US Open, il programma di oggi: Sinner e Arnaldi a caccia degli ottavi

il programma

Michela Curcio

Jannik ritrova Stan Wawrinka sulla sua strada (3° match dalle 17 sull'Armstrong), quattro anni dopo l'esordio Slam proprio a New York contro l'elvetico. In campo anche Arnaldi (2° match sul Campo 17) che sogna contro il n. 16 del seeding Cameroon Norrie. Nel torneo femminile c'è Lucia Bronzetti contro la cinese Zheng (3° match sul Campo 5). Lo US Open è in diretta su SuperTennis, canale 212 del telecomando Sky

ARNALDI-ALCARAZ LIVE

Esperienza contro gioventù, tre titoli Slam contro le ambizioni di chi, tra dieci giorni, vuole alzare la coppa al cielo sull’Arthur Ashe: la sfida di terzo turno tra il classe 2001 Jannik Sinner e il classe 1985 Stan Wawrinka non è semplicemente un affascinante confronto generazionale e di stili, ma è soprattutto il primo, vero, termometro per misurare le ambizioni di chi, dopo aver vinto il primo Masters 1000, punta sempre più in alto. Sarà pronto – fisicamente e mentalmente – l’altoatesino ad andare oltre i propri limiti nella New York in cui tutti i sogni diventano realtà? 

La sesta volta tra Jannik e Stan

Gli scontri diretti tra i due sembrano suggerire di sì. Sinner e Wawrinka si sono già affrontati cinque volte, ma, nel bilancio complessivo, bisogna tracciare una linea tra prima e dopo il 2019. “Stan the Man”, infatti, è riuscito ad avere la meglio sul giovane Jannik – e per due volte di fila – soltanto nell’anno in cui l’altoatesino era poco più di un diciottenne che stava completando, a velocità impressionante, la transizione dal circuito Challenger, dove ci si bagna i piedi nel tennis che conta, ai grandi palcoscenici ATP. Fu proprio Wawrinka a battezzare Sinner al debutto in assoluto in uno Slam: sempre agli US Open, ormai quasi quattro anni fa. Finì 6-3, 7-6, 4-6, 6-3 in quasi tre ore di gioco, ma lo svizzero rimase impressionato, tanto da applaudirlo mentre usciva dal campo. Neanche un mese dopo, i due si ritrovarono davanti ad Anversa con Jannik che aveva già compiuto un passo in avanti, in forma di una semifinale – la prima in carriera – nel circuito maggiore. Anche in quel caso fu “Stan the Man” ad avere la meglio, per poi perdere la finale contro un epico Andy Murray, al rientro dopo l’operazione all’anca.

 

Esperienza ed esplosività nei colpi e nelle gambe: tre anni dopo era inevitabile che l’inerzia si ribaltasse. Dal primo turno di Wimbledon nel 2022, ai quarti di finale di Rotterdam e gli ottavi di finale a Indian Wells nel 2023: tre partite in cui Wawrinka, per quanto sempre generoso e grintoso in campo, è sembrato andare a velocità rallentata rispetto a un Sinner non più teenager, maturato, evoluto, migliorato anche nelle variazioni tattiche. Agli US Open tutto lascia presagire che Jannik porterà a quattro la striscia di vittorie di fila contro lo svizzero. Al trentottenne Stan, che comunque rimane il più anziano di sempre al terzo turno a Flushing Meadows dopo Jimmy Connors, non resta che andare all in, rischiare il tutto per tutto sia con il dritto con il rovescio e sperare che la partita non si prolunghi. E finché Wawrinka avrà ancora quel fuoco dentro che gli si è visto, evidentissimo, nelle lacrime di Umago, dopo la finale persa contro Alexei Popyrin, sarà sempre giusto vederlo in campo. Impossibile non rispettare chi si dispera per un titolo 250 nonostante i tre Slam vinti nell’epoca di Federer, Nadal e Djokovic.

Arnaldi sogna contro Norrie

A Flushing Meadows sogna anche un altro italiano, Matteo Arnaldi, impegnato in una sfida non semplicissima contro la testa di serie numero 16, Cameron Norrie. Tra i due non esistono precedenti, il che rischia di essere uno svantaggio più per l’italiano che per il britannico. Le curve mancine – e di difficile lettura – di Norrie, insieme a un rovescio non esattamente ortodosso, potrebbero rivelarsi un rebus di difficile risoluzione per un Matteo che non ha mai navigato a simili latitudini a livello Slam. L’alternativa è che l’inesperienza diventi incoscienza positiva, sfruttando l’adrenalina che Arnaldi avrà ancora in corpo dopo la vittoria “green” contro il classe 2004 Arthur Fils, al termine di una sfida divertentissima durata quattro ore e terminata 6-4 al quinto set per l’italiano. Poi, in realtà Norrie, che non è mai andato oltre gli ottavi di finale agli US Open, non sembra anche in uno stato di forma straripante. Chissà, provarci – e sognare – non costa nulla.

Gli altri match di giornata

A giocarsi un posto agli ottavi di finale, oltre a Carlos Alcaraz e Daniil Medvedev, impegnati rispettivamente contro Dan Evans e Sebastian Baez in due partite che sembrano già scritte, anche Alexander Zverev che dovrà superare Grigor Dimitrov per “regalarsi” potenzialmente Jannik Sinner. I precedenti dicono 5-1 per il tedesco, con il bulgaro che ha vinto soltanto la prima sfida, al primo turno di Basilea, nel lontano 2014, con il giovane Zverev che aveva appena 17 anni ed era in tabellone con una wild card. Poi, da adulti, troppo importante il gap sulla diagonale di rovescio, interpretata sempre da manuale da Sascha, perché Grigor potesse impensierirlo con le proprie magie a una mano. Perché Dimitrov possa ribaltare un pronostico per il quale non è favorito, dovrà usare tutte le opzioni a propria disposizione con il servizio e chiedere gli straordinari al proprio dritto per creare dubbi a Zverev proprio su quel lato di dritto che nel 2021 sembrava definitivamente sistemato e che, invece, dopo il maledetto infortunio alla caviglia in semifinale al Roland Garros un anno fa, è tornato di nuovo a scricchiolare. Un così affascinante confronto di stili meriterebbe proprio di infiammarsi in un posto “infiammabile” come Flushing Meadows.