
Il titolo NBA 2024-25 verrà assegnato a gara-7, una sfida tutta da vivere tra Oklahoma City e Indiana. In attesa della palla a due prevista per la notte tra domenica 22 e lunedì 23 giugno alle 2.00 in diretta su Sky Sport, il sito ufficiale della NBA ha messo in classifica i 5 principali candidati al premio di MVP, almeno per quanto fatto vedere finora nella serie. Chissà se poi un protagonista a sorpresa possa far saltare il banco in gara-7? Intanto vediamo com’è la situazione in attesa della sfida decisiva

5. TJ MCCONNELL, INDIANA PACERS
- Statistiche nella serie: 11.3 punti, 3.2 rimbalzi, 4.5 assist, 2.3 recuperi, 53.7% dal campo, 60% da tre, 77.8% ai liberi in 19 minuti

PERCHÉ PUÒ VINCERE L’MVP
- Se i Pacers sono in parità nella serie è anche per il grande impatto delle riserve, guidate dal numero 9. McConnell è stato in grado di accendere i Pacers anche quando sembravano spenti, cambiando l’energia di ogni partita in cui è entrato con la sua aggressività, la sua capacità di rubare palloni (14 in 6 partite, nelle prime tre serie ne aveva solo 5) e di segnare dalla media distanza (53.7%, nessuno come lui nelle Finals). Con una gara-7 d’antologia potrebbe anche dira la sua, diventando istantaneamente l’MVP più improbabile di sempre

4. TYRESE HALIBURTON, INDIANA PACERS
- Statistiche nella serie: 14.8 punti, 5.3 rimbalzi, 6.8 assist, 1.3 recuperi, 44.7% dal campo, 31.7% da tre, 100% ai liberi in 33.8 minuti

PERCHÉ PUÒ VINCERE L’MVP
- Il suo canestro decisivo in gara-1 ha fatto immediatamente saltare il fattore campo, regalando a Indiana l’ennesima rimonta improbabile di questi playoff. Se non fosse stato per l’infortunio subito in gara-5 sarebbe più su in questa classifica, ma ciò nonostante Haliburton rimane il motore dei Pacers e influenza tutto ciò che fanno in campo, anche nella metà campo difensiva. Dovesse aggiungere un’altra prestazione clutch in gara-7, il suo “case” sarebbe più che solido

3. PASCAL SIAKAM, INDIANA PACERS
- Statistiche nella serie: 19.8 punti, 8.3 rimbalzi, 4 assist, 1.7 recuperi, 1.3 stoppate, 46.4% al tiro, 34.8% da tre, 82.5% ai liberi in 32.8 minuti

PERCHÉ PUÒ VINCERE L’MVP
- Numero uno per punti e rimbalzi tra i Pacers, rimane la roccia alla quale tutti gli altri si aggrappano nei momenti di difficoltà, tanto in attacco quanto in difesa. La sua gara-6 è stata eccezionale sui due lati del campo, suggellando il tutto con quella memorabile schiacciata sopra la testa di Jalen Williams sul finire del primo tempo. Dopo aver vinto il premio di MVP delle finali a Est, se dovesse bissare il titolo NBA già vinto nel 2019 con i Raptors potrebbe legittimamente ambire anche al premio di miglior giocatore della serie

2. JALEN WILLIAMS, OKLAHOMA CITY THUNDER
- Statistiche nella serie: 24.2 punti, 5.2 rimbalzi, 3.7 assist, 45% al tiro, 26.1% da tre, 82.7% ai liberi in 34.1 minuti

PERCHÉ PUÒ VINCERE L’MVP
- I suoi 40 punti in gara-5 rimangono la miglior prestazione (almeno in termini di punti) dell’intera finale, e anche nelle precedenti partite era stato eccezionale per i Thunder per salire sul 3-2 nella serie. Anche lui, come tutti i suoi compagni, ha faticato moltissimo in gara-6, complice anche un tiro da tre punti che finora non lo sta sostenendo (26% nella serie). In difesa, al netto del basso numero di recuperi (meno di 1 a partita, lui che in regular season viaggiava a 1.6), sta dando un grande contributo alla causa

1. SHAI GILGEOUS-ALEXANDER, OKLAHOMA CITY THUNDER
- Statistiche nella serie: 30.5 punti, 4.5 rimbalzi, 4.5 assist, 2 recuperi, 1.5 stoppate, 47.3% al tiro, 28.6% da tre, 91.4% ai liberi in 37.8 minuti

PERCHÉ PUÒ VINCERE L’MVP
- Nonostante una gara-6 al di sotto dei suoi altissimi standard, finora nella serie finale il canadese ha più che legittimato il premio di MVP vinto per una regular season storica. Con un’ulteriore prestazione da 30 punti in gara-7 raggiungerebbe il record ogni epoca di Michael Jordan per “trentelli” in una singola cavalcata playoff, e solo una prestazione mostruosa da parte di Jalen Williams può mettere in dubbio il premio di MVP delle Finals in caso di vittoria di OKC. Prima però bisogna battere Indiana — e non sarà per niente facile