Il più prestigioso torneo di tennis al mondo, come sempre, prevede delle condizioni uniche, che ogni anno rimescolano le gerarchie del circuito. Abbiamo messo in classifica i dieci giocatori più in forma in questo momento su una superficie di gioco così peculiare
L’arrivo di Wimbledon e della stagione tennistica sull’erba, oltre che caricare il tennis di quel fascino che resiste alle necessarie evoluzioni del gioco, rimescola tutte le carte in tavola. Il torneo più importante del mondo si prende la licenza di fare una cosa che nessun altro evento tennistico si azzarda di fare, ovvero redistribuire le teste di serie in base non solo al ranking ATP del momento, ma in base anche a un algoritmo che tiene conto in parte dei risultati su erba negli anni precedenti. In questo modo Roger Federer, che ad Halle ha perso di nuovo la vetta del ranking per non aver confermato il titolo del 2017, sarà comunque il primo favorito in tabellone anche formalmente e non solo per l’opinione pubblica.
Il rientro di Federer e il drastico cambio di superficie dal Roland Garros sono i due principali fattori che stravolgono l’ipotetica griglia di partenza di Wimbledon rispetto a quella che avevamo provato a stilare per lo Slam parigino. Come sempre, per scegliere i primi 10 favoriti, è stato necessario fare dei tagli piuttosto prestigiosi: Denis Shapovalov non ha convinto nei risultati e non ha ancora l’esperienza necessaria per esprimersi al meglio in uno Slam, così come Lucas Pouille (quarto finalista nel 2016), mentre altri profili più blasonati e che di solito si esprimono bene su erba sono stati piuttosto discontinui nei tornei propedeutici e più in generale nel corso della stagione, come Grigor Dimitrov e Sam Querrey. Dominic Thiem e Kei Nishikori, invece, traggono il meglio di sé stessi su altre superfici e di conseguenza anche loro sono rimasti fuori da questa lista, così come Andy Murray, che ha annunciato l’ennesimo forfait all'ultimo minuto dopo aver mostrato una condizione fisica altalenante.
10. Alexander Zverev
Tra i fratelli Zverev il più adatto all’erba è sicuramente il maggiore, Mischa, grande interprete del serve and volley che a Wimbledon potrebbe incrociare e infastidire Nadal al terzo turno. Tuttavia le maggiori speranze sono riposte sul fratello minore, Alexander, che possiede però caratteristiche diametralmente opposte. Il giovane Sascha Zverev non ha le stesse qualità a rete del fratello ed ha apertura più ampie che gli richiedono una posizione più distante dal campo. Dopo aver concluso un’ottima stagione sulla terra battuta (titolo 1000 a Madrid e 500 a Monaco di Baviera, finale a Roma e primo quarto di finale Slam in carriera al Roland Garros), Zverev ha disputato una sola partita nella stagione su erba, perdendola nettamente contro Borna Coric, un giocatore in forma e in grande crescita ma non un vero e proprio erbivoro.
Zverev, al Roland Garros, rispondeva sempre circa 4 o 5 metri dietro la riga di fondo. Lo fa perché non ha grandi capacità a tagliare l’angolo e impattare in avanti (soprattutto col dritto) e anche per completare il movimento dei colpi, visto che non è dotato di un braccio velocissimo. Ma sulla terra se lo può permettere, mentre sull’erba è più difficile recuperare campo.
Neanche Zverev arriva in grandi condizioni sull’erba. Tuttavia gli scorsi anni ha ottenuto due finali consecutive ad Halle e nel 2016 ha battuto Federer in semifinale nello stesso torneo, mentre nel 2017 proprio a Wimbledon ha raggiunto per la prima volta in carriera gli ottavi di finale in uno Slam. Le grandi capacità con servizio e rovescio, senza la necessità di caricare la palla con il dritto come di solito si deve fare sulla terra, gli torneranno utili anche su un terreno sfavorevole.
