Sinner sarà tra i favoriti delle ATP Finals 2024. L'altoatesino è alla 3^ presenza al torneo di fine anno: l'esordio nel 2021, quando subentrò all'infortunato Berrettini, primo italiano a vincere in singolare un match alle Finals nel 2019. Quattro azzurri hanno giocato il torneo dei 'maestri' in singolare, due le presenze in doppio. Il torneo in diretta su Sky Sport e in streaming su NOW
L'Italia del tennis continua a riscrivere la propria storia. Quest'anno ci ha pensato Jannik Sinner, che a Melbourne e New York è diventato il secondo azzurro a vincere un torneo dello Slam in singolare maschile. Non solo, perchè il 23enne altoatesino è diventato anche il primo italiano a conquistare la vetta del ranking Atp, che occupa ormai da 22 settimane. Jannik si è qualificato per la terza volta alle Atp Finals di Torino (da seguire su Sky Sport e in streaming su NOW dal 10 novembre) come primo della Race. Sono quattro gli italiani ad aver giocato il torneo dei maestri. Nel 2019, dopo ben 41 anni, Matteo Berrettini era entrato tra gli otto migliori giocatori dell'anno, conquistando contro Thiem anche la prima, storica, vittoria azzurra in singolare. Le due precedenti esperienze in singolare, di Adriano Panatta e Corrado Barazzutti, si erano chiuse infatti senza successi. Ecco le loro storie.
Adriano Panatta al Masters di Stoccolma 1975
Il precursore del tennis italiano nell'Era Open non poteva che essere Adriano Panatta. A differenza di quello che si può pensare, però, il campione azzurro non si qualificò per il Masters di fine anno nel 1976, in cui si impose a Roma e Parigi, bensì 12 mesi prima, al termine di una stagione non del tutto esaltante (semifinale al Roland Garros e trionfo a Stoccolma esclusi), chiusa però con un paio di squilli che gli fecero guadagnare il 7° posto nella classifica finale del Grand Prix, in cui spiccavano nomi del calibro di Vilas, Borg, Ashe, Nastase e Connors. Quell'anno il Masters si giocava a Stoccolma, sul campo che aveva visto Adriano vincere pochi mesi prima. Inserito in un girone molto complicato, Panatta perse tutti e tre gli incontri: 6-4, 7-6 contro Manolo Orantes, 7-6, 6-3 contro Arthur Ashe e 7-6 3-6 6-0 contro Ilie Nastase, con quest'ultimo che rovinò la festa a Borg, battendolo poi in finale davanti al pubblico amico. Proprio in questi giorni è arrivata la rivelazione dell'azzurro al "Corriere della Sera" circa i 3 ko subiti a Stoccolma: "Nel 1975 fu un miracolo scendere in campo, visto che fui vittima di un fortissimo attacco di emorroidi".
Corrado Barazzutti al Masters di New York del 1978
Il secondo e ultimo italiano a giocare in singolare il Masters è stato Corrado Barazzutti, che esattamente 41 anni fa veniva chiamato a calcare una delle scene più prestigiose dello sport mondiale, il Madison Square Garden di New York. L'annata dell'attuale capitano di Coppa Davis fu di altissimo livello, con la gemma della semifinale al Roland Garros (più altre 10, comprese Montecarlo e Madrid) e le finali a Las Vegas e Bastad. Barazzutti terminò al 9° posto nella speciale classifica, ma fu ripescato dopo il forfait (polemico) di Bjorn Borg. Pur in un girone non proibitivo, Barazzutti chiuse con tre sconfitte contro Dibbs (6-4, 6-4), Gottfried (7-6, 6-4) e Ramirez (3-6, 6-3, 6-4). "Entrare tra i primi otto del mondo e giocare il Masters è uno degli obiettivi più importanti per un tennista insieme agli Slam - ha spiegato Barazzutti a SuperTennis -. Esserci è sempre una grande soddisfazione. Poi quell'anno si giocava al Madison Square Garden: un'emozione di quelle che lasciano il segno. Scendere in campo in quell'impianto è stato un momento di shock potente, di stordimento. È stata una gran bella esperienza, tra l'altro quella settimana lì ci fu anche un bel concerto di Neil Young".
Fognini-Bolelli e la prima vittoria italiana
L'unico successo italiano alle Finals risale al 2015 ed è firmato dalla coppia Fabio Fognini e Simone Bolelli nel torneo di doppio. I due furono protagonisti di una stagione eccezionale, con la perla degli Australian Open (primo Slam in doppio per gli azzurri dal Roland Garros 1959 firmato Pietrangeli-Sirola), ma anche la semifinale di Parigi e le tre finali Masters 1000 a Indian Wells, Montecarlo e Shanghai. Alla O2 Arena di Londra, dopo aver ceduto nella prima giornata a Jamie Murray e John Peers e nella seconda ai soliti gemelli Bryan, Fognini e Bolelli si tolgono la grande soddisfazione battendo 6-4, 1-6, 10-5 in un'ora di gioco, l'indiano Rohan Bopanna ed il romeno Florian Mergea, firmando così il primo successo azzurro alle Finals.
Berrettini a Londra 2019: la prima vittoria in singolare
Matteo Berrettini aveva riportato l'Italia alle Finals dopo 41 anni in singolare a Londra 2019. Al termine di un'annata spettacolare, con la semifinale agli US Open ciliegina sulla torta, il romano si era conquistato l'ottavo e ultimo pass per la O2 Arena. Dopo le sconfitte con Djokovic e Federer, maturate anche a causa dell'emozione del debutto contro due 'mostri sacri' del tennis, Berrettini si era concesso il lusso di centrare la prima vittoria di un tennista italiano battendo 7-6, 6-3 Dominic Thiem nell'ultima (ininfluente) giornata del raggruppamento.
Berrettini-Sinner, staffetta a Torino 2021
Matteo Berrettini si qualifica anche per le ATP Finals del 2021. All'epoca numero 7 del mondo, l'azzurro debutta al PalaAlpitour contro Sascha Zverev. Dopo un primo set spettacolare, perso al tie-brek in un'ora e 20' di gioco, il romano alza bandiera bianca a causa di un infortunio agli addominali. Al suo posto subentra Jannik Sinner, nono nella Race e prima riserva. L'azzurro domina con un doppio 6-2 la prima partita con Hurkacz, poi cede al tie-break del terzo set (dopo non aver sfruttato due match-point) al russo Medvedev, al termine di una partita che non avrebbe comunque potuto portarlo in semifinale.
Sinner, la cavalcata dello scorso anno fino alla finale
Le Atp Finals dello scorso anno segnano una delle svolte della carriera di Jannik. Vince il suo girone battendo Tsitsipas, Rune e Djokovic. Un successo, quello con il serbo, che salva Nole dall'eliminazione nel round robin e lo spedisce in semifinale come secondo del raggruppamento. I due si ritrovano in finale, dove l'esperienza di Djokovic ha la meglio: doppio 6-3 e 7° titolo di 'maestro' per Nole. Ma Jannik da quel momento non si ferma più: Coppa Davis, Australian Open, US Open. And counting...