Dichiarazioni choc da parte dello zio e mentore del n°2 del mondo: "Vuole continuare nonostante i problemi fisici, forse altri due o tre anni, nessuno lo sa". Nadal è atteso al ritorno in campo sull'amata terra rossa di Montecarlo
"Rafa non è un giocatore di tennis. E' una persona infortunata che gioca a tennis. Vuole continuare a giocare, a prescindere dai suoi problemi fisici. Chissà, due o tre anni ancora. Fino a quando, non lo sa nessuno". Parole di Toni Nadal, zio e mentore del fenomeno maiorchino, che da un anno e mezzo ha lasciato la guida tecnica del 17 volte vincitore di uno Slam per prendere in mano l'Academy di Manacor. Intervistato da 'Cinco Dias', Toni non ha usato giri di parole per descrivere lo stato di salute del nipote, che a 32 anni è ormai flagellato da problemi fisici di ogni genere. Le statistiche sono impietose: Rafa ha dato forfait o non ha terminato 17 degli ultimi 20 tornei sul cemento, ultimo il Masters di Miami che ha seguito il forfait in semifinale a Indian Wells con Roger Federer, causato dal riproporsi della cronica tendinite al ginocchio. Lo spagnolo, numero 2 del ranking ATP, è attualmente allenato da Carlos Moya, con cui la relazione è di "grande rispetto reciproco", come ammesso da zio Toni.
Nadal torna a Montecarlo dal 14 aprile
Rafa si appresta a tornare in campo dopo una campagna sul cemento davvero complicata, in cui ha perso a Melbourne in finale, ad Acapulco agli ottavi (con tanto di polemica con Kyrgios) e a Indian Wells in semifinale (forfait con Federer). Con la primavera, però, Nadal ritrova il giardino di casa, ovvero l'amata terra rossa. Si parte il 14 aprile con il torneo di Montecarlo (diretta esclusiva Sky), poi sicuramente gli altri Masters di Madrid e Roma, prima di tentare l'assalto al 12° Roland Garros della carriera. Rafa, attualmente n° 2 del ranking mondiale dietro a Novak Djokovic, dovrà difendere ben 4.680 punti da Montecarlo a Parigi: un'impresa complicata, specialmente se il fisico non darà una mano all'acciaccato maiorchino.