Anche il sorteggio tutto sommato gli dovrebbe consentire di acquisire quel ritmo partita sull’erba che finora non ha avuto modo di prendere in questa stagione: Zverev affronterà l’abbordabile James Duckworth al primo turno, uno tra Lorenzo Sonego e il più pericoloso Taylor Fritz al secondo turno, mentre al terzo se la vedrà con quel che resta di Ernests Gulbis oppure contro un giocatore più adatto alla terra battuta, uno tra Damir Dzumhur (sarebbe la rivincita del Roland Garros) e Maximilian Marterer. Il primo grande ostacolo arriverà eventualmente agli ottavi di finale, dove Zverev affronterebbe uno tra Kei Nishikori, Bernard Tomic o più probabilmente Nick Kyrgios. Forse Wimbledon non è il terreno migliore per permettere a Zverev di sfondare finalmente in uno Slam, ma d’altra parte il momento della sua carriera e la fiducia acquisita contribuiscono a non escluderlo nemmeno tra i favoriti.
9. Kevin Anderson
Come Zverev, anche Kevin Anderson si presenta a Wimbledon con un solo match giocato e perso, al Queen's al tie-break del terzo set contro Leonardo Mayer. Tuttavia la consapevolezza con cui il sudafricano si approccia ai campi in erba è completamente diversa rispetto a Zverev: Anderson ha già raggiunto tre volte gli ottavi di finale a Wimbledon e una volta, nel 2015, rischiò di battere l'allora invincibile Novak Djokovic e di arrivare ai quarti. Anderson viene da una stagione su terra estremamente positiva, con la semifinale raggiunta a Madrid e gli ottavi al Roland Garros, dove ha servito per il match contro Diego Schwartzman. Ma le sue capacità al servizio e nella risposta in anticipo, nonostante sia alto più di 2 metri, oltre che la precisione dei suoi attacchi con il dritto lungolinea lo rendono un giocatore naturalmente portato a competere a livelli alti su erba, e la prima finale Slam raggiunta allo scorso US Open è un traguardo importante che dovrebbe dargli fiducia in vista forse dello Slam preferito.
Partendo da testa di serie numero 8, Anderson ha pescato un buon tabellone. Potrebbe avere i primi problemi al terzo turno contro Kohlschreiber o Müller, ma al meglio dei 5 set sembra favorito con entrambi. Più duri gli ottavi di finale contro Monfils, Gasquet oppure Sam Querrey, che difende la semifinale dello scorso anno ma non ha mostrato lo stesso stato di forma. Partendo nuovamente favorito anche agli ottavi, Anderson raggiungerebbe Borna Coric o più probabilmente Roger Federer ai quarti di finale: una prova di maturità importante per un giocatore che sembra arrivato al meglio della sua carriera e le cui capacità tecniche sono sottovalutate, forse perché oscurate dall'efficacia del suo servizio.
8. Nick Kyrgios
Nick Kyrgios merita una riflessione a parte. I suoi risultati e soprattutto il modo in cui si sviluppano le dinamiche delle sue partite non chiariscono mai del tutto il su valore. Kyrgios ha probabilmente esasperato ancora di più la sua tendenza a disinteressarsi - o forse a fingere di disinteressarsi - del gioco e del risultato per fornire “spettacolo” per il pubblico, come dice lui. Eppure questa continua manovra di forzato rilassamento potrebbe essere una strategia per usare a propria indolenza per deconcentrare gli avversari.
Nella sua stagione su erba Kyrgios ha trovato il tempo di imitare il servizio di Federer e Monfils durante la partita contro Edmund al Queen’s, di rimanere immobile su un servizio abbordabilissimo di Feliciano Lopez, quasi per irriderlo, e successivamente è stato multato per aver perfino simulato una masturbazione durante un cambio di campo. Il tutto a seguito dei suoi tweener spesso inutili, delle seconde palle di servizio tirate a oltre 210 km/h e di lunghi periodi durante le partite, perfino contro Federer, nei quali stacca volutamente la spina per allentare la tensione dell’incontro, salvo tornare performante nelle fasi più decisive.
Eppure in questa intervista Kyrgios sembra molto più maturo di quanto appaia in campo. Dice: «Cerco sempre di migliorare il mio gioco, a volte penso che il servizio è un colpo che non posso migliorare molto ma non è così, penso che posso servire ancora meglio».
