Wimbledon, la Giorgi non si ferma: "Non c'è due senza tre"

Tennis
Camila Giorgi, numero 145 del ranking mondiale, è la prima azzurra ad accedere al terzo turno di Wimbledon 2012
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La ventenne di Macerata ha sorpreso tutti battendo Flavia Pennetta e ha superato la prova del 9 contro la Tatishvili grazie a un gioco alla Agassi ("ma scendo di più a rete"). Ora arrivano le prove più difficili: il terzo turno e i giornalisti

di Matteo Veronese

In realtà sarebbero già cinque, considerando anche i tre turni delle qualificazioni, e tutte ottenute senza cedere un set. Ma visto che si parla di Wimbledon, quello "vero", quello delle grandi, si può sussurrare che "non c'è due senza tre". Parliamo di vittorie, of course. Camila Giorgi lo sa, conosce il modo di dire e sorride senza riuscire a nascondere l'imbarazzo per la situazione tutta nuova che si trova a dover affrontare in questi giorni a Londra. Dopo la vittoria nel derby con la Pennetta, che l'ha catapultata al centro dell'attenzione mediatica, ecco che la prova del 9, ampiamente superata contro la georgiana Tatishvili, si porta dietro un altro carico di "lavoro".

Due vittorie di fila in una prova dello Slam, sai come si dice...?
"Sì, non c'è due senza tre. Speriamo davvero, sarebbe bello. Sto giocando bene, sono in forma, continuerò così".

Così "alla Agassi"? Lo disse di te una volta Adriano Panatta e oggi non è più l'unico a pensarlo.
"Sì, forse ho un po' il suo stile di gioco. A me però piace andare di più a rete".

Continuerà a crescere anche l'attenzione attorno a te, visto che tra uomini e donne c'è sempre meno Italia a Wimbledon. Una situazione nuova per te, come la vivi?
"E' vero, è una sensazione nuova, c'è più lavoro da fare dopo un match. Mi sembrano più difficili e stancanti le interviste che le partite sul campo. Ma va bene così, vuol dire che prima di questo c'è una vittoria".

Al prossimo turno affronterai la vincente tra la Babos e la Petrova, numero 20 del mondo ma già battuta pochi mesi fa a Memphis.
"Non so ancora chi dovrò affrontare, ma non cambierò il mio modo di giocare. La Babos non la conosco e ho battuto la Petrova sul cemento a Memphis, sì. Lei ha vinto il primo set, vedremo partita per partita..."

Appunto, si vedrà, giorno per giorno. Perché "il gioco e la classifica dell'avversaria non contano" e "le vittorie sono tutte belle". Ecco la forza di Camila: la sincera leggerezza con la quale affronta tutto ciò che sta attorno al campo, a Dothan come a Wimbledon, contrapposta alla determinazione che è facile leggerle negli occhi quando impugna la racchetta e abbatte, quasi fisicamente, le avversarie.