NBA, dove va Kawhi Leonard? Tutte (ma proprio tutte) le destinazioni possibili
Los Angeles – possibilmente sponda Lakers – sembra la destinazione preferita dal giocatore (e dal suo influente zio), ma sono tante le squadre interessate ai servizi dell’MVP delle finali NBA 2014. Alcune lo vedono come il tassello giusto per puntare decisamente al titolo, altre possono offrire pacchetti super interessanti di giovani star e scelte future agli Spurs, che rimangono gli “arbitri” del destino di Leonard. Dovessero scegliere di separarsene, dove sceglieranno di mandarlo? Ecco gli scenari possibili
Los Angeles – possibilmente sponda Lakers – sembra la destinazione preferita dal giocatore (e dal suo influente zio), ma sono tante le squadre interessate ai servizi dell’MVP delle finali NBA 2014. Alcune lo vedono come il tassello giusto per puntare decisamente al titolo, altre possono offrire pacchetti super interessanti di giovani star e scelte future agli Spurs, che rimangono gli “arbitri” del destino di Leonard. Dovessero scegliere di separarsene, dove sceglieranno di mandarlo? Ecco gli scenari possibili.
LOS ANGELES LAKERS | Secondo le indicazioni di tutti, la destinazione preferita da Leonard (nato a L.A., carriera liceale a Riverside, college a San Diego), che in un mercato più grande potrebbe ottenere più opportunità commerciali. Il pacchetto che i gialloviola potrebbero mandare in Texas comprenderebbe Luol Deng e il suo contratto-albatros (36 milioni per i prossimi due anni), Kyle Kuzma e uno tra Brandon Ingram e Lonzo Ball (anche se a San Antonio sembrano poco interessati a mettersi in casa tutte le attenzioni extra-campo legate alla famiglia Ball). Ottenendo Leonard con una trade, i Lakers diventerebbero destinazione molto più appetibile per gli altri grandi free agent, con la possibilità (anche contabile) di portare a L.A. LeBron James e Paul George (o Chris Paul?). Ma perché gli Spurs dovrebbero cedere il loro miglior giocatore a una rivale della Western Conference?
BOSTON CELTICS | Boston può offrire fino a tre pacchetti diversi per convincere gli Spurs a vestire in biancoverde (e nella conference opposta…). Il primo è costruito attorno a uno dei due giovani più pregiati del roster di Brad Stevens (Boston potrebbe essere pronta a sacrificare Jaylen Brown, in Texas vorrebbero Jayson Tatum) assieme alla loro scelta n°27, a quella del prossimo anno dei Sacramento Kings (protetta solo se fosse la prima assoluta) ed eventualmente a un’altra scelta futura (i Celtics ne hanno in abbondanza). Il secondo scenario vede Kyrie Irving ceduto a San Antonio (ma poi rifirmerebbe nel 2019?) più una prima scelta; il terzo Gordon Hawyard (fit perfetto per lo stile Spurs) più Terry Rozier, con eventualmente Patty Mills ad accompagnare Leonard a Boston. Danny Ainge – uno che non ha mai rifiutato una scommessa – potrebbe andare all’attacco di Kawhi anche senza la garanzia di rifirmarlo nel 2019, convinto di poterlo convincere nel corso della stagione.
PHILADELPHIA 76ERS | Il pacchetto più probabile che i Sixers possono mettere sul piatto comprende Markelle Fultz (scelta dell’ex gm Colangelo), Robert Covington e la scelta n°10 al Draft (originariamente dei Lakers). Un secondo scenario vedrebbe invece sempre Fultz associato a Dario Saric, Jerryd Bayless e la n°10. Se è vero che al momento Philadelphia non ha neppure un gm in carica, è anche vero che oggi il ruolo ad interim appartiene a Brett Brown, che Leonard l’ha allenato ai tempi degli Spurs e con cui ha un buon rapporto. Il n°2 degli Spurs – più di LeBron James – permetterebbe ai Sixers di lasciare il pallone nelle mani di Ben Simmons, mentre Fultz a San Antonio troverebbe Chip Ellengand, il miglior shooting coach possibile per risolvere i suoi problemi al tiro.
L.A. CLIPPERS | Se Los Angeles è la destinazione preferita, ovvio che in corsa ci siano anche i Clippers. Che possono contare sul fascino della città ma anche di Jerry West e offrire un pacchetto che prevede le loro due scelte a questo Draft (la n°12 e la n°13) più un veterano come Tobias Harris (o alternativamente, magari, anche Danilo Gallinari o DeAndre Jordan). Allo scenario Harris+n°12+13 (a San Antonio però perderebbero una superstar senza ottenerne un’altra in cambio) può affiancarsi una seconda possibilità, che vedrebbe i Clippers sacrificare solo una delle due prime scelte più Harris e Sam Decker.
NEW YORK KNICKS | Se Leonard desidera un “big market”, insieme a L.A. c’è New York. Che però non è disposta a rinunciare a Kristaps Porzingis (che tra l’altro potrebbe restare fuori per gran parte della prossima stagione, rendendo il roster bluarancio immediatamente meno appetibile), mentre San Antonio non ne vuole sapere di prendersi in carico i salari di Joakim Noah o di Enes Kanter. Sul tavolo resta un pacchetto che vede la scelta dei Knicks al prossimo Draft (la n°9) più Tim Hardaway Jr. e Frank Ntilikina. Chissà se è abbastanza per suscitare interesse in Texas e chissà se il roster in mano a coach Fizdale aggrada Leonard.
