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NBA, che serataccia per Steph Curry: altra partita da zero triple, Warriors fischiati

NBA
©Getty

Lo scorso 17 dicembre Steph Curry aveva visto finire la sua striscia da 268 partite con almeno una tripla a segno, e dopo appena 9 gare da quella brutta serata a Portland ne ha vissuta un’altra davanti al proprio pubblico, chiudendo con 0/9 dalla lunga distanza nel pesante ko interno contro Toronto che ha portato il pubblico a fischiare la squadra

Milleottocentosessantacinque giorni. Questa era la distanza che separava le ultime due partite con zero triple a segno realizzate da Steph Curry in regular season, una striscia da 268 gare con almeno un canestro da tre punti che si è interrotta lo scorso 17 dicembre a Portland in una serata da 0/8 dall’arco per il due volte MVP. In pochi però avrebbero pensato che la nuova striscia sarebbe durata appena 21 giorni, o per meglio dire nove gare di stagione regolare: per la prima volta dopo oltre cinque anni infatti Curry non è riuscito a segnare da tre punti davanti al proprio pubblico, chiudendo con 0/9 dall’arco nella bruttissima sconfitta rimediata dai Golden State Warriors contro i Toronto Raptors. Curry ha segnato appena 9 punti con 6 assist e 2/14 al tiro, trovando il primo canestro solamente nel terzo quarto dopo un primo tempo in cui gli Warriors sono andati negli spogliatoi subissati dai fischi dei propri tifosi e dai 76 punti realizzati dagli ospiti, comodamente avanti di 27 lunghezze e abili nel gestire il tentativo di rimonta dei padroni di casa arrivato al massimo al -9.

Curry a zero triple per la prima volta al Chase Center

Curry ha vissuto così la prima partita della sua vita al Chase Center senza segnare neanche una tripla, visto che la gara precedente in casa senza triple a segno era stata disputata alla Oracle Arena di Oakland. Ma neanche un avvenimento così raro quando un "uovo" da parte del miglior tiratore di tutti i tempi è riuscita a distogliere l’attenzione dalla pessima prova fornita dagli Warriors, che alla prima gara senza Chris Paul (operato alla mano, ne avrà per 4-6 settimane) sono scesi in campo senza alcun tipo di connessione emotiva alla partita. I padroni di casa hanno tirato sotto il 40% di squadra nel primo tempo con 5/25 di squadra dalla lunga distanza, tanto da meritarsi i fischi del loro pubblico, che nel quarto periodo erano talmente demoralizzati da non contestare nemmeno la squadra prendendo la via delle uscite. "Il livello di preoccupazione cresce sempre di più quando hai serate del genere" ha detto Curry. "Abbiamo fallito il test stasera, ma non significa che mercoledì non potremo scendere in campo con la giusta mentalità, fiducia e approccio per rimetterci in carreggiata. Non voglio suonare come un disco rotto, ma questa è la sfida che sta davanti a noi".

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Draymond Green a bordo campo: ci sarà alla prossima?

La novità di serata è stata la presenza a bordo campo in borghese di Draymond Green, che nonostante la fine della sua sospensione (durata 12 partite) non è sceso in campo per la sfida contro i Toronto Raptors, essendo rimasto per tre settimane lontano dalla squadra senza allenarsi in gruppononostante le regole della NBA glielo permettessero. Un’assenza che si è sentita ancora di più con l’infortunio di Chris Paul, con coach Steve Kerr che ha provato a mischiare le carte schierando Andrew Wiggins e Jonathan Kuminga insieme in quintetto, con risultati talmente disastrosi da costringerlo a schierare Dario Saric e Kevon Looney al loro posto per cominciare il secondo tempo. "Non sentivo niente, eravamo muti nel primo tempo. Avevamo bisogno di qualcuno che parlasse, di comunicazione, di connessione". I risultati ci sono stati, visto che gli Warriors hanno vinto il terzo quarto 38-25, ma troppo tardi per rimettere in discussione una sconfitta che li ha fatti precipitare a un record di 17-19, fuori dalla zona play-in. Dalla prossima potrebbe tornare Green: se neanche il suo rientro riuscirà a revitalizzare la squadra, la deadline del mercato potrebbe essere decisamente impegnativa per il GM Mike Dunleavy e il resto della dirigenza.

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