Kyrgios è un giocatore dal potenziale immenso soprattutto sull’erba, dove può sfruttare il suo servizio e il suo rovescio praticamente piatto senza apertura e senza l’utilizzo dei polsi, ma il suo carattere irrequieto lo potrebbe rendere vittima di alcune insidie nei primi turni. Affronterà Denis Istomin nella prima partita, un giocatore molto adatto all’erba ma un po’ fuori dalla condizione ideale, per poi vedersela con uno tra due giocatori non semplici da affrontare sul veloce come Robin Haase e Marius Copil, in vista di un terzo turno ancora più impegnativo contro Tomic o Nishikori. Gli ottavi di finale saranno ugualmente impegnativi ma potrebbe partire favorito anche contro Alexander Zverev, mentre ai quarti dovrebbe teoricamente affrontare Novak Djokovic in una sfida che sarebbe ricca di significati.
7. Borna Coric
Borna Coric è la sorpresa di questa stagione su erba, essendo un giocatore più simile al prototipo di tennista classico da terra battuta o da cemento piuttosto che sui prati, per effetto soprattutto dell’apertura ampia sul dritto che gli dà problemi anche e soprattutto sulla risposta al servizio, che spesso esegue con il dritto bloccato in back. Ma il grande lavoro con Riccardo Piatti di stabilizzazione del busto attraverso l’uso della mano sinistra e i miglioramenti proprio sul dritto, oltre che il fatto che l’erba di Halle non fosse velocissima almeno quest’anno, hanno generato la sorpresa più rilevante di questo scorcio di stagione: la vittoria su Federer in finale proprio ad Halle, impedendo il decimo titolo allo svizzero.
Essendo abituato a cambiare in lungolinea proprio con il dritto per non scambiare troppo sulla diagonale destra (e anche perché per lui è più facile giocare il dritto lungolinea perché rimane con il busto un po’ aperto, senza chiudere subito con la spalla destra), Coric può risultare efficace sull’erba proprio per questo motivo, essendo una superficie che premia di più i lungolinea, mentre il suo rovescio è davvero un colpo completo ed efficace e letale su qualunque terreno.
Proprio con un gran cambio con il dritto lungolinea, sul rovescio di Federer, Coric ha ottenuto il break decisivo nella finale di Halle.
Il caso, tuttavia, gli ha nuovamente riservato un sorteggio duro a Wimbledon, come gli era già capitato nella stagione su terra. Coric affronterà Medvedev al primo turno e già sarà complicato fronteggiare le continue accelerazioni piatte del giovane russo. Si ritroverà, oltretutto, eventualmente ancora di fronte Roger Federer agli ottavi di finale, ma con la consapevolezza di averlo appena battuto su erba e di averci giocato alla pari anche a Indian Wells. Dopo la brutta sconfitta contro Schwartzman al Roland Garros, Wimbledon sarà un nuovo banco di prova per la maturità di Coric che da mesi ormai si esprime come un top 10, senza tuttavia mettere in fila i risultati necessari per diventarlo effettivamente.
6. Rafael Nadal
La transizione di Nadal dal dominio sulla terra al passaggio alla stagione su erba è il tema ricorrente di questo periodo dell’anno. Lo spagnolo recentemente aveva detto di non essere sicuro di andare a giocare a Wimbledon perché «il passaggio dalla terra all’erba diventa sempre più difficile ogni anno per me a livello fisico. Quest’anno oltretutto ho iniziato a giocare sulla terra venendo da un infortunio», quello rimediato nei quarti di finale all’Australian Open contro Cilic che lo ha tenuto fuori praticamente per tre mesi.
Nadal ha rinunciato al Queen’s a cui si era iscritto, ma per prepararsi a Wimbledon ha giocato un’esibizione ad Hurlingham contro Matthew Ebden, che in precedenza ha messo in difficoltà Federer ad Halle. In questa sfida, contro un giocatore che non disdegna il serve and volley, Nadal ha messo in mostra tutti i suoi recenti aggiustamenti che potrebbero renderlo competitivo anche su erba: appena possibile cerca di accelerare in lungolinea con entrambi i fondamentali, senza caricare il dritto, mentre già sul finale della scorsa stagione aveva lavorato molto sulla risposta in anticipo vicino al campo, che gli riesce nettamente meglio di rovescio. Anche contro Ebden, infatti, Nadal ha giocato molte più risposte efficaci passando l’australiano a rete con il rovescio piuttosto che con il dritto, con il quale ha steccato molte più palle sul servizio proprio di Ebden.
