I Sacramento Kings hanno vinto con grande autorità gara-6 sul campo dei Golden State Warriors portando la serie alla decisiva settima partita, e devono ringraziare il super impatto a partita in corso di Malik Monk. L'ex giocatore dei Lakers ha chiuso con 28 punti a referto, sette in più di tutta la panchina di Golden State messa assieme, prendendosi le luci della ribalta dopo anni nell’ombra
Solamente due anni fa, era molto più facile immaginarsi Malik Monk fuori dalla NBA nel giro di poco tempo che non vederlo essere decisivo ai playoff. La carriera del prodotto di Kentucky sembrava infatti dopo i suoi primi quattro anni a Charlotte sembrava destinata a un veloce oblio, tanto che nemmeno gli Hornets ritennero necessario offrirgli un contratto dopo la scadenza di quello da rookie guadagnato con l’11^ scelta al Draft 2017. Monk però ha scommesso su se stesso, firmando un contratto di un anno con i Los Angeles Lakers, e ha resuscitato una carriera che sembrava destinata alla Cina o a Porto Rico, concludendo una stagione da quasi 14 punti di media con il 39% dall’arco per la franchigia più in vista della NBA. Un’annata che gli è valsa un contratto biennale da 19 milioni di dollari complessivi con i Sacramento Kings del suo grande amico De’Aaron Fox, con cui ha giocato al college a Kentucky, e che a conti fatti potrebbe essere stato il miglior contratto firmato nella passata estate – specie dopo la sua prestazione in gara-6.
La serata speciale di Monk: 28 punti per zittire il Chase Center
Con le spalle al muro sotto 3-2, sul campo dei campioni in carica dove avevano già perso due volte e dove quest’anno pochissime squadre sono riuscite a vincere, i Sacramento Kings hanno sfoderato una prestazione di maturità straordinaria, guidando il match dal secondo quarto in poi e piazzando i colpi finali nel momento decisivo grazie anche se non soprattutto a Monk. La guardia ha messo assieme la sua miglior prestazione della carriera (per peso specifico, visto che ne aveva già messi 32 al suo esordio ai playoff in gara-1) con 28 punti, 7 rimbalzi, 4 assist, un recupero e 2 stoppate, tirando 8/14 dal campo, 3/6 dall’arco e 9/10 ai liberi. Monk da solo ha battuto l’intera panchina degli Warriors (21 punti totali tra DiVincenzo, Green e Moody) segnando i canestri più importanti nel secondo tempo per tenere a bada qualsiasi tentativo di rimonta dei campioni in carica, attaccando incessantemente il ferro e guidando una panchina che ha trovato grandi prestazioni anche da Trey Lyles (12 punti e 9 rimbalzi per sopperire ai problemi di falli di Domantas Sabonis) e un sorprendente Terence Davis con 20 minuti di energia e intensità lontano dalla palla anche al di là delle cifre (7 punti, 2 rimbalzi, 2 assist, 1 recupero uscendo per falli). E così grazie a dei protagonisti a sorpresa Sacramento potrà giocarsi una gara-7 in casa davanti al proprio pubblico (domenica alle 21.30 in diretta su Sky Sport NBA e in streaming su NOW), che attende il passaggio di un turno di playoff dal lontanissimo 2004.