Olimpiadi Parigi 2024, Angela Carini si ritira contro Khelif: la ricostruzione
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E' durato solo pochi secondi il match fra Angela Carini e Imane Khelif, l'algerina finita al centro delle polemiche. La ricostruzione dei fatti: i motivi del sì del Cio alla sua partecipazione alle Olimpiadi di Parigi e quelli che hanno spinto un anno fa l'IBA a escluderla dalla finale dei Mondiali femminili. Il comunicato del Cio: "Ogni persona ha il diritto di praticare sport senza discriminazioni"
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- Pochi secondi, poi la decisione di abbandonare. Angela Carini ha scelto di non affrontare il match dei pesi welter contro la pugile iper-androgina algerina Imane Khelif. Poi, dopo che i giudici olimpici hanno validato la sua scelta con il verdetto ufficiale, l'azzurra si è inginocchiata sul ring e ha pianto
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- "Ero salita sul ring per combattere – ha spiegato Angela Carini -. Non mi sono arresa, ma un pugno mi ha fatto troppo male e dunque ho detto basta. Comunque, esco a testa alta".
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- "Sarebbe stato più facile non presentarsi, perché tutta Italia da giorni le chiedeva di non combattere – ha detto il tecnico del pugilato azzurro Emanuele Renzini -. Ma Angela era motivata e voleva farlo. Certo al sorteggio, quando ha conosciuto l'avversaria, mi ha detto 'non è giusto'. Ma qui oggi non c'è stata premeditazione”.
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- Imane Khelif era stata ammessa dal Cio a partecipare a Parigi 2024. Il Comitato Olimpico Internazionale si basa sul livello del testosterone (l'ormone della forza maschile). Per capirci: al Cio non interessa sapere se l'algerina è transgender o iperandrogina (come Caster Semenya, la fondista sudafricana che diventò un caso mondiale), ma solo se i valori più alti si traducono in un vantaggio reale sulle avversarie.
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- Le regole di ammissione all’Olimpiade sono gestite dalla cosiddetta Boxing Unit, la quale ha assicurato che tutti gli atleti e le atlete che partecipano al torneo di pugilato dei Giochi “rispettano le norme di ammissibilità e di iscrizione alla competizione nonché tutte le norme mediche", che comprende anche l'opportuna dimostrazione di certificati medici timbrati e verificati almeno a tre mesi prima dell'inizio delle gare.
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- Durante il Mondiale femminile 2023 a Nuova Delhi, invece, l'algerina Khelif venne estromessa dal torneo a poche ore dalla finale del torneo (gestito dall’International Boxing Association).
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- L’IBA spiego che nei test medici "gli atleti non erano stati sottoposti ad un esame del testosterone, bensì ad un test separato e riconosciuto (i cui dettagli però rimangono confidenziali, ndr) che aveva indicato in modo conclusivo che l’algerina (così come un’altra atleta, la taiwanese Lin Yu-ting) non soddisfaceva i criteri di ammissibilità necessari e aveva vantaggi competitivi rispetto ad altre concorrenti donne"
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- Inizialmente Khelif aveva deciso di ricorrere fino al Tas, salvo poi rinunciare al proposito, mentre l'atleta di Taiwan non aveva proprio fatto appello. Ricordiamo che l’IBA gestisce il pugilato Elite ma non più il torneo delle Olimpiadi, dopo i numerosi casi di corruzione a Rio 2016.
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- Sul caso era intervenuto anche il ministro per lo sport Andrea Abodi, sottolineando la necessità di regole uniformi: “Nell’evento che rappresenta i più alti valori dello sport si devono poter garantire la sicurezza di atleti e atlete, e il rispetto dell’equa competizione dal punto di vista agonistico. Questa volta non sarà così”
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- Il Coni dal canto suo nei giorni scorsi aveva chiesto al Cio che "i diritti di tutti gli atleti siano conformi alla carta olimpica e ai regolamenti sanitari", ovvero alle regole sulla complicata questione del gender.
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- Il caso di oggi riaccende i riflettori sul rapporto fra sport e temi complessi come l'iperandroginismo (la produzione eccessiva di testosterone da parte di corpi femminili) e sull'intersessualità (chi nasce mostrando caratteristiche sessuali primarie e secondarie e quindi non riconducibili univocamente a un genere maschile o femminile)
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- In serata è poi arrivata la presa di posizione del CIO con un comunicato: "Ogni persona ha il diritto di praticare sport senza discriminazioni. Tutti gli atleti che partecipano al torneo di pugilato dei Giochi Olimpici di Parigi 2024 rispettano i regolamenti di ammissibilità e di iscrizione della competizione, nonché tutti i regolamenti medici applicabili stabiliti dalla Paris 2024 Boxing Unit (PBU) come per le precedenti competizioni olimpiche di pugilato, il sesso e l'età degli atleti si basano sul loro passaporto"
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- "Abbiamo visto nei resoconti informazioni fuorvianti su due atlete donne che gareggiano alle Olimpiadi di Parigi 2024. [...] Queste atlete sono state vittima di una decisione improvvisa e arbitraria da parte dell'IBA per i Mondiali 2023, squalificate improvvisamente senza alcun giusto processo. [...] L'aggressione attuale contro queste atlete si basa interamente su questa decisione arbitraria, presa senza alcuna procedura adeguata, soprattutto considerando che queste atlete garaggiavano ad alti livelli da molti anni"
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- "[...]Le regole di ammissibilità non devono essere modificate durante la competizione in corso e qualsiasi modifica alle regole deve seguire le procedure appropriate e basarsi su prove scientifiche. Il CIO si impegna a proteggere i diritti umani di tutti gli atleti che partecipano ai Giochi Olimpici, come da Carta Olimpica , Codice Etico del CIO e Quadro Strategico del CIO sui Diritti Umani . Il CIO è addolorato per gli abusi che le due atlete stanno attualmente subendo".