A Melbourne ci si aspetta la definitiva consacrazione di tre dei talenti più cristallini del circus. Zverev, Dimitrov e Kyrgios devono dimostrare di poter competere con i mostri sacri, andando a caccia del loro primo Slam della carriera
Il Maestro, il numero 1 del mondo e il giocatore più vincente della storia a Melbourne. Non è il remake di un film western: Federer, Nadal e Djokovic monopolizzeranno i riflettori degli Australian Open da lunedì fino al prossimo 28 gennaio, data della finale alla Rod Laver Arena. Nessun dubbio sul fatto che lo svizzero sia il favorito d'obbligo, seguito da Rafa e dal rientrante serbo, ginocchio e gomito permettendo. Il forfait di Andy Murray regalerà così la copertina a un quarto incomodo, che dovrà prendere il posto dello scozzese nei Fab Four, a Melbourne e magari anche nei mesi a venire. Con Wawrinka e Raonic rientranti dopo i vari guai fisici, Thiem non ancora a proprio agio sul cemento, Goffin e Cilic a cui manca sempre il centesimo per fare l'euro e Tsonga e del Potro dipendenti dai loro umori psicofisici, potrebbe essere la volta buona per i tre giocatori che, almeno nella fantasia dei tifosi, potrebbero prendere un giorno il posto di Federer, Nadal e Djokovic. Chi sono? Sascha Zverev, Grigor Dimitrov e Nick Kyrgios, il ricambio generazionale tutto talento e sregolatezza. Riusciranno i nostri eroi a mettere la testa a posto e conquistare il loro primo Slam della carriera?
Zverev, la prova del nove
Dei tre, l'unico famigerato vero Next Gen è Zverev, classe 1997, reduce dal suo miglior anno di sempre, con due trionfi in un Master 1000 e la ciliegina sulla torta della finale vinta a Montreal contro Roger Federer. Il tedesco è accreditato della testa di serie numero 4 del tabellone ed è finito proprio dalla parte del Maestro, che non più tardi di una settimana fa, gli ha impartito una dura lezione nella finale di Hopman Cup, lasciandogli la miseria due giochi dopo aver ceduto il primo set al tie-break. Il problema del tedeschino è che negli Slam, al momento, non è mai andato oltre il quarto turno (Wimbledon 2017), mentre in Australia si è addirittura fermato al terzo. Un eventuale incrocio con Djokovic e più tardi con Federer (semifinale) è il miglior test per capire se Sascha è diventato un top solo per le troppe assenze nel circus.
Dimitrov e Kyrgios, serve la testa
Un discorso analogo a quello di Zverev va fatto per Grigor Dimitrov, che si è scrollato di dosso l'etichetta di 'baby Federer' vincendo alla grande le ultime Finals di Londra, dove ha mostrato di valere quel pesante soprannome. Peccato che il bulgaro, classe 1991, di baby abbia ormai poco. Grigor, terza testa di serie e possibile semifinalista contro Nadal, è meno allergico a questi tipi di palcoscenici, essendo reduce dalla semifinale a Melbourne dello scorso gennaio, che aveva bissato il risultato raggiunto a Wimbledon nel 2014. Le Finals dello scorso novembre potrebbero aver sbloccato definitivamente il devastante braccio di Dimitrov. Discorso a parte merita Nick Kyrgios, che a 23 anni deve dimostrare di non voler essere ricordato solo come il 'bad-boy' del tennis. La vittoria a Brisbane, quarto titolo della carriera, è un buon viatico, anche se servirà più testa che braccio al tennista di Canberra per cercare di migliorare il suo record sul cemento di casa, che lo ha visto al massimo arrivare ai quarti di finale nel 2015. Troppo poco per un talento così...