MIAMI HEAT | Dalla Florida sarebbero pronti a spedire in Texas un All-Star (Goran Dragic, che gli Spurs scelsero, nel 2008) e tre giovani con potenziale – Josh Richardson, Justise Winslow e Bam Adebayo. I primi due in ala hanno le caratteristiche che piacciono agli Spurs (soprattutto difensive) mentre il prodotto ex Kentucky offrirebbe intimidazione al ferro alle spalle di Pau Gasol. Lo stile di gioco di Dragic (fatto di aggressività e tanto pick and roll) sembra perfetto per LaMarcus Aldridge e a San Antonio si libererebbero anche dei 36 milioni di dollari promessi a Patty Mills nei prossimi tre anni, con l’australiano ad accompagnare Leonard a South Beach.
CLEVELAND CAVALIERS | L’offerta che Dan Gilbert e Koby Altman possono mettere sul piatto è chiara: la scelta n°8 al prossimo Draft insieme a Tristan Thompson oppure a George Hill, da sempre uno dei pallini di coach Popovich (che lo sacrificò proprio per arrivare a Leonard). Altrimenti, assieme alla scelta al Draft, Cleveland può offrire due giocatori a scelta tra J.R. Smith, Kyle Korver e Jordan Clarkson, che però sembrano rientrare poco nelle grazie di un allenatore come Popovich. Certo, perché Cleveland abbia anche solo una chance, LeBron dovrebbe garantire una permanenza nel suo Northeast Ohio pluriennale, perché altrimenti dopo il primo anno Leonard lo seguirebbe “out of town” e allora ai Cavs non converrebbe più sacrificare tutti questi asset futuri.
PHOENIX SUNS | Lo scenario più interessante (ed estremo) che potrebbe portare Leonard in Arizona vede i Suns separarsi dalla loro prima scelta assoluta al Draft 2018 (un’opzione che il gm Ryan McDonough non ha mai escluso completamente) più un pacchetto di giocatori giovani e ancora futuribili (Marquiss Chriss, Dragan Bender, etc). I Suns così affiancherebbero Leonard a Devin Booker e Josh Jackson, mentre quest’ultimo potrebbe lasciare Phoenix in un secondo possibile pacchetto che lo vorrebbe a San Antonio insieme alla scelta n°16 al Draft 2018 e una da primo giro del 2019 (che sia quella dei Suns o quella dei Bucks, protetta solo nelle prime tre posizioni). Come per Cleveland, se però Leonard facesse capire di non volersi impegnare oltre il singolo anno rimasto sul suo contratto, per i Suns sarebbe un suicidio separarsi da così tanti asset futuri.
MINNESOTA TIMBERWOLVES | Da Minneapolis rimbalzano voci che vorrebbero Andrew Wiggins e Jimmy Butler ai ferri corti, mentre anche il rapporto tra Karl-Anthony Towns e coach Thibodeau non sembra dei migliori. Che questo però porti a una concreta mossa di mercato, appare difficile: in Minnesota non sembrano intenzionati a separarsi né da Butler (adorato da coach Thibs) né da Towns (troppo talento per rischiare di perderlo): resta “vendibile” Wiggins, ma perché gli Spurs dovrebbero accollarsi gli oltre 110 milioni di dollari del contratto dal canadese, che scade nel 2022?
TORONTO RAPTORS | Se collezionare il miglior record della propria storia non è abbastanza, occorre spingersi oltre e cambiare ancora. Allenatore (via Casey, dentro Nurse) e magari anche superstar di riferimento. Se con DeMar DeRozan non si riesce a superare l’ostacolo LeBron James, magari con Kawhi Leonard in Canada potrebbero pensare di riuscirci. Ecco allora che a San Antonio potrebbero ascoltare un’offerta che assieme a DeRozan (All-Star affermato) comprenda anche due giovani adatti alla filosofia Spurs come Pascal Siakam e OG Anunoby. E San Antonio manderebbe Leonard nella Eastern Conference. Per far funzionare la trade, gli Spurs si dovrebbero liberare degli 8 milioni dovuti a Rudy Gay, che tornerebbe in Canada
PORTLAND TRAIL BLAZERS | Nell’Oregon non hanno molte speranze di poter attrarre l’MVP delle finali NBA 2014 ma l’unico tentativo che possono fare vede al centro dello scambio C.J. McCollum, accoppiato alla scelta al primo giro del 2019 in possesso dei Blazers. Forse troppo poco per interessare gli Spurs, ma provarci non costa niente.
SAN ANTONIO SPURS | E se alla fine gli Spurs scegliessero di tenersi Leonard per un ultimo anno e portare a naturale compimento il contratto in essere (condannandosi però a perderlo per niente la prossima estate, se i rapporti non migliorano)? Leonard potrebbe scegliere di non scendere in campo (incassando però i 20 milioni annui del suo contratto) ma sarebbe una scelta rischiosissima dopo aver già saltato 73 delle 82 partite della stagione 2017-18. San Antonio rimane peraltro l’unica squadra a potergli offrire un rinnovo da 219 milioni di dollari, 31 in più di quanto possano fare le altre squadre: andrebbe però ricostruito un rapporto che oggi sembra irrimediabilmente rovinato.