebbe comunque firmare per la mid-level exception da un’altra parte, ma sembra esserci comunque un certo livello di agio da entrambe le parti per continuare insieme
OTTO PORTER, GOLDEN STATE WARRIORS
Lo scorso anno ha firmato per il minimo salariale, ma dopo aver finito le Finals da titolare in campo (pur con un ruolo minore) potrebbe comandare molto di più sul mercato, quantomeno strappando delle eccezioni salariali. Per trattenerlo Golden State pagherebbe una cifra enorme considerando anche la luxury tax, ma hanno già dimostrato di privilegiare la competitività al risparmio economico
PJ TUCKER, MIAMI HEAT
È uscito dal suo accordo con Miami perché tutte le contender a Est sembrano volerlo, dagli stessi Heat ai Milwaukee Bucks fino soprattutto ai Philadelphia 76ers, dove ritroverebbe Daryl Morey e James Harden. A 37 anni compiuti si parla di lui di un triennale da circa 10 milioni l’anno con la mid-level exception, un accordo per durata e importo che davvero non può rifiutare
KEVON LOONEY, GOLDEN STATE WARRIORS
Sembra già un veterano e ha tre anelli di campione NBA in bacheca, ma Looney ha solamente 26 anni e ha disputato la sua miglior stagione in carriera giocando tutte le partite degli Warriors campioni. Come per Porter (e per Gary Payton II) ogni dollaro speso per rifirmarlo ne costa 3 o 4 a Golden State nella sua interezza, ma negli ultimi playoff è stato fondamentale
JUSUF NURKIC, PORTLAND TRAIL BLAZERS
Aver preso Jerami Grant significa che Portland non ha troppo spazio salariale per andare a dare la caccia a Deandre Ayton, migliorando le possibilità che il centro bosniaco venga rifirmato con i Blazers (anche perché è molto apprezzato da Damian Lillard). Prima dell’infortunio che lo ha fermato stava disputando forse la miglior stagione della sua carriera, in doppia doppia di media con il 58% di percentuale reale
MITCHELL ROBINSON, NEW YORK KNICKS
I Knicks non sembrano convintissimi di continuare con lui, ma ha un cap hold talmente basso che la possibilità di trattenerlo è talmente ghiotta da rendere quasi irrinunciabile la possibilità di tenerlo con un contratto da scambiare poi in un secondo momento. Un matrimonio di convenienza insomma, con il giocatore che riceve il primo contratto serio della carriera e la squadra che non perde un asset a zero