L'ultima gara disputata nella vecchia arena da Golden State è la sconfitta in gara-6 in finale NBA 2019 contro Toronto. E Steph Curry vorrebbe dare un addio diverso alla "sua" Oracle, il campo dove ha vinto tre titoli NBA e due titoli di MVP della lega. Un'idea che potrebbe presto diventare realtà
A Oakland, alla Oracle Arena, i Golden State Warriors hanno giocato 47 stagioni e in dieci di queste 47 in campo c'era sempre Steph Curry. Che non ha dimenticato come l'ultima partita disputata su quel campo sia stata una sconfitta - quella in gara-6 contro i Toronto Raptors che ha consacrato i canadesi campioni NBA nel 2019. E Curry vorrebbe un finale diverso da quel 13 giugno: "Certo che mi piacerebbe giocare almeno un'altra gara alla Oracle", ha confessato il leader degli Warriors. "Amerei poterlo fare e fin da subito sono stato un tifoso dell'idea di tornare a Oakland per un'ultima volta, anche solo per rivivere un breve flash del passato. La Oracle è parte della nostra storia e anche della mia, con tutti i ricordi che ho di quei giorni: mi piacerebbe riviverli". Il n°30 di Golden State - che giocando a Oakland ha vinto due titoli di MVP NBA e tre anelli - non vuol togliere nulla al fascino dell'odierna casa degli Warriors ("Il Chase Center è straordinario, stiamo cercando di ricreare lo stesso ambiente, per avere lo stesso vantaggio sugli avversari grazie al fattore campo. Dopo le ultime finali direi che anche il Chase si sta costruendo la propria identità") ma Oakland resta un luogo speciale per Curry: "Non so quanto sia fattibile questa idea, ma di sicuro mi piacerebbe tantissimo".
E dopo la partita organizzata dagli Spurs all'Alamodome (proprio contro Golden State, con annesso record di pubblico nella storia della lega) e quella tra Clippers e Blazers in prestagione a Seattle (altra piazza che vuole rivedere con continuità la NBA), un ritorno - anche solo per un giorno - a Oakland potrebbe essere nell'oroscopo degli Warriors.