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Team USA, Tatum e Embiid in panchina, Green non ci sta: “Kerr ha sbagliato”

NBA

Draymond Green e Steve Kerr hanno un rapporto speciale che dura ormai da dieci anni, cementato dai trionfi con Golden State, ma il veterano degli Warriors non si è tirato indietro nel criticare la scelta del suo coach di lasciare in panchina alcune delle stelle di Team USA nelle prime partite delle Olimpiadi. I Giochi Olimpici di Parigi 2024 sono in diretta su Eurosport, con 10 canali a disposizione degli abbonati Sky

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Il rapporto che esiste tra Draymond Green e Steve Kerr è di quelli profondi, autentici, ed è forgiato da un decennio di vittorie clamorose ma anche di tanti alti e bassi vissuto insieme a Golden StateGreen, però, è noto per essere uno dei protagonisti della NBA con meno filtri quando si tratta di esprimente un’opinione o un punto di vista. Come già emerso in passato, il veterano degli Warriors non è tipo da fare sconti a compagni o amici, e questo vale anche per Kerr. Durante l’ultima puntata del suo ormai celebre podcast, infatti, Green è voluto tornare sulla scelta del coach di Team USA di lasciare in panchina il fresco campione NBA Jayson Tatum nell’esordio olimpico contro la Serbia.

Un errore e un altro ancora nel tentativo di rimediare

Non far giocare Tatum era sbagliato” ha dichiarato Green, “sappiamo tutti che avrebbe dovuto giocare e a me sembra che le esclusioni successive di Embiid e Holiday contro Sud Sudan e Porto Rico siano state una specie di tentativo di giustificare la scelta iniziale”. A Draymond, poi, non sono andate giù né le parole di Kerr (“Abbiamo provato a giocare con quintetti che avessero senso”), né tantomeno le scuse per le assenze di Embiid e Holiday a causa di guai fisici. “Sono sicuro che in parte si tratta di voler preservare la salute dei giocatori” ha spiegato Green, “ma onestamente non mi piace la gestione della squadra fin qui”. Secondo il quattro volte campione NBA, insomma, dovrebbero essere gli avversari ad attarsi ai quintetti di Team USA e non viceversa: “Le altre squadre non sono così forti dal costringerci ad adattarci al loro gioco, sono loro a doverlo fare. Noi abbiamo i migliori giocatori al mondo, non possiamo avere questi problemi”. 

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