Sfruttare la maggiore debolezza della risposta in anticipo di dritto di Nadal potrebbe essere un’arma importante per il servizio mancino di Mischa Zverev, grande interprete del serve and volley (così come lo era Gilles Müller che lo scorso anno batté Nadal proprio a Wimbledon) che potrebbe affrontare lo spagnolo al terzo turno. Nadal non dovrebbe avere problemi contro Dudi Sela al primo turno, mentre più insidiosa si rivelerà la seconda partita contro Kukushkin o, soprattutto, Vasek Pospisil, gran bombardiere. Per lo spagnolo a Wimbledon le difficoltà iniziano subito e, anzi, l’erba più vergine dei primi giorni gli complicherà gli spostamenti laterali. Ma se dovesse uscire vincitore dalle possibili trappole di Pospisil e Mischa Zverev, Nadal entrerà senza dubbio tra l’elenco dei favoriti per provare a ripetere la doppietta Roland Garros-Wimbledon, che gli manca ormai dal 2010.
5. Juan Martin Del Potro
Insieme a Borna Coric e Hyeon Chung, Juan Martin Del Potro è forse il giocatore che ha alzato di più il proprio livello di gioco rispetto allo scorso anno, per lo meno tra quelli delle fasce medio-alte. I miglioramenti più evidenti di Del Potro hanno riguardato il rovescio: l’argentino è riuscito a trovare un compromesso nell’utilizzo di braccia e spalle che gli consente di giocare molti più rovesci in top in anticipo, senza usare il polso sinistro dolorante, anziché andare in back come faceva costantemente dal 2016 (da Indian Wells 2017 a Indian Wells 2018 Del Potro ha diminuito del 13% la percentuale di rovesci giocati in back). È riuscito anche a sbloccare un colpo che gli mancava anche negli anni d’oro, il rovescio lungolinea, approfittando del maggior anticipo che deve avere ora sulla palla.
Del Potro in genere preferisce superfici dure non troppo veloci (non stupiscono le sconfitte contro Bautista Agut ad Auckland e Berdych all’Australian Open) ma la sua competitività generale, mostrata anche sulla terra, a Roma e al Roland Garros in particolare, lo renderà pericoloso a Wimbledon anche in virtù dei miglioramenti appena citati, oltre che per un maturato e sapiente utilizzo del rovescio tagliato e una migliore posizione a rete studiata con il suo coach Sebastian Prieto, ex ottimo doppista. I primi turni contro Gojowczyk e forse Feliciano Lopez saranno impegnativi ma non proibitivi, mentre al terzo turno Del Potro è atteso da un match duro contro Paire, Shapovalov o Chardy nel quale in ogni caso partirebbe favorito contro tutti e tre. Più abbordabili gli ottavi di finale, mentre Nadal ai quarti sull’erba sarà un avversario tosto ma decisamente più giocabile rispetto all’esecuzione capitale avvenuta in semifinale al Roland Garros. Molti avversari pericolosi, su tutti Federer e Cilic, sono dall’altra parte del tabellone e per Del Potro nulla è precluso, nemmeno la prima storica vittoria in carriera a Wimbledon.
4. Milos Raonic
Dopo una serie interminabile di infortuni, Raonic attendeva con ansia l’arrivo della stagione su erba 2018. Alla fine è riuscito ad avere un problema fisico anche al Queen’s, alla spalla destra, anche se dalle indiscrezioni il suo ritiro prima di scendere in campo contro Feliciano Lopez sembrerebbe precauzionale e non preoccupante in vista di Wimbledon. In precedenza, tuttavia, Raonic ha perso in finale a Stoccarda contro Federer mostrando un ottimo livello di gioco, che già a Miami a marzo lo aveva posto in netta crescita rispetto all’inizio di stagione in cui sembrava appesantito e non riusciva più a seguire i servizi a rete, la sua chiave di volta del salto di qualità nel 2016.
Raonic non utilizza più così spesso servizi vari, tagliati, precisi e vicini alle righe come due anni fa, ma quanto meno la crescita fisica rispetto a gennaio gli permette di andare a chiudere a rete sfruttando soprattutto la potenza, anziché i tagli e la precisione.
