NBA, Dallas contro gli arbitri: i precedenti in cui si è rigiocato un pezzo di partita
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Mark Cuban, proprietario dei Mavericks, ha già spiegato via Twitter che presenterà un esposto ufficiale alla NBA per quanto successo nel match tra Dallas e Golden State: non la prima volta che accade (l’ultimo ricorso è stato fatto nel 2020 proprio dai texani), anche se difficilmente si ottiene un cambio di decisione da parte della lega. Scopriamo insieme i pochi precedenti in cui questo è accaduto
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- Dallas lamenta un errore di segnalazione da parte degli arbitri che prima di un timeout avevano assegnato la rimessa ai Mavs, ma una volta tornati in campo hanno lasciato il pallone a Golden State senza che i texani fossero schierati in difesa - lasciando così agli ospiti un comodo canestro da due punti, risultato poi decisivo in un match vinto dagli Warriors 127-125
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- Stando al regolamento, Cuban dovrà presentare una protesta scritta nelle 48 ore successive alla partita e il commissioner Adam Silver, una volta ricevuta la richiesta, notificherà l’atto anche ai Golden State Warriors che a loro volta avranno cinque giorni di tempo per portare delle evidenze per supportare il proprio punto di vista. Dopo questa settimana, la NBA avrà altri cinque giorni per decretare la sua scelta
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- Dallas è stata anche l’ultima franchigia NBA a ricorrere a questo strumento, al termine di una partita poco prima dello stop causa COVID nel febbraio 2020 contro gli Hawks: in quel caso la lega non cambiò la sua decisione e i Mavericks persero i 10.000 dollari versati
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- Sono state decine le volte in cui le franchigie hanno lamentato violazioni al regolamento da parte degli arbitri o degli avversari, errori più o meno grossolani che soltanto in rari casi hanno portato a un cambio di decisione. L'ultima volta è accaduto nel dicembre 2007: andiamo a scoprire insieme quali sono questi precedenti
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- Milwaukee in quell’occasione aveva soltanto quattro giocatori a disposizione per poter scendere in campo a causa di squalifiche varie e la NBA permise agli Hawks di aggiungere un quinto giocatore per affrontare la sfida, con Milwaukee che vinse 78-77 dopo due overtime. La lega accettò il ricordo, la gara si disputò di nuovo e la vinse Philadelphia 72-69 - anche in quel caso dopo un tempo supplementare
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- Noto come il “Phantom Buzzer Game”, con gli arbitri che non erano d’accordo nel convalidare o meno il canestro del potenziale pareggio Bulls arrivato sulla sirena: decisione che venne contestata da Chicago - che inizialmente aveva perso 124-122 senza quel bersaglio - e match che si rigiocò ripartendo con un secondo sul cronometro e il punteggio di 124-124: alla fine vinsero sempre gli Hawks, con cinque lunghezze di margine, dopo un tempo supplementare
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- Ultimi quattro secondi di partita rigiocati poi il 1 febbraio del 1972 dopo che i Cavaliers vinsero il ricorso presentato perché non gli venne concesso un timeout che avrebbero meritato di poter usare nel finale di partita: il risultato del match non cambiò, con i Braves che vinsero lo stesso con una lunghezza di vantaggio
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- L’arbitro Richie Powers comminò 3 falli tecnici al coach dei Nets Kevin Loughery, superando il limite di due: per questo, gli ultimi 17 minuti e 50 secondi di gara - con Bernard King, Phila Jackson e Julius Erving in campo tra gli altri - furono rigiocati il 23 marzo 1979. La cosa divertente è che le due squadre nel frattempo avevano concluso una trade, facendo sì che Eric Money, Harvey Catchings e Ralph Simpson siano gli unici giocatori della storia NBA ad aver giocato la stessa gara con entrambe le squadre
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- Una doppia violazione in lunetta fu sanzionata a Norm Nixon dei Lakers che portò gli arbitri a non permettergli di tirare i liberi e a una palla a due da cui i galloviola riuscirono a conquistare il possesso, pareggiare sulla sirena e vincere dopo due overtime. San Antonio però fece un esposto e vinse, con la violazione che non doveva essere sanzionato: per questo si rigiocarono gli ultimi tre secondi di gara, con i texani avanti di 116-114 e Nixon in lunetta. Alla fine vinse San Antonio di tre lunghezze
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- Un match in cui Shaquille O’Neal fu allontanato dal parquet dopo aver commesso il suo sesto fallo, quando in realtà erano soltanto cinque nel corso della gara: la protesta degli Heat andò a buon fine e l’8 marzo del 2008 si rigiocarono gli ultimi 51.9 secondi di partita di quell’overtime - senza che nessuno riuscì a segnare e a cambiare il risultato di 114-11 per Atlanta. Shaq non giocò quell’ultimo spezzone: nel frattempo infatti era stato scambiato con i Phoenix Suns