NBA, foto di famiglia al Garden: tutte le leggende dei Knicks a bordocampo. CHI SONO
La serie contro gli Indiana Pacers è stata l'occasione per tantissimi campioni che hanno indossato la maglia dei New York Knicks di ritrovarsi al Madison Square Garden e costruire una sorte di "ponte" tra passato e presente. Tra leggende che hanno vinto gli unici due titoli NBA nella storia della franchigia, All-Star, capocannonieri NBA e giocatori nati e cresciuti sui playground newyorchesi, la prima fila del Garden è un simbolo della storia blu-arancio
- Quando si pensa alla prima fila del Madison Square Garden, per una partita dei New York Knicks, il pensiero va immediatamente al regista newyorchese per eccellenza, Spike Lee (nato in Georgia ma "trapiantato" ormai da sempre a Brooklyn). Ma non c'è ovviamente solo lui a bordocampo a seguire Jalen Brunson e compagni in questa cavalcata playoff
- Per la quinta gara della serie contro Indiana, ad esempio, in prima fila c'era anche Billie Eilish, cantante tra le più apprezzate dalle giovani generazioni: nel suo palmares già 9 Grammy Awards, 3 Video Music Awards, 2 Golden Globe e anche 2 Oscar per la colonna sonora di "No time to die" e "Barbie". Ma celebrità a parte, la parte del leone a bordocampo in gara-5 l'hanno fatta i grandi Knicks del passato che sono venuti a celebrare i loro eredi
- La foto che ha fatto il giro del mondo è quella che vede tanti ex-Knicks in posa tutti assieme. Quasi una "seconda" squadra, dopo quella impegnata in campo contro Haliburton e compagni. Alcuni nomi sono leggendari, altri molto noti, qualcuno forse un po' più "oscuro". Andiamo a conoscerli tutti (in ordine, rigoroso, da sinistra a destra)
- Prodotto di Villanova, grande rivale liceale di Kobe Bryant, ha indossato la maglia dei Knicks in due periodi diversi: per un anno e mezzo tra il 2003 e il 2005 (anche 15.8 punti di media, il suo massimo in carriera) e poi ancora nella stagione 2008-09 per altre 36 partite
- Sette anni nella Grande Mela con la maglia dei Knicks (intervallati da un'unica gara con quella dei Raptors, prima di tornare immediatamente a New York), è stato la riserva "storica" di Patrick Ewing. A fine carriera si è anche seduto sulla panchina blu-arancio come capo allenatore dopo la partenza di Larry Brown (17-27 il suo record)
- Un'autentica leggenda blu-arancio. Prima scelta assoluta nel 1985, rookie dell'anno, 11 volte All-Star, la sua maglia n°33 è ritirata al Madison Square Garden. Ha fatto parte della lista dei Top 50 e dei Top 75 redatta dalla lega in occasione dei due storici anniversari
- Non sono tanti i giocatori dei Knicks che possono essere chiamati campioni NBA. Frazier è tra questi, per ben due volte, essendo stato alla guida delle squadre del 1970 e del 1973 capaci di vincere l'anello. Sette volte All-Star, anche lui è stato incluso tra i Top 50 e i Top 75 NBA e la sua maglia n°10 è stata ritirata dai Knicks
- "Il senatore", perché tale è stato nella sua illustre carriera post-NBA. Prima però ha condiviso con Frazier i due titoli NBA del 1970 e del 1973. Anche la sua maglia n°24 pende dal soffitto del Garden. Visto anche in Italia, con la maglia dell'Olimpia Milano
- "Born and raised in New York City" e precisamente a Coney Island. Ha giocato sia per i Nets (quando ancora erano nel New Jersey) che per i Knicks, con la maglia n°3. Leggenda locale, è stato due volte All-Star e le sue medie in carriera parlano di oltre 19 punti a sera con 7.6 assist
- Scelto dai Knicks nel 2007, con la n°23, ha giocato a New York le prime tre stagioni e mezzo della sua carriera NBA, prima di essere ceduto a Denver. Un percorso simile a quello di Danilo Gallinari, di cui - non a caso - era uno dei migliori amici nella lega
- Uno dei personaggi più amati dei Knicks anni '90 allenati da Pat Riley e impegnati in mille battaglie senza esclusioni di colpi con Michael Jordan e i Bulls (celebre la sua schiacciata ai playoff). Da giocatore "undrafted" è diventato un All-Star ed è anche stato premiato come sesto uomo dell'anno: sempre in maglia Knicks, una sorta di seconda pelle, per otto stagioni
- Uno dei protagonisti dell'ultima squadra dei Knicks capace di giocarsi il titolo NBA in finale (nel 1999, perdendola contro i San Antonio Spurs). Realizzatore "elettrizzante", è stato 4 volte All-Star, una anche con la maglia dei Knicks (le altre tre convocazione da giocatore degli Warriors). Cinque stagioni a New York, mai sotto i 16.4 punti di media
- Forse il giocatore meno "nobile" del gruppo, un po' il tredicesimo apostolo (non a caso erano dodici...). È però un nativo della città (Jamaica, Queens) e in blu-arancio ha disputato tre stagioni tra il 2015 e il 2018, la migliore l'ultima con 7 punti di media
- Uno dei tiratori più puri che abbiano mai calcato i parquet NBA. Nove stagioni ai Knicks, dal 1996 al 2005, due convocazioni per l'All-Star Game e tanti momenti da ricordare, soprattutto nelle battaglie di playoff contro i Miami Heat. Ha tenuto 18.5 punti di media in più di 600 partite con la maglia di New York
- Una carriera divisa tra Charlotte (che ne ha fatto la prima scelta assoluta al Draft 1991) e New York, dove ha giocato gli ultimi 5 anni (dal 1996 al 2001). Celebre il suo gioco da 4 punti ai playoff contro Indiana ai playoff del 1999
- Prima di Jalen Brunson, forse l'ultima vera superstar capace di "incendiare" il Madison Square Garden. In blu-arancio ha trascorso 6 stagioni e mezzo, sempre convocato per l'All-Star Game e anche miglior realizzatore NBA nel 2013 con la maglia dei Knicks. Ha fatto parte della Top 75 NBA