Sei Nazioni, tutto sulla Francia che sfiderà l’Italia all’esordio

Rugby

Andrea Gardina

La Francia è la favorita per la vittoria finale del Sei Nazioni 2022, alla ricerca di un successo che manca da dodici anni. Irlanda in casa e Le Crunch all’ultima giornata le sfide da non mancare. Gruppo giovane, ma che ha saputo sbaragliare gli All Blacks e che punta dritto verso la prossima Coppa del mondo casalinga

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Quinta forza del ranking mondiale, la Francia è da sempre considerata genio e sregolatezza della palla ovale, la squadra in grado di vincere o perdere con chiunque a seconda della giornata, di esaltarsi o deprimersi con un soffio di vento. Una squadra giovane, dove i soli Le Roux, Dulin, Taofifenua e Atonio superano i 30 anni all’anagrafe, pensata per costruire soprattutto i prossimi anni con vista Coppa del mondo 2023, che i transalpini torneranno ad ospitare dopo l’edizione del 2007, che li vide soccombere in semifinale all’Inghilterra dopo aver avuto la meglio con gli All Blacks grazie alla meta di Jauzion viziata da una clamorosa svista arbitrale. E proprio la Nuova Zelanda è l’ultima caduta eccellente di un autunno caldissimo dalle parti dello Stade de France. Una vittoria 40-25 che a Parigi non arrivava addirittura dal 1973, anticipata dai successi su Argentina e Georgia e prima ancora, in estate, dal tour con una vittoria e due sconfitte di misura in Australia.

Favorita dei pronostici, non vince dal 2010

La squadra di Galthiè, arrivato dopo l’ultimo torneo iridato nel 2019 in Giappone (dove tornerà in tour quest’estate), non vince il torneo però da più di dieci anni: l’ultima volta, con tanto di grand chelem – francesizzazione del grande slam – fu nel 2010. Les Bleus si presentano ai nastri di partenza da favoriti dei pronostici, potendo soprattutto contare sugli scontri diretti casalinghi con Irlanda e Inghilterra e dovendo viaggiare soltanto verso Scozia e Galles. Una vera e propria finale potrebbe, però, diventare Le Crunch, la classica sfida di sempre con l’Inghilterra, prevista ironia del destino proprio in chiusura il 19 marzo a completare il quadro dell’ultima giornata.

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L'ultimo Sei Nazioni ai limiti della follia

Pazzesco è l’aggettivo che meglio descrive il Sei Nazioni dello scorso anno dei transalpini. Vittoria facile alla prima contro l’Italia, 10-50 con sette mete interrotte da quella di Sperandio per gli Azzurri. Impresa in trasferta 13-15 a Dublino e poi rinvio della terza contro la Scozia causa Covid. Sconfitta di misura 23-20 con l’Inghilterra nel finale con la meta di Itoje e ancor più folle il match con il Galles, uno dei più rocamboleschi ed intensi di sempre, chiuso in 14 contro 13 con la marcatura di Dulin in pieno recupero a sancire il sorpasso francese 32-30. Galles che, però, resta avanti in classifica con i francesi costretti a vincere il recupero contro la Scozia con uno scarto di 21 punti a favore e invece la meta di van der Merwe, ancora una volta in pieno recupero, a gelare le speranze e consegnare il trofeo alla squadra di Pivac.

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Pregi e difetti delle protagoniste del Sei Nazioni

Una preparazione militare

Sono 45 in tutto i precedenti con l’Italia con soltanto 3 successi azzurri. Oltre alla famosa impresa di Grenoble nel 1997, due vittorie al Sei Nazioni, nel 2011 (22-21 meta di Masi e calci di Mirco Bergamasco) e nel 2013 (23-18 con le marcature di Parisse e Castrogiovanni e i punti al piede di un ispirato Orquera). Per prepararsi in queste settimane, la Francia ha deciso di allenarsi in un campo militare della legione straniera poco fuori Marsiglia e nelle convocazioni, Galthiè ha potuto richiamare ben 14 giocatori rimasti inizialmente fuori. Su tutti a spiccare è il nome di Antoine Dupont, capitano in assenza dell’infortunato Ollivon, rientrato dopo un problema al ginocchio e la positività al Covid. Con lui anche il compagno di reparto e di squadra a Tolosa Romain Ntamack, che si contenderà una maglia con Matthieu Jalibert, mentre davanti si rivedono Le Roux e il gigantesco pilone Atonio. Tra le assenze di peso va, invece, annoverata quella dell’ala Teddy Thomas, autore di una doppietta personale lo scorso anno all’Olimpico.

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