NBA, 10 nomi da scegliere e 10 da evitare per il Draft al fantabasket
Non è mai troppo presto per pensare alla vostra fantasquadra in vista della prossima stagione. I movimenti dell'estate hanno cambiato un po' le carte in tavola, alcuni giocatori avranno maggior spazio e nuove opportunità, per altri sarà il contrario. Ecco allora alcuni consigli per massimizzare l'impatto statistico del vostro roster e sbaragliare la concorrenza
- Non si discute quello che sa fare (e produrre) in campo, si discute la sua tenuta fisica. Negli ultimi quattro anni ha disputato un totale di 137 partite di stagione regolare, meno di Anthony Davis (195), Kawhi Leonard (161) o Paul George (189)
- Non solo i 38 anni che potrebbero farsi sentire, ma anche un ruolo nuovo, tutto da definire (probabilmente dalla panchina) in una squadra nuova e in un sistema offensivo nuovo che poco sembra assomigliare a quelli che ha condotto in una lunga e gloriosa carriera
- Il consiglio è di evitare (almeno) di sceglierlo nei primissimi giri di un Draft. Perché è un rookie, e le incognite ci sono sempre; perché gli Spurs non sono una squadra ancora vincente, e allora in Texas potrebbero scegliere di contingentare minuti e partite da far disputare al francese, prediligendo un approccio a medio-lungo termine
- Sempre restando all'ombra dell'Alamo, attenzione a non farsi abbagliare dai 22 punti di media del prodotto di Kentucky. Perché poi - statisticamente parlando - fa poco altro, e non eccelle in nessuna altra classifica
- Altra scelta che può apparire controversa, visto la favola che il giocatore dei Lakers sta vivendo nell'ultimo anno (Mondiali con Team USA inclusi). Ma il rischio di sceglierlo troppo in alto c'è, perché giocherà comunque all'ombra di due superstar e non eccelle davvero (statisticamente) in nessuna categoria
- L'idea è che possa avere un ottimo inizio di stagione (sfruttando le 25 gare di sospensione di Ja Morant) ma che da dicembre in poi, col ritorno della superstar dei Grizzlies, possa perdere palloni, opportunità e forse anche minuti. L'anno scorso l'ha chiuso al massimo in carriera per assist: difficile ripetersi
- Reduce da un anno molto positivo, la sua abilità di combinare stoppate e tiri da tre punti ne fa un profilo quasi unico. Ma può essere rischioso sceglierlo troppo in alto, anche in virtù delle 36 primavere che andrà a compiere
- In caduta libera nelle ultime stagioni ad Atlanta, ai Jazz potrebbe dover sgomitare con Lauri Markkanen e Walker Kessler per far numeri a rimbalzo, mentre non avrà più un passatore come Trae Young ad azionarlo sui pick and roll al ferro
- Uno dei giocatori più affascinanti, per sviluppo futuro, ma anche uno dei più rischiosi, soprattutto ora che Ime Udoka - e il suo stile di basket difensivo - si è seduto sulla panchina di Houston. Perché difendendo quanto difende Sengun, i minuti potrebbero presto scarseggiare per il turco
- Come Keldon Johnson, "Kuz" sa segnare e, va detto, è anche un buon (forse buonissimo) rimbalzista. Poi però - come per Johnson - non fa molto altro ad altissimo livello, statisticamente parlando. E questo consiglia di non sceglierlo troppo in alto
- Via Smart, sarà titolare indiscusso quest'anno, e le sue cifre l'anno scorso con Smart assente (23 gare) parlano di 15.2 punti, 4.4 rimbalzi, 5.1 assist, 1 stoppata e quasi un recupero a sera, oltre a più di 2 triple segnate
- Dovesse muoversi Clint Capela (le voci al riguardo faticano a spegnersi) sarebbe un colpo da non mancare, perché l'anno scorso ha giocato solo 23 minuti a sera e ha già dimostrato di poter produrre. Figurarsi da (eventuale) titolare
- Da riserva a Memphis ha collezionato ottime cifre (16.8 punti, 8.2 assist, 4.2 rimbalzi, 2.0 recuperi con soli 1.7 palle perse, tirando il 50.4% dal campo). Ora sarà titolare e avrà al suo fianco bocche da fuoco da alimentare come quelle di Jordan Poole e Kyle Kuzma e un partner di pick and roll in Daniel Gafford
- A proposito di Gafford... Per il centro degli Wizards potrebbe essere l'anno dell'esplosione. Finora, in 4 anni nella lega, mai sopra i 21 minuti a sera ma mai sotto le 1.3 stoppate. Da titolare potrebbe rivaleggiare con i Walker Kessler e i Jaren Jackson Jr. per la corona di miglior stoppatore
- Se Harden dovesse lasciare (come vuole) Philadelphia, Melton si ritroverebbe minuti e opportunità, e nelle gare disputate senza il Barba lo scorso anno ha già dimostrato di poter collezionare numeri interessanti (12.2 punti, 5.1 rimbalzi, 3.6 assist, ben 2.2 recuperi e 2.1 triple segnate a partita)
- Altro caso simile: via Lillard si aprirebbero orizzonti diversi per Simons, che quando si è ritrovato senza il n°0 al suo fianco ha prodotto 23.6 punti, 5.6 assist e 4.2 triple a partita (in 41 gare). Certo, ci sarà Scoot Henderson a reclamare possessi, palloni e tiri, ma Simons vale una scelta
- La crescita negli ultimi due mesi di stagione è stata impressionante e se riparte da lì - arricchito anche dall'esperienza con Team USA - son guai per tutti (gli avversari): quasi 12 punti a sera, oltre 10 rimbalzi, 3.2 stoppate e il 72.9% dal campo nel rush finale che ai tifosi dei Jazz ha fatto dimenticare il nome di Gobert
- Altro ex rookie che ha entusiasmato negli ultimi due mesi, quando ha viaggiato a 18.2 punti, 5.3 rimbalzi, 4.1 assist, 1.7 recuperi a sera, con 1.2 triple e il 54.1% dal campo. Torna Holmgren, sì, ma i due dovrebbero riuscire a convivere bene in campo assieme
- Ma come: un lungo Spurs nella squadra che accoglie Wembanyama? Sì, perché Popovich potrebbe scegliere di far giocare il francese da 4 e lasciare l'ex Gonzaga a battagliare sotto canestro. Anche per lui gli ultimi due mesi di stagione fanno ben sperare: 16.2 punti, 8.0 rimbalzi, 3.8 assist, 1.2 recuperi, 1.1 stoppate e 1.7 triple a partita
- Di lui parla bene, da sempre, Kevin Durant - e potrebbe già valere come garanzia. In G League ha fatto benissimo, ora potrebbe avere un ruolo più ampio nei campioni in carica e mettere in mostra tutte le sue doti. Su tutte, quella di spaventoso stoppatore