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Jannik Sinner presenta la sua fondazione: "Il nostro impegno per lo sport e l’istruzione"

l'intervista

E' stata presentata a Milano la "Fondazione Sinner". A spiegare l'iniziativa è lo stesso Jannik in un'intervista a Sky Sport: "Un impegno per lo sport e l'istruzione. Il tennis mi ha cambiato la vita, volevo aprire questa Fondazione molto prima. E' un modo per restituire qualcosa ai ragazzi e alle ragazze". E sui prossimi impegni: "Ora vado a Pechino. Sono carico e pronto per ripartire e diventare un giocatore ancora più forte, il prossimo grande obiettivo sono le Finals a Torino"

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Jannik Sinner ha presentato a Milano la sua ‘Fondazione Sinner’ e in un’intervista con il direttore di Sky Sport, Federico Ferri, ha parlato di questo e dei suoi prossimi impegni, dall’Atp di Pechino fino alle Atp Finals di Torino. Ecco le parole del numero 2 del mondo.

Questa poteva essere l'occasione per un'intervista con te senza parlare di tennis, nel giorno della presentazione della tua fondazione ma, comunque, dal tennis dobbiamo partire perché se tu oggi sei qui e puoi annunciare questo progetto è per merito anche di quanto il tennis ha cambiato la tua vita.

 

"Certamente il tennis mi ha insegnato tante cose, sia la persona che sono sia ovviamente come giocatore. Soprattutto, mi ha cambiato la vita con tante altre cose esterne. La Fondazione per me è sempre stata una parte molto importante. La volevo aprire molto, molto prima. Ma abbiamo detto: 'facciamo le cose per bene, prendiamo un pochettino più di tempo'. Ora con tutto il team, con Alex, con Cristina, con Luca, con Stefano ed io, credo che siamo delle persone molto competenti e speriamo di fare una cosa molto bella e, soprattutto, che resti lì per un bel po'. No, non è un qualcosa che durerà per un anno e poi nulla più, vogliamo provare a fare tante cose positive. Ovviamente senza la mia carriera tutto questo, dal mio punto di vista, non sarebbe stato possibile".

 

 

Hai mai pensato che fra i giovani, le ragazze e i ragazzi che vi proponete di aiutare con questa fondazione, magari avresti potuto esserci tu? Ti sei mai messo nei panni di un ragazzo che ha talento ma che non riesce a esprimerlo perché non ha trovato l'occasione giusta?

 

"Sì, perché anch'io, quando ero giovane, facevo parte di una famiglia molto normale che mi ha sempre permesso di fare tutto quello che volevo, avevamo i soldi ma non più di tanto. Mi reputo fortunato anche considerando che sono nato in un luogo dove ci sono tante opportunità: c'è il campo da calcio, il campo da tennis, puoi andare in bici, puoi correre. Tutto è già costruito, magari un altro ragazzo non ha tutte queste possibilità anche dal punto di vista dell'educazione. Spero che soprattutto i ragazzi si sentano fortunati ad avere me o tanti altri sportivi che cercano di aiutarli. Per me la formazione è molto più importante di tantissime altre cose. Vediamo come vanno le cose, sono entusiasta ma anche consapevole di come tutto andrà bene".

 

 

Ci sono due parole che sono particolarmente adatte in un'occasione come questa: una è responsabilità, e tu ne sai qualcosa in tanti campi, l'altra è restituzione. Credo che ci sia anche da parte tua grande rispetto per il luogo in cui sei nato, l'hai dimostrato spesso. Una volontà di dire 'adesso ci sono e voglio ricambiare la fortuna che ho avuto, le opportunità che mi sono state date'

 

"Secondo me non è ricambiare, più che altro dare qualcosa indietro. E' forse questa l'espressione giusta. Ovviamente la parte di responsabilità è un po' diversa perché siamo in cinque e quindi si riesce a gestire tutto in modo migliore, parliamo di cosa possiamo fare e tantissime altre cose. Il nostro progetto è molto semplice, voglio dare indietro qualcosa ai ragazzi. Io ho iniziato a sciare 15 anni fa e costava una cifra, ora ancor di più e ci sono tantissime famiglie che ormai non possono permettersi neanche di comprare un paio di sci. Tempo fa tante cose costavano la metà. Noi dobbiamo essere realisti, non andremo subito dall'altra parte del mondo. Ho scelto di iniziare da dove sono nato perché sono dell'Alto Adige, so come sono le cose, per questo iniziamo da lì. Poi cercheremo di allargarci il più possibile".

 

 

In questa storia c'è anche un'amicizia, un legame che è quello con Alex Vittur, con cui hai detto di aver parlato a lungo anche di questa di questa fondazione. C'è tanto del vostro legame, in quello che state facendo qui e, in generale, nel vostro percorso insieme nel mondo del tennis, ma non solo

 

"Io e Alex ci conosciamo ormai da undici anni, io avevo la metà dei miei anni più o meno ed è una persona fondamentale per me perché mi fido, è la persona che più sento vicina perché ha più o meno le mie stesse caratteristiche personali. Lavoriamo insieme, ma è anche il mio migliore amico, c'è un legame che non ho con nessun'altra persona e che probabilmente non avrò più nella mia vita. Quando ti conosci da giovane con una persona che ti parla in modo diverso, perché l'ha sempre fatto in modo molto onesto e che, anche quando ho vinto tornei grandissimi mi ha detto 'devi fare altre cose per tenere i piedi per terra', è diverso. Ho iniziato a guadagnare quando avevo vent'anni e, magari, non sarei la persona che sono ora perché comunque è un po' diverso. Ovviamente anche c'è la mia famiglia che è molto simile ad Alex, però ormai parlo più con lui che con loro. Abbiamo condiviso dei valori e sono molto contento che lui resti la persona che è e che non è mai cambiata. Il nostro rapporto ora è più maturo perché non ho più 15 anni ma 24, ho anch'io la mia vita. Fuori dal tennis ho tante altre cose, ma speriamo che il nostro legame resti così per sempre".

 

 

Si chiude quindi con la presentazione di questa Fondazione questo piccolo periodo non dico di vacanza ma di sosta. Sei pronto a ripartire?

 

"Certo, l'obiettivo resterà sempre quello di tirare la palla sul campo, ma ovviamente ce ne saranno anche di nuovi. Ora parto per Pechino, ci sono ancora tanti tornei importanti per me però mi sento pronto fisicamente. Mi sento bene, dopo lo US Open ho staccato un po' la testa e quindi ora mi sento pronto per ripartire, pronto per fare qualche cambiamento e diventare un giocatore ancora migliore. Ovviamente so anche il supporto che ho dall'Italia e, visto che i grandi Slam sono già finiti, l'obiettivo saranno le Finals di Torino. Voglio giocare bene in quel torneo e poi vediamo come vanno le cose. Sono super contento di tornare di nuovo in campo perché è lì che mi sento vivo. Mi sento al sicuro, quindi non vedo l'ora".

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