Sei Nazioni, Parisse ha scelto di non essere convocato

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L'ex capitano azzurro, non convocato per le ultime due partite del torneo, ha spiegato i motivi della decisione di non partecipare alle sfide finali, dando la priorità alla delicata situazione del club francese dove gioca, il Tolone, in piena corsa salvezza in Top14

La non chiamata di Sergio Parisse è stata un po’ la notizia dell’ultima settimana, sin da quando sono stati annunciati martedì scorso i trentatre azzurri chiamati in raduno a Roma per preparare la chiusura del Sei Nazioni. Il terza linea era atteso all’ultima passerella con la nazionale con cui ha disputato 142 incontri, dopo aver tra l’altro già saltato quello che teoricamente doveva essere il suo match d’addio, quello ininfluente e annullato causa condizioni meteo per il tifone Hagibis, contro la Nuova Zelanda alla Coppa del mondo 2019 in Giappone. Intervenendo in una conferenza stampa, il capitano di lungo corso dell’Italia ha voluto spiegare la scelta della mancata convocazione per le ultime due sfide del torneo contro Scozia e Galles, assumendosi la responsabilità della decisione finale.

Priorità alla salvezza del Tolone

“La scelta è stata discussa e presa assieme al commissario tecnico (il neozelandese Kieran Crowley, che ancora non lo aveva mai chiamato, ndr) e il presidente federale – ha dichiarato il trentottenne numero 8 -. Contavo di poter fare un’ultima partita durante il torneo con la maglia della nazionale, ma non avevo considerato che ci sarebbero stati due o tre incontri da recuperare con il Tolone e che sarebbero coincisi con le ultime del Sei Nazioni. E nemmeno mi aspettavo di essere in questa posizione di classifica e tutte queste cose assieme mi hanno spinto a declinare la convocazione con l’Italia”. La formazione transalpina, con un passato recente glorioso fatto di titoli nazionali e continentali con squadroni imbottiti di super star della palla ovale, naviga in effetti in cattive acque nel Top14, in dodicesima e terz’ultima posizione, con appena 2 punti di vantaggio sul Perpignan e 7 sul Biarritz ultimo e prossimo avversario in terra basca sabato 5 marzo in una sfida assolutamente da vincere per Tolone, che avrà poi due partite da recuperare contro Montpellier (seconda in classifica) e La Rochelle (settima) proprio sabato 12 e 19 marzo prossimi, giorni delle ultime sfide dell’Italia rispettivamente contro la Scozia all’Olimpico e il Galles al Millenium Stadium di Cardiff.

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L’amarezza della scelta

“Da quando sono arrivato, ho sempre detto che la priorità numero uno sarebbe stata il club – ha continuato Parisse -. Per questo preferisco rimanere qui a Tolone, così come ho sempre detto che tutto quello che sarebbe successo con l’Italia sarebbe stato un qualcosa in più. Ho deciso di restare perché ci attendono delle partite importanti e ho scelto in base alla situazione attuale, poiché spero di poter aiutare la squadra ad uscire da una situazione difficile”. A sentire le parole con cui ha poi continuato il figlio d’arte italo-argentino non è mancata un pizzico di delusione da parte dei piani alti azzurri. “Capisco ci sia stata un po’ di amarezza da parte di allenatore e presidente, cosa assolutamente comprensibile, e lo stesso vale per me per primo. Ma nella vita si devono fare delle scelte e credo fosse la più coerente da prendere in questo momento e me ne assumo la responsabilità”.

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Addio definitivo o rimandato all’estate?

Chiusura definitiva o ci sarà una possibilità per un’ultima uscita con la maglia dell’Italia, considerando che il giocatore ha già annunciato la chiusura della carriera a fine anno, scherzando sul fatto che in caso di ripensamenti avrebbe dovuto vedersela con la moglie Silvia. Anche se naturalmente a questo punto non sarà un saluto in terra italiana, ma eventualmente all’estero durante il prossimo tour estivo.

“Non si sa mai…tre anni fa non avrei mai pensato di indossare la maglia di Tolone e credevo avrei finito la mia carriera allo Stade Francais. Ora, invece, sono qui e me ne sento parte al 100%, anche se non sono arrivato da molto in questo club. Penso che questa decisione di rinunciare alla nazionale italiana ne sia in fondo una prova evidente. Ma nella vita non si può mai sapere…”.

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