NBA, Curry immarcabile, Austin Rivers sa perché: "Blocchi illegali e protezione arbitrale"
NBAFanno discutere le parole della guardia dei Timberwolves, che incorona la superstar di Golden State come "l'avversario di gran lunga più difficile da marcare" ma poi aggiunge: "Non lo si può toccare: è sempre fallo". E fra una settimana Curry e Rivers si ritrovano in campo uno contro l'altro in Minnesota-Golden State
Steph Curry, non da oggi, è un incubo per le difese di tutta la NBA: sa segnare (oltre i 29 di media anche quest'anno, sfiorando il 49% dal campo e il 42% da tre), tratta la palla in maniera divina e soprattutto non smette mai di muoversi - tanto che il momento in cui è più pericoloso è quello in cui si libera del pallone, perché i difensori si rilassano un attimo mentre il n°30 in maglia Warriors ne approfitta per sprintare in un angolo di campo libero, ricevere palla e solitamente segnare da tre. Difendere su di lui è uno dei compiti più ardui per ogni giocatore NBA ma Austin Rivers - ospite recentemente in un podcast di "The Ringer" - ha un'idea tutta sua sul perché la superstar di Golden State sia di gran lunga il giocatore più difficile da marcare: "Non lo puoi toccare. Mai. Gli fischiano qualsiasi tipo di fallo a favore, mentre i suoi compagni passano l'intera partita a piazzare blocchi illegali per liberarlo al tiro. Gli arbitri però non fischiano mai contro di lui, perché vogliono vederlo tirare".
Parole che se da un lato riconoscono la forza del giocatore e le difficoltà nell'affrontarlo, dall'altro insinuano un trattamento di favore per Curry che sembra voler sminuire i meriti del campione dei Warriors. Che tra una settimana esatta, il 1 febbraio, è atteso sul parquet dei Minnesota Timberwolves contro Rivers e compagni. Segnatevi la data.