Il serbo, scivolato al 14° posto del ranking ATP dopo lo stop di sei mesi a causa dei problemi al gomito, rientra ufficialmente nel circus a Melbourne, dove ha già trionfato in sei occasioni. Sulla sua strada possibili incroci con Monfils, Sascha Zverev e Roger Federer
Sei mesi fa a Wimbledon, Novak Djokovic si dirigeva verso la rete nel secondo set dei quarti con Thomas Berdych, stringeva la mano all'avversario e chiudeva così la sua stagione, la peggiore della carriera. I guai al gomito destro, che gli hanno impedito per almeno quattro mesi di sollevare una racchetta, era giunti al culmine: un paio di settimane dopo, a fine luglio, il serbo dichiarò ufficialmente chiuso il suo anno agonistico, che lo aveva visto vincere 'zero tituli', per dirla alla Josè Mourinho. L'ex numero 1 del mondo, attualmente in 14^ piazza, aveva dovuto rinunciare allo US Open, primo Slam saltato dopo 51 consecutivi e 12 anni. Un duro colpo per il vincitore di 12 Major, tra cui sei Australian Open, di gran lunga il preferito di casa Djokovic. Non a caso, il serbo ha fatto di tutto per rientrare sul cemento di Melbourne, che lo ha visto trionfare nel 2008, 2011, 2012, 2013, 2015 e 2016. Dopo aver saltato l'esibizione di Abu Dhabi e l'ATP di Doha, Nole è tornato per un paio di allenamenti agonistici al Kooyang Classic e al Tie Break Tens. Risultati a parte, il dato confortante è quello che ha visto il 30enne di Belgrado giocare senza il dolore che lo aveva afflitto nell'ultimo anno e mezzo e che era prepotentemente tornato a fine 2017, mettendo in serio pericolo la sua partecipazione al primo Slam dell'anno.
Incrocio con Re Roger?
Il sorteggio non ha certo aiutato Djokovic a un graduale rientro all'agonismo. Nella parte bassa del tabellone, quella che vede come estremo la testa di serie numero 2 e grande favorito Roger Federer, il serbo esordirà nella notte tra lunedì e martedì contro lo statunitense Donald Young e potrebbe trovare al secondo Gael Monfils, reduce dal trionfo nel torneo ATP di Doha. Per Nole è alto il rischio di incrociare agli ottavi Sascha Zverev, passato il quale avrebbe sempre da scontrarsi con il 'mostro semifinale' chiamato Roger Federer. La condizione del gomito dovrà dunque essere al 100 percento già dai primi turni di servizio contro Young per poter ambire a qualcosa di più di un semplice gettone di partecipazione. Difficile che si ripeta un periodo d'oro come quello intercorso fra l'estate del 2014 e il Roland Garros del 2016, quando il serbo vinse sei Slam su otto, di cui quattro consecutivi. E' stato proprio il torneo parigino l'ultimo trionfo in un Major per Djokovic, che da allora ha avuto un calo perdendo in finale agli US Open, alle ATP Finals e uscendo malamente al primo turno ai Giochi di Rio. Nole avrà accanto il suo nuovo coach full-time, Radek Stepanek e anche il guru e consigliere Andre Agassi. L'americano, che ha conquistato tre volte gli Australian Open, è volato a Melbourne inaspettatamente, dopo essere rimasto coinvolto in un incidente in snowboard il mese scorso. Se si è scomodato anche il 'Kid di Las Vegas', allora significa che Djokovic è tornato per vincere, non certo per partecipare...