NBA, mercato fallimentare per i Lakers: svaniti tutti gli obiettivi. Ora si punta DeRozan
Da quanto emerso nelle ore immediatamente precedenti il via alla free agency sembravano esserci tre obiettivi principali sul taccuino del GM gialloviola Rob Pelinka. Dopo neppure 48 ore di contrattazioni sono tutti e tre svaniti. Altri due nomi di superstar erano stati accostati ai Lakers nel recente passato e anche in questo caso hanno finito per scegliere destinazioni diverse. I Lakers non sembrano più una destinazione attraente come una volta: e ora provano a puntare tutto sulla stella scontenta dei Bulls
- Le parole di LeBron James - dettosi disponibile attraverso il suo agente Rich Paul a rinunciare a una parte del suo ingaggio - avevano scatenato la fantasia dei tifosi gialloviola: una terza star sarebbe presto arrivata a Los Angeles, da abbinare alla coppia James-Davis. E invece, dopo le prime 48 ore di mercato, non è stato così. Tutti i nomi associati (in alcuni casi con certezza) ai Lakers, si sono accasati altrove. E questa lista sembra inchiodare alle sue responsabilità il GM gialloviola Rob Pelinka
- DAGLI ATLANTA HAWKS AI NEW ORLEANS PELICANS
- Bisogno tornare indietro addirittura alla trade deadline della scorsa stagione, quando l'arrivo dell'ex All-Star sembrava cosa certa (in cambio di D'Angelo Russell). Non se n'era fatto niente allora, non se n'è fatto nulla neppure ora, con i Pelicans più lesti a mettere le mani su Murray dopo che gli Hawks avevano scelto di dividere la sua coppia con Trae Young
- DAI GOLDEN STATE WARRIORS AI SAN ANTONIO SPURS
- 1 ANNO, 11 MILIONI DI DOLLARI
- Da sempre uno dei migliori amici di LeBron nella lega, e anche un veterano che - proprio come "King" James - a questo punto della carriera sembrava puntare unicamente a una chance di titolo. Invece Chris Paul ha scelto di fare da balia a Wembanyama a San Antonio: e i Lakers si sono ritrovati con un pugno di mosche in mano
- DAI NEW ORLEANS PELICANS AGLI WASHINGTON WIZARDS
- 3 ANNI, 30 MILIONI DI DOLLARI
- Era il primo dei tre obiettivi emersi alla vigilia dell'apertura del periodo di free agency per i Lakers: il centro dei Pelicans avrebbe permesso ad Anthony Davis di giocare più lontano da canestro, e agire da 4 invece che doversi scontrare sotto canestro con i lunghi avversari. Ma l'offerta di Washington ha convinto il lituano a trasferirsi nella Capitale
- RINNOVATO DAGLI L.A. CLIPPERS
- 2 ANNI, 70 MILIONI DI DOLLARI
- Si era pensato che anche il "Barba" potesse cambiare sponda, e lasciare i Clippers (come ha fatto Paul George) per tentare fortuna altrove (se con la chance di restare nella sua Los Angeles, poi, tanto meglio). Ma l'offerta dei Clippers è stata irrinunciabile, ed è arrivato il rinnovo con i "cugini"
- DAI GOLDEN STATE WARRIORS AI DALLAS MAVERICKS
- 3 ANNI, 50 MILIONI DI DOLLARI
- La firma che fa più male. Perché LeBron James sembrava essersi speso in prima persona (con una telefonata a Thompson) e perché il pedigree di uno dei migliori tiratore della storia del gioco, con il papà ex Lakers (attuale commentatore per la radio della squadra) pareva essere perfetto per fare dell'ex Warriors la terza stella dei Lakers. Che invece sono rimasti ancora una volta a mani vuote
- DAI BROOKLYN NETS AI DALLAS MAVERICKS
- La firma di Thompson per i Mavs non ha potuto non riportare alla memoria un altro colpo di mercato effettuato dal GM di Dallas Nico Harrison in diretta concorrenza con Pelinka e i Lakers, ovvero la firma di Kyrie Irving. Un giocatore che al fianco di LeBron James aveva già giocato e vinto, e che il Re reclamava a gran voce. Ma in uscita da Brooklyn scelse Dallas, invece dei Lakers
- FREE AGENT (CHICAGO BULLS)
- Non è la prima volta che il nativo di Compton, Los Angeles, viene accostato ai Lakers, la squadra per cui faceva il tifo da bambino. Oggi DeRozan sembra stanco dei Bulls e ci sarebbero già stati contatti tra il suo agente e i gialloviola. Servirebbe organizzare un sign-and-trade con Chicago, oppure i Lakers dovrebbero metter mano al loro roster (liberando spazio salariale) per provare ad accomodare il suo arrivo
- Quella che possiamo definire "l'offerta" fatta da LeBron James alla sua franchigia (accettare uno sconto sul prossimo contratto da firmare) era da considerare subordinata all'arrivo di un'altra star in gialloviola. Ma se i Lakers non dovessero essere in grado di trovare un upgrade al roster, l'agente del giocatore Rich Paul era stato chiaro: "James chiederà il massimo salariale". E per i Lakers al danno si aggiungerebbe la beffa di dover sborsare diversi milioni di dollari in più