L’erba, oltre che per il suo servizio, sembra la superficie più adatta per esaltare il rovescio di Raonic, sia quello in top con il finale un po’ trattenuto (che su erba non diventa un problema) che soprattutto quello in back, che già a Miami giocava con grande scioltezza e con cui molto spesso disegnava il campo. Il primo vero ostacolo a Wimbledon dovrebbe arrivare al terzo turno contro Denis Kudla o soprattutto Lucas Pouille, mentre la sua bassa testa di serie (numero 13) lo costringerà eventualmente a un durissimo ottavo di finale contro Marin Cilic, nel quale partirebbe leggermente sfavorito. Dovesse vincere, però, il tabellone gli aprirebbe una semifinale contro Federer, possibile rivincita del 2016.
3. Novak Djokovic
Novak Djokovic non è sembrato per nulla turbato dalla sconfitta contro Marco Cecchinato ai quarti di finale al Roland Garros, forse elaborando la buona qualità della sua prestazione e il livello altissimo mostrato dal suo avversario. Di sicuro la tenuta mentale che Djokovic ha evidenziato nella stagione su erba lo pone in una posizione nettamente più alta rispetto a un anno fa, in crescita sia fisica che psicologica e prontissimo per tornare a vincere uno Slam.
Dal punto di vista tecnico, Djokovic sembra finalmente aver ritrovato la sua risposta, un colpo imprescindibile su erba, soprattutto per lui, e che ha mostrato in grande condizione anche nel match di doppio giocato al Queen’s in coppia con Stan Wawrinka contro Daniell/Koolhof. Nello stesso torneo ma di singolare, tuttavia, anche negli incontri dominati ha fatto un po’ fatica sulle palle più basse, sia con il dritto (per via della sua impugnatura molto aperta) che con il rovescio bimane, costretto a volte ad alzare la traiettoria (pericoloso sull’erba perché dà la possibilità all’avversario di “schiacciare” la palla piatta) e altre a giocare in back. Anche questo problema è stato alla base della sconfitta in finale contro Cilic, comunque contro un avversario fortissimo e in una partita dove Djokovic ha avuto match point e altre occasioni per vincerla in ogni caso.
Chardy gioca un back che costringe Djokovic a sua volta a rispondere con un altro rovescio tagliato. Il francese forse lo aveva capito già in anticipo e si sposta velocemente sul dritto per accelerare in modo definitivo. Uno schema che altri potrebbero provare a replicare contro Djokovic.
Appare difficile che Djokovic possa perdere da Edmund al terzo turno, mentre agli ottavi di finale pur con un testa di serie abbastanza bassa (12) ha evitato tutti gli avversari più scomodi. Agli eventuali quarti di finale partirebbe favorito sia contro Kyrgios che contro Nishikori, che contro Alexander Zverev. La sua esperienza potrebbe renderlo pericoloso specie nelle fasi finali, dove non incontrerebbe né Federer né Cilic (forse i due avversari più pericolosi), che sono dall’altra parte del tabellone. Visto lo stato di forma non certo inattaccabile di Federer, Wimbledon 2018 è la vera occasione per tornare a vedere Novak Djokovic vincere un torneo dello Slam dopo più di due anni.
2. Marin Cilic
Essendosi già presentato come uno dei principali favoriti al Roland Garros, Marin Cilic a maggior ragione lo sarà per difendere la finale a Wimbledon e provare a vincere per la prima volta il torneo. Cilic non ha mai compiuto quel salto di qualità nelle verticalizzazioni che ha permesso a Raonic di arrivare in finale ai Championships nel 2016, ma ha pian piano consolidato tutte le sue caratteristiche tecniche da sempre adatte ai campi veloci, anche le più sottovalutate come la risposta al servizio. Non solo Cilic serve benissimo e con tagli insidiosi soprattutto nel servizio interno slice, ma pur essendo molto alto è piuttosto reattivo in risposta e soprattutto molto abile ad accorciare i movimenti di preparazione con entrambi i fondamentali, riuscendo a ribattere sempre efficacemente presto, in anticipo e molto spesso profondo.
Cilic risponde aggressivo accorciando la preparazione del dritto e impostando lo scambio in pressione, sbattendo Djokovic fuori dal campo. In questo modo si aggiudica in break decisivo della finale del Queen’s.
Cilic è giunto per la terza volta in carriera in finale al Queen’s, imponendosi per la seconda volta, forse la prima effettiva dopo la squalifica di Nalbandian nel 2012 a partita in corso per aver tirato un calcio a un giudice di linea. A Wimbledon le prime insidie potrebbero arrivare contro Filip Krajinovic al terzo turno e soprattutto Milos Raonic agli ottavi, ma Cilic guarda già alla semifinale contro Federer che, dopo il quinto set raggiunto e perso in Australia, affronterebbe con una consapevolezza diversa. Per molti addirittura Cilic è il favorito assoluto: si tratta forse di un pronostico azzardato, per un giocatore che non ha mai vinto Wimbledon e non ha mai dominato su questa superficie, ma la sua prima vittoria ai Championships non stupirebbe nessuno.
1. Roger Federer
La posizione di favorito di Roger Federer non rispecchia soltanto il suo blasone. Pur avendo mostrato qualche appannamento, specie ad Halle, è comunque reduce da 8 vittorie (consecutive) e una sconfitta, nella partita contro Coric, che avrebbe comunque potuto anche vincere in due set. Se la prima settimana, a Stoccarda, Federer ha fatto fatica a ritrovare inizialmente il ritmo partita anche a causa degli scambi brevissimi a cui lo costringeva Mischa Zverev nel primo match, ad Halle lo svizzero è sembrato subire fisicamente la seconda settimana consecutiva piena di incontri ufficiali, tutti giocati in giorni consecutivi. La settimana di riposo prima di Wimbledon gli permetterà di risalire di condizione fisica, ma già a inizio stagione Federer aveva mostrato un’inevitabile calo atletico rispetto al 2017 ed è difficile che in pochi giorni possa tornare sui livelli di forma fisica anche solo di un anno fa. Ricordiamoci sempre che tra poco più di un mese compirà 37 anni.
Per esprimersi al massimo, e sull’erba in particolar modo, Federer ha bisogno più di ogni altra cosa di essere centrato nell’esecuzione del rovescio in anticipo, fin dalla risposta al servizio. Il nuovo colpo, implementato a inizio 2017 lo ha aiutato a guadagnare diversi centimetri di campo negli impatti da quella parte e, soprattutto a Stoccarda, si è visto anche quest’anno, soprattutto nell’efficacia con cui Federer ha risposto a servizi devastanti come quelli di Kyrgios e Raonic. Mentre nella finale di Halle contro Coric, anche a causa del calo atletico nel corso dei giorni, Federer ha risposto piuttosto spesso in ritardo e col back, rallentando la palla e dando al croato la possibilità di comandare anziché rispondergli nei piedi, dimostrando anche negli scambi normali di soffrire dalla parte del rovescio (che Coric era molto bravo a prendergli viste le sue caratteristiche tecniche) spostandosi molto spesso sul dritto, a volte anche in ritardo.
Qui i punti di impatto della risposta di Federer a Stoccarda contro Guido Pella, nel primo set. La palla viene colpita praticamente la metà delle volte dentro al campo (47%), anche sulla prima e soprattutto con il rovescio da sinistra (evidenziato in giallo) sul servizio mancino dell’argentino. Le risposte saranno quasi tutte profondissime: il 94% rimbalzeranno oltre la riga di servizio del campo di Pella, il 44% addirittura negli ultimi 3 metri di campo.
La naturale adattabilità di Federer all’erba, e il maggior numero di partite propedeutiche a Wimbledon giocate rispetto al 2017, non dovrebbero renderlo vittima di possibili trappole nei primi turni, come accadde nel 2013, quando cedette al serve and volley di Sergiy Stakhovsky. Affrontare eventualmente Karlovic al terzo turno non sarà una passeggiata sull’erba, ma molto più facile farlo al meglio dei 5 set. Più complicato l’attesissimo ottavo di finale contro Borna Coric. Federer però, come sempre sull’erba, dovrà guardare prima di tutto in casa propria: è da lui che dipendono le possibilità di vederlo trionfare per la nona volta sul palcoscenico più prestigioso del tennis mondiale.