Wimbledon, Paul Jubb e una storia speciale: l'orfano che sogna ai Championships

Tennis

Classe 1999 e numero 472 del ranking Atp, il tennista inglese ha ricevuto una wild card per il tabellone principale. Traguardo importante per un ragazzo privo dei genitori dall'età di 3 anni e cresciuto ad Hull con nonna Valerie. Primo britannico ad aggiudicarsi il titolo maschile nel campionato NCAA, Jubb ammira Djokovic e non intascherà il prize money: vuole restare dilettante per terminare l'Università. Da lunedì 1 luglio Wimbledon è in esclusiva su Sky Sport (6 canali dedicati con mosaico interattivo)

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Esperienza e gioventù tra le wild card già assegnate per il tabellone principale di Wimbledon, appuntamento del Grande Slam sull’erba dal 1 al 14 luglio. Non servono presentazioni per Baghdatis e Feliciano Lopez, piuttosto la curiosità accompagna il nome del giovanissimo Paul Jubb. Classe 1999 e attuale numero 472 del ranking Atp, il tennista originario di York è stato premiato dall’All England Club grazie al trionfo nel singolare maschile del campionato NCAA: primo britannico a riuscirvi lo scorso mese, l’incursione ad alti livelli di Jubb è dettata proprio dall’exploit con il titolo universitario negli Stati Uniti. Numero uno del suo college (University of South Carolina), il promettente Paul ha sconfitto 6-3, 7-6 il portoghese Nuno Borges ad Orlando e ha inciso il suo nome in un albo d’oro esaltante: Connors, McEnroe, Bob Bryan e Isner, tra gli altri, i nomi dei campioni che in passato si sono imposti in orbita NCAA. Un successo che gli avrebbe riservato una wild card per lo US Open ma non secondo la USTA (la federazione del tennis a stelle e strisce) poiché cittadino non americano.  Poco male per il 19enne inglese, accolto proprio a Wimbledon nonostante la sua classifica non fosse idonea nemmeno a livello Challenger.

Infanzia difficile: la storia di Paul Jubb

Come detto originario di York ma trasferitosi ad Hull all’età di tre anni, Jubb è cresciuto con nonna Valerie dopo essere rimasto orfano. Il papà di Paul si era tolto la vita a trent’anni (poco dopo la nascita del figlio) dopo aver prestato servizio in Bosnia e Irlanda del Nord nel reggimento dello Yorkshire del Principe di Galles. Come confermato al Mirror da Valerie Jubb, Shaun soffriva di disturbo da stress post-traumatico a causa del matrimonio in crisi. Altrettanto tragica la vicenda nella quale è scomparsa mamma Jacinta, deceduta in ospedale nel 2008. Entrambi i genitori sono ricordati con un tatuaggio sul torace dal giovane tennista, sostenuto fin dalla tenera età da nonna Valerie attraverso la pensione e l’assegno di famiglia in una casa popolare di Hull. A livello di carriera giovanile, invece, Jubb ha ricevuto il primo supporto degli insegnanti (scuola elementare di Golders Hill) che lo hanno introdotto in un club, il Pelican Park, costituito da campi da tennis abbandonati. E dopo l’esperienza alla Nuffield Health Tennis Academy di Hull, il talentuoso Paul si è fatto notare dalla federtennis britannica grazie a James Trotman: fu proprio il tecnico federale a destinarlo al suo coach, Josh Goffi. Arrivano i risultati (trionfo nei campionati nazionali Under 16) e pure una borsa di studio per trasferirsi negli States: destinazione South Carolina con una nuova avventura collegiale, lui che studia gestione della vendita al dettaglio.

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#happyfathersday RIP🙏🏽

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Il trionfo NCAA e il sogno Wimbledon

La marcia nella stagione NCAA ha registrato solo due stop prima di un trionfo esaltante, tuttavia Jubb è tornato in patria dall’inizio della parentesi sull’erba. Strappato un set a James Ward (numero 205 Atp) al Challenger di Surbiton, superato un turno a Nottingham e ben due a Ilkley (battuto il n. 115 Thiago Monteiro). E soprattutto, sulla strada del tabellone principale all’Atp 250 di Eastbourne, Paul si è sbarazzato di Istomin e di un top 100 come Rublev (78° posto in classifica) prima di cedere contro Fritz all’esordio. Insomma, un impatto da applausi sull’erba per il ragazzo che ha in Djokovic il suo modello: "Amo il suo stile, elegante e semplice. L’ho seguito per tanto tempo e mi sento a mio agio nel replicarne la risposta al servizio". Chissà se avrà la fortuna d’incrociarlo, appuntamento storico per Jubb che ha deciso di non instascare il prize money di Wimbledon (45mila sterline in caso di sconfitta al primo turno): la volontà è quella di restare dilettante per continuare l’Università dove dovrebbe terminare gli studi nel 2020. Le regole accademiche prevedono che potrà essere rimborsato solo per viaggi, allenamenti e pernottamenti: "Sono felice di questa incredibile opportunità – ha spiegato -, da ragazzino cresciuto ad Hull è stato uno splendido sogno arrivare fino a qui. Ho ancora tutta la mia carriera davanti e questo è ciò che mi emoziona di più". Tornerà negli Stati Uniti dopo Natale per conseguire la laurea come ha spiegato nonna Valerie, figura centrale nella sua vita quanto lo sport: "Il tennis l’ha tenuto occupato a non smarrire la retta via -, le sue parole al Mirror -, tuttavia non sarò presente sugli spalti a Wimbledon. I biglietti costano mille sterline, non posso permettermeli. Ma non posso descrivere quanto sia orgogliosa di lui, farò il possibile perché la fama non lo cambi". Un sogno divenuto realtà per entrambi, Paul e Valerie, più forti delle difficoltà incontrate